È stata presentata ieri alla Camera una proposta di Legge firmata
da Fornaro (LEU) finalizzata a porre rimedio alle nefandezze della precedente
Legge del 2015 targata Renzi. La proposta è datata dallo scorso febbraio e da
tempo se ne parlava proprio perché da più parti (compreso questo blog) si
sosteneva che quella Legge di fatto espropriava il Parlamento delle competenze sul
Servizio Pubblico a favore del Governo con un meccanismo di nomina della
governance tutta virata sul ruolo dell’Esecutivo
(erano i tempi de “un uomo solo al comando”).
Ora Fornaro propone un nuovo
modello, definito duale, articolato su un meccanismo di governo dell’Azienda basato
su due componenti: il Consiglio di
gestione e il Consiglio di sorveglianza in sostituzione del precedente Cda e
Collegio sindacale. Non ci addentriamo nella tecnicalità giuridica e amministrativa
della proposta per un solo e semplice motivo: non crediamo che in questo
determinato contesto sociale, economico e tecnologico sia prioritario affrontare
solo una parte del problema del Servizio Pubblico radiotelevisivo. Tanto per
capirci utilizziamo una metafora proposta tempo addietro da Giuseppe De Rita, sembra come si volesse aggiustare il timone di una barca in mezzo all’oceano
quando questa è priva di bussola, carte
nautiche, non tira un refolo di vento ed è priva di carburante: non saprebbe
dove dirigersi. Molti autorevoli colleghi continuano a ritenere che il Servizio Pubblico, così come lo abbiamo
conosciuto e così come si è sviluppato, sia destinato a permanere rebus sic stantibus
e possa seguire il suo destino per forza d’inerzia, che trovi legittimità in se
stesso, che possa assumere ruolo, ottenere risorse, impegnarsi sul mercato con
adeguati progetti di sviluppo tecnologico e, infine, avere dignità e
credibilità sociale per il solo fatto di esistere. Forse, forse, tutto questo
merita una riflessione più approfondita che con fatica si può circoscrivere solo al tema della governance. Ricordiamo, e lo fa anche Vincenzo Vita sul Manifesto di
oggi, che al punto 14 del programma di questo Governo, si pone (a nostro avviso correttamente)
l’esigenza di porre mano a tutto il comparto del sistema delle telecomunicazioni
e del perimetro dell’industria audiovisiva nazionale. Dove Rai, piaccia o meno
è solo una parte del tutto e oggi nemmeno poi più tanto centrale. Se non si parte da questo punto, se non si condivide questa considerazione, ogni lodevole iniziativa è
destinata a durare ben poco e, ben che vada, a mettere solo una pezza ad un
buco più grande. A Fornaro e LEU il solo merito di aver provato a riaprire il
dibattito sul futuro del Servizio Pubblico, sul suo ruolo prossimo venturo,
proprio nel momento più critico della
sua esistenza, stretto da crisi della governance attuale tra risorse scarse e
sfide tecnologiche sempre più complesse e impegnative.
Detto questo, veniamo alle faccende quotidiane. Questa sera
si dovrebbe svolgere l’audizione di Salini in Vigilanza Rai. Dovrebbe perché,
per quanto abbiamo saputo fino a ieri sera, ci sono buone possibilità che possa
essere rinviata a data da destinarsi. Il buon motivo sarebbe “per lavori in
Aula”. Noi riteniamo invece che sia un ottimo pretesto per coprire quanto
sappiamo: se oggi Salini andasse in Vigilanza dovrebbe rispondere ad una sola e
semplice domanda: si è incontrato con Conte si o no? se la risposta è si
sarebbe doveroso che rendesse conto del perchè e del per come l’AD Rai dialoga con
il capo del Governo. Se invece la risposta è no, scusate tanto il disturbo, tutti a casa e buon ferragosto (in attesa del
14 luglio dove, peraltro, anche li le cose non stanno messe meglio). In entrambe
i casi, la situazione sarebbe … come dire … imbarazzante. Vedremo.
Infine, ieri si sono svolte le elezioni ADRAI ed ha vinto la
lista Meloni con circa 150 voti contro i poco più di 100 della lista
Capparelli. Ha vinto il “sindacato” contro “il partito”. Nel nuovo consiglio
fanno parte amici ed ex colleghi stimabili e capaci ai quali facciamo i
migliori auguri. Farebbe piacere a molti sapere e sperare che nel loro
orizzonte programmatico ci possa essere qualcosa di più dei benefit aziendali,
trattamento economico, la nuova vettura, carburante, indennità varie, trasferte etc etc etc ….Per
quanto riguarda la lista sconfitta, ponti d’oro al nemico che fugge, al quale
comunque va reso merito di essersi presentati con un programma più importante. Era
considerata la lista “sponsorizzata” dal DG.
Da segnalare un articolo di scenario TLC interessante pubblicato
sul Messaggero: “Il Governo accelera sulla rete unica”.
bloggorai@gmail.com
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