sabato 15 aprile 2023

ATTENZIONE: cadono meteoriti e non solo su Viale Mazzini


Oggi piove … governo ladro! Gira che ti rigira, più o meno, siamo alle solite. Ogni tanto qualcuno si sveglia, si guarda intorno e si chiede: che posso fare oggi per rompere un po’ le scatole agli italiani? Mumble ..mumble .. pensa che ti ripensa e non gli viene in mente nulla di nuovo e allora si guarda indietro e cerca qualcosa nei fondi di magazzino, nel cassetto dei ricordi, ed ecco che … zacchete … rispunta fuori una storiella antica quanto poco raccontata e spesso dimenticata: il “regalo” elettorale di Renzi del 2014 di 80 euro e il prelievo forzoso di 150 milioni dalle casse di Viale Mazzini. Annus horribilis: in quello stesso periodo sulla Rai caddero due meteoriti. Il primo fu la famigerata Legge di riforma della Governance con l’applicazione della teoria dell’Uomo Solo al Comando (non tutta farina di Renzi ma anche di altri amichetti) e l’altro fu l’avvio della collocazione in Borsa di Rai Way. Da rileggere quanto ha scritto a quel tempo il Sole https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-11-19/rai-scontro-cda-tagli-150-milioni-si-dimette-todini-162741.shtml?uuid=ABvlSkFC&refresh_ce=1 e il Post https://www.ilpost.it/stefanomenichini/2014/11/20/rai-ricorso-contro-governo/ .

Sicchè, stamattina sul Corriere leggiamo a pag. 2: “La Premier pensa ad una “sorpresa” per le Europee (come gli 80 Euro del Governo Renzi)”. Bene, ci stiamo avvicinando lentamente quanto inesorabilmente alla madre, al padre, agli zii e cugini di tutte le battaglie: il canone. L’argomento è ormai accerchiato: c’è in ballo la nuova modalità di riscossione, c’è la proposta di Legge depositata al Senato dalla Lega per la riduzione progressiva del 20% annuo che, comunque, poggia su sentimento diffuso ed alimentato del canone come imposta “più odiata dagli italiani”. Sempre in tema, ieri sono stati pubblicati dati sugli aumenti previsti nelle prossime bollette energetiche (che ora arrivano già con allegato un piano di pagamento rateizzato) che non lasciano pensare nulla di buono: ha scritto il Messaggero “…Per l'elettricità, famiglie e piccole imprese potrebbero spendere il 10% in più nel terzo trimestre, mentre i rincari saliranno del 25% nel periodo che va da ottobre a dicembre, in pieno inverno”. Sarà dura, molto dura, far comprendere agli italiani la necessità di dover pagare il canone in cambio di “questa” RAI e in assenza di un “altra” RAI che nessuno ancora è in grado di proporre nella missione che dovrà svolgere nel suo prossimo futuro, a partire da quanto gli verrà richiesto con il Contrato di Servizio in discussione. Ma, incredibilmente, di tutto questo, a Viale Mazzini e dintorni sembra non interessare più di tanto: ancora non abbiamo sentito una flebile voce che non sia quella dei sindacati che hanno proclamato lo sciopero generale per il prossimo 26 maggio.

Tutti presi dal tormentone di Primavera: se ne va o no .. se ne va si o noooo? Tutto il resto passa in cavalleria. Ieri un attento lettore ci ha fornito un ulteriore argomento a favore della tesi che possa rimanere: le nomine “obbligatorie” che dovranno essere fatte, a partire dalla direzione lasciata libera da Cecatto ora indicato come AD di Rai Way e a seguire la posizione di Di bella prossimo alla pensione e per finire a Rai Sport. Molto semplice: ammesso e non concesso che Fuortes possa lasciare subito dopo l’approvazione del Bilancio, previsto per la prossima settimana, è supponibile che possa lasciare in eredità al nuovo che avanza un fardello del genere? Si certo che è possibile come pure è ragionevole supporre che il nuovo arrivato possa legittimante chiedere tempo per valutare le scelte che dovrà compiere. O no?

Bene, veniamo ora ad una vicenda oscura e complicata: il caso Giletti. Il nostro Paese è in buona compagnia quando si tratta di storie losche e misteriose: vedi la recentissima vicenda dei segreti della nazione e della coalizione più potente del mondo, la NATO, accessibili ad un ragazzino di 21 anni che ha una mano con il biberon e l’altra il joystick di un videogioco. Credibilità? Fiducia? Di chi? Quindi possiamo stare ben certi: nessuno mai al mondo ci potrà dire con assoluta certezza cosa si cela dietro la chiusura del programma de LA7 e rientrerà nelle casistiche storiche dei misteri gloriosi di cui abbiamo pieni gli archivi. I punti certi sono pochi: A - Giletti stava trattando materia incandescente sui rapporti Stato mafia e stavano tornando alla luce storie mai chiarite del tutto su personaggi politici di primissimo rilievo. B – da tempo si leggevano illazioni su un suo possibile ritorno in RAI, addirittura al posto di Fazio. C – la trasmissione è stata chiusa senza apparente e credibile giustificazione e del suo ritorno a Viale Mazzini, per il momento, non se ne parla. 

Possiamo solo cercare interpretazioni e, in questi casi, necessario porre la solita semplice domanda: a chi giova mettere sotto silenzio questa vicenda? Leggiamo dall’articolo de La stampa di oggi dove Giletti ha dichiarato “Chiediamoci perché ci hanno chiuso. Stavamo preparando tre puntate importanti, delicatissime, deflagranti. Siamo stati fermati». E giù coi temi che in redazione conoscono tutti «la strage di via D'Amelio, Marcello dell'Utri, l'ex sottosegretario D'Alì»”. Già. Perché l’hanno chiuso e che ci sarà mai stato di tanto “deflagrante” nelle tre puntate che stavano per andare in onda? Chi ha forza e il potere in questo momento per poter intervenire in tal modo? Fate una domanda e trovate la risposta.

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