Ieri è stato presentato a Palazzo Montecitorio il Rapporto
annuale ISTAT 2020 sulla situazione del Paese: (link https://www.istat.it/storage/rapporto-annuale/2020/Rapportoannuale2020.pdf
). Segnaliamo in particolare i capitoli 1.4 (La società italiana sotto il
lockdown), 3.1 (La mobilità sociale) e
5.5 (La conoscenza, risorsa per l’economia e la società di domani). Il rapporto
contiene innumerevoli spunti di riflessione che interessano direttamente il Servizio
Pubblico radiotelevisivo: osserviamo che nessuno oggi sulla stampa se ne sia
occupato.
Tra poco più di 10 giorni sapremo se e quale potrà essere la
nuova Pax televisiva che i partiti, di governo e opposizione, potrebbero
raggiungere prima della fine di legislatura. In ordine, gli appuntamenti sono:
martedì 8 alle 20 Salini in Vigilanza e il 14 le Camere convocate per
nominare i quattro commissari AgCom e i cinque Privacy. L’audizione dell’AD Rai
è di particolare rilievo: sarà interessante sapere se confermerà o meno l’incontro
con Conte e, di conseguenza, sapere di cosa hanno parlato. Per quanto noto, gli
argomenti sarebbero stati sostanzialmente due: gli equilibri pubblicitari e un possibile
rinnovo o proroga del mandato dell’attuale Cda. È supponibile (auspicabile) che
Salini smentisca tutto e dichiari ufficialmente che si è trattato di “spazzatura
giornalistica”. A questo punto le possibilità sono due: Salini ammette l’incontro
e ne consegue che la Vigilanza possa chiamare la Protezione Civile per una
evidente emergenza sul corto circuito dei meccanismi di relazione istituzionale
tra Rai, Governo e Parlamento oppure Salini smentisce tutto e allora sarà necessario
chiamare un catering convenzionato con Palazzo San Macuto e organizzare un bel
saluto di fine stagione… Poi, a settembre si vedrà. Tutto dipende dalle
convenienze, necessità e opportunità che la politica, i partiti, saranno in
grado di realizzare. Il secondo appuntamento del 14 luglio, come abbiamo
scritto da mesi, è di gran lunga il più rilevante della stagione, ovviamente
per quanto riguarda le TLC e Rai in particolare. In queste ore si intrecciano
trattative serrate tra tutte le parti in causa all’interno dei partiti che
sostengono il Governo e con i partiti di opposizione. A sua volta ci sono
trattative anche all’interno di ogni schieramento dove, al momento, le idee
non sembrano per nulla definite.
Ora si tratta di capire se, in quale direzione, potrebbe
essere suggellata questa ipotetica Pax televisiva. In sintesi: il PD non ha un piano strategico sulle TLC e
procede in ordine sparso nei vari settori (banda larga e 5G docet) e men che
meno sulla Rai dove non sa che pesci prendere se non quelli che riesce a
trattenere nelle reti delle nomine. Un accordo sulla spartizione del mercato pubblicitario
che, di fatto, avvantaggerebbe la concorrenza di Viale Mazzini, potrebbe essere sostenuta solo a condizione di
garantire stabilità al quadro politico in una visione di “governo di emergenza”
qualora le cose si dovessero mettere
male per Conte e dunque un ipotetico appoggio di Berlusconi potrebbe tornare
utile. Ma… Ma… Ma… Quanto costerebbe in termini di consenso, interno ed
esterno al partito, questa scelta? E quanto si potrebbe considerare una mossa
tattica o strategica? Se dovessimo esprimere una scommessa diremmo che il PD ha
un solo interesse di raggio breve: mantenere la situazione stabile senza
cedimenti onerosi. Dunque, tradotto in soldoni: 1) l’attuale Cda rimane a
scadenza e non si parla di proroga 2) si potrà pensare ad aggiustamenti sul
canone, come del resto più volte ipotizzato (vedi Boccia) a tutto danno della
Rai.
Per quanto riguarda il M5S, la situazione è ancora più
complessa. L’attuale “reggenza” Crimi soffre l’ombra di Di Maio che sembra ancora
tirare qualche filo, in particolare sul terreno delle TLC. Il ministro
Patuanelli, di stretta osservanza, non molla l’osso della delega alle TLC (Grillo docet) perché i 5S hanno ben chiaro che si tratta di un settore strategico (come
sopra, banda larga e 5G) che deve essere presidiato manu militari. La battaglia “grossa”
dunque sarà su AgCom giocoforza per il
peso che dovrà assumere nelle prossime scelte strategiche. Non ci addentriamo nel totonomine ma sappiamo per certo che
su questo fronte la trattativa sarà durissima per gli stessi buoni motivi che
non hanno reso possibile il rinnovo del consiglio AgCom dopo quasi un anno
dalla scadenza. È stato necessario l’intervento di Mattarella per richiamare
questo obbligo. Domanda da un milione di dollari: il M5S che progetto ha sull’intero
sistema delle TLC e, in particolare, sulla Rai? Formalmente, si vorrebbe
proporre una nuova legge di riassetto complessivo dove dentro ci sarebbe tutto:
tecnologie, risorse e governance Rai. Ma
è del tutto evidente che non ci sono presupposti di nessun genere per sostenere
questa ipotesi. La precedente Legge di sistema generale, la 1112 di Gasparri che
ha dato poi vita al TUSMAR per intenderci, ha richiesto anzitutto una mole di
tempo rilevante ed è stata possibile in presenza di un Governo quasi da record di
durata nella storia della Repubblica (dal giugno 2001 all’aprile 2005) cioè del tutto imparagonabile con l’attuale Governo Conte. In soldoni: non se ne parla proprio e l’unica Pax televisiva a cui il M5S
può essere interessato è quella che vede Conte contenuto nelle sue ambizioni
qualora le cose dovessero andare male.
Tra i partiti di opposizione, ci limitiamo ad osservare la
banale constatazione che vede in particolare in Forza Italia invece, l'ambizione del
tutto legittima a stabilire una Pax televisiva a tutto vantaggio
delle reti Mediaset che nella spartizione della torta pubblicitaria ha evidente
interesse.
Infine, riportiamo il titolo di un articolo comparso sul
sito IBC.org e si riferisce ad un argomento da tenere in considerazione per il
futuro del Servizio Pubblico: “Eight national and international broadcast
networks have joined an IBC Accelerator that aims to assess the current reality
and future potential of 5G in remote production: identified as one of the key
reasons broadcasters are looking to adopt 5G technology. With its promise of mobility, flexibility, and
reliability, 5G remote production is one of the most compelling use cases for
5G technology and could revolutionise the production of live content such as
sports, news, entertainment and events”.
bloggorai@gmail.com
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