mercoledì 12 aprile 2023

Il Governo di destra, la RAI di "sinistra" e la natura delle cose

Foto di Nina Garman da Pixabay

Zitti zitti, piano piano, lento pede ma ci stiamo avvicinando ad una possibile lettura della “crisi” RAI ovvero della sua temporanea impossibilità di uscire del guado in cui si trova. Sintesi: non è solo e preminente colpa del “soggetto” RAI in quanto tale e di chi ne fa parte interna, ma di chi gli sta intorno e vorrebbe governarla. Due gli ambiti di riflessione: il primo riguarda specificamente il Governo e il secondo, più ampio e sofisticato, la collocazione geopolitica entro la quale definire il suo presente e il suo futuro.

In ordine: il Governo ancora ieri sera non è stato in grado di uscire dal pantano delle nomine almeno delle prime grandi consociate/partecipate: le Big Five composte da Eni, Enel, Leonardo, Poste e Tema. In questo contesto è immaginabile che si possa trovare una soluzione al futuro di Fuortes&C? Francamente, appare alquanto improbabile, salvo colpi di scena che, proprio perché tali, appaiono difficili da immaginare. Il pantano del governo è composto da due elementi: la sabbia e l’acqua che, combinati tra loro, compongono il fango viscido e ambiguo. Con la sabbia, l’acqua e il fango non si costruisce nulla di solido e, bene che vada, si modella una forma di argilla fragile e inconsistente. Allo stesso modo ci si riferisce alla RAI: con quale logica, con quale progetto, con quali intendimenti la “destra” se ne vorrebbe impadronire? E con quali persone da mettere al comando? Le “cose” le fanno le persone e gli eventi non hanno quasi mai una combinazione casuale. Oltre a quel poco che si è capito sul recente convegno sull’identità della destra, nel merito di cosa si vorrebbe fare del Servizio Pubblico (vedi oggi su Repubblica un interessante intervento di Luigi Manconi: “La destra e l'immaginario italiano. Il complesso di inferiorità!”) non si sa pressoché nulla. Non si sa nulla di come si vorrebbe modificare la sua Governance, non si sa nulla di come affrontare il problema delle risorse (canone) oltre a quanto dichiara Salvini un giorno si e l’altro pure, non si sa nulla sul suo prossimo Contratto di Servizio e così via. Le persone: dove sono gli uomini o le donne di “destra” avverse ad un Fuortes di “sinistra” che si vorrebbe sostituire? Sul primo fronte si legge, da tempo, di un solo nome (Giampaolo Rossi) che però non è affatto scontato che possa essere speso in questa circostanza e non invece messo in preparazione per il prossimo e più completo mandato che avrebbe inizio l’anno prossimo. All’interno RAI, chi sarebbero gli uomini o le donne di “destra destra” adeguati a sostenere la necessità impellente di uno scambio con l’attuale AD RAI? L'autorevole dirigente di cui molti cinguettano si può considerare di "destra" piuttosto che una "pezza" più piccola del buco che si vorrebbe coprire? Bah !!!

Ecco allora che la palude geopolitica prende forma intorno a due perimetri: il primo riferito ad una dimensione “concettuale” e l’altro ad una “fattuale”. Ne abbiamo appena accennato nei giorni scorsi: riferito al mondo RAI, cosa è di “destra” e cosa di “sinistra”. Tanto per capirci: come si gestisce il rinnovo del Contratto di Servizio da “destra” e come da “sinistra”? Amadeus e la sua conduzione di Sanremo sarebbero di “sinistra” avversa ad un Insegno di “destra”? Ieri, sul Corriere, è comparsa una vignetta titolata “Un PD più a sinistra” e la Meloni che da un lato commenta “Dice la Schlein che sarà il problema del Governo” e dall’altro lato sostiene “… e se fosse la soluzione?!” Perfetta! e, traslato modo, si adegua esattamente alla palude RAI: Se Fuortes deve essere cambiato perché considerato di “sinistra”, per paradossale che possa apparire, tanto vale considerarlo in altro modo ed ecco che si trova la soluzione: farlo rimanere al suo posto per fare il lavoro sporco che alla destra non converrebbe fare.

Del resto, anche ieri l’ex senatore del PD Luigi Zanda ha sostenuto su La Stampa che “… Però Schlein deve ancora mostrare la sua visione del partito, dell’Italia.. Servono visioni per i grandi problemi nazionali, che sono naturalmente l’economia, lo sviluppo, la sicurezza, il Mezzogiorno, la cultura, l’immigrazione, la politica estera.. tutte questioni sule quali abbiamo finora ascoltato l’enunciazione del problema , ma non le soluzioni”. Magari il tema RAI è compreso nell’ambito “cultura” ma, di certo, a parte il “sacrificio” offerto dal PD per far partire la Vigilanza (con quale risultato poi!!!) e il “vigileremo” sulla RAI e la sua “visione” altro non si è saputo. Quale sia la “visione” del Servizio Pubblico e del suo futuro nessuno sa, compreso il M5S che per ora gode solo del “successo” della Floridia senza averci fatto capire perché sia stata scelta proprio lei e non altri esponenti della stessa parte che pure avrebbero avuto maggiore esperienza.

Sistemata, almeno sommariamente, la dimensione concettuale, quella fattuale non si presta da meno alle difficoltà di interpretazione delle quali però abbiamo scritto a lungo e non ci ripetiamo.

Così stanno le cose.

bloggorai@gmail.com

 

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