sabato 4 luglio 2020

Una nuova Pax Televisiva?


Ieri è stato presentato a Palazzo Montecitorio il Rapporto annuale ISTAT 2020 sulla situazione del Paese: (link https://www.istat.it/storage/rapporto-annuale/2020/Rapportoannuale2020.pdf ).  Segnaliamo in particolare i capitoli 1.4 (La società italiana sotto il lockdown), 3.1 (La mobilità sociale) e 5.5 (La conoscenza, risorsa per l’economia e la società di domani). Il rapporto contiene innumerevoli spunti di riflessione che interessano direttamente il Servizio Pubblico radiotelevisivo: osserviamo che nessuno oggi sulla stampa se ne sia occupato.

Tra poco più di 10 giorni sapremo se e quale potrà essere la nuova Pax televisiva che i partiti, di governo e opposizione, potrebbero raggiungere prima della fine di legislatura. In ordine, gli appuntamenti sono: martedì 8 alle 20 Salini in Vigilanza e il 14 le Camere convocate per nominare i quattro commissari AgCom e i cinque Privacy. L’audizione dell’AD Rai è di particolare rilievo: sarà interessante sapere se confermerà o meno l’incontro con Conte e, di conseguenza, sapere di cosa hanno parlato. Per quanto noto, gli argomenti sarebbero stati sostanzialmente due: gli equilibri pubblicitari e un possibile rinnovo o proroga del mandato dell’attuale Cda. È supponibile (auspicabile) che Salini smentisca tutto e dichiari ufficialmente che si è trattato di “spazzatura giornalistica”. A questo punto le possibilità sono due: Salini ammette l’incontro e ne consegue che la Vigilanza possa chiamare la Protezione Civile per una evidente emergenza sul corto circuito dei meccanismi di relazione istituzionale tra Rai, Governo e Parlamento oppure Salini smentisce tutto e allora sarà necessario chiamare un catering convenzionato con Palazzo San Macuto e organizzare un bel saluto di fine stagione… Poi, a settembre si vedrà. Tutto dipende dalle convenienze, necessità e opportunità che la politica, i partiti, saranno in grado di realizzare. Il secondo appuntamento del 14 luglio, come abbiamo scritto da mesi, è di gran lunga il più rilevante della stagione, ovviamente per quanto riguarda le TLC e Rai in particolare. In queste ore si intrecciano trattative serrate tra tutte le parti in causa all’interno dei partiti che sostengono il Governo e con i partiti di opposizione. A sua volta ci sono trattative anche all’interno di ogni schieramento dove, al momento, le idee non sembrano per nulla definite.

Ora si tratta di capire se, in quale direzione, potrebbe essere suggellata questa ipotetica Pax televisiva. In sintesi: il PD non ha un piano strategico sulle TLC e procede in ordine sparso nei vari settori (banda larga e 5G docet) e men che meno sulla Rai dove non sa che pesci prendere se non quelli che riesce a trattenere nelle reti delle nomine. Un accordo sulla spartizione del mercato pubblicitario che, di fatto, avvantaggerebbe la concorrenza di Viale Mazzini, potrebbe essere sostenuta solo a condizione di garantire stabilità al quadro politico in una visione di “governo di emergenza”  qualora le cose si dovessero mettere male per Conte e dunque un ipotetico appoggio di Berlusconi potrebbe tornare utile. Ma… Ma… Ma… Quanto costerebbe in termini di consenso, interno ed esterno al partito, questa scelta? E quanto si potrebbe considerare una mossa tattica o strategica? Se dovessimo esprimere una scommessa diremmo che il PD ha un solo interesse di raggio breve: mantenere la situazione stabile senza cedimenti onerosi. Dunque, tradotto in soldoni: 1) l’attuale Cda rimane a scadenza e non si parla di proroga 2) si potrà pensare ad aggiustamenti sul canone, come del resto più volte ipotizzato (vedi Boccia) a tutto danno della Rai.

Per quanto riguarda il M5S, la situazione è ancora più complessa. L’attuale “reggenza” Crimi soffre l’ombra di Di Maio che sembra ancora tirare qualche filo, in particolare sul terreno delle TLC. Il ministro Patuanelli, di stretta osservanza, non molla l’osso della delega alle TLC (Grillo docet) perché i 5S hanno ben chiaro che si tratta di un settore strategico (come sopra, banda larga e 5G) che deve essere presidiato manu militari. La battaglia “grossa” dunque sarà su AgCom giocoforza per il peso che dovrà assumere nelle prossime scelte strategiche. Non ci addentriamo nel totonomine ma sappiamo per certo che su questo fronte la trattativa sarà durissima per gli stessi buoni motivi che non hanno reso possibile il rinnovo del consiglio AgCom dopo quasi un anno dalla scadenza. È stato necessario l’intervento di Mattarella per richiamare questo obbligo. Domanda da un milione di dollari: il M5S che progetto ha sull’intero sistema delle TLC e, in particolare, sulla Rai? Formalmente, si vorrebbe proporre una nuova legge di riassetto complessivo dove dentro ci sarebbe tutto: tecnologie, risorse  e governance Rai. Ma è del tutto evidente che non ci sono presupposti di nessun genere per sostenere questa ipotesi. La precedente Legge di sistema generale, la 1112 di Gasparri che ha dato poi vita al TUSMAR per intenderci, ha richiesto anzitutto una mole di tempo rilevante ed è stata possibile in presenza di un Governo quasi da record di durata nella storia della Repubblica (dal giugno 2001 all’aprile 2005) cioè del tutto imparagonabile con l’attuale Governo Conte. In soldoni: non se ne parla proprio e l’unica Pax televisiva a cui il M5S può essere interessato è quella che vede Conte contenuto nelle sue ambizioni qualora le cose dovessero andare male.

Tra i partiti di opposizione, ci limitiamo ad osservare la banale constatazione che vede in particolare in Forza Italia invece, l'ambizione del tutto legittima a stabilire una Pax televisiva a tutto vantaggio delle reti Mediaset che nella spartizione della torta pubblicitaria ha evidente interesse.

Infine, riportiamo il titolo di un articolo comparso sul sito IBC.org e si riferisce ad un argomento da tenere in considerazione per il futuro del Servizio Pubblico: “Eight national and international broadcast networks have joined an IBC Accelerator that aims to assess the current reality and future potential of 5G in remote production: identified as one of the key reasons broadcasters are looking to adopt 5G technology. With its promise of mobility, flexibility, and reliability, 5G remote production is one of the most compelling use cases for 5G technology and could revolutionise the production of live content such as sports, news, entertainment and events”.

bloggorai@gmail.com

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