martedì 7 luglio 2020

Ponti d'oro al nemico che fugge


È stata presentata ieri alla Camera una proposta di Legge firmata da Fornaro (LEU) finalizzata a porre rimedio alle nefandezze della precedente Legge del 2015 targata Renzi. La proposta è datata dallo scorso febbraio e da tempo se ne parlava proprio perché da più parti (compreso questo blog) si sosteneva che quella Legge di fatto espropriava il Parlamento delle competenze sul Servizio Pubblico a favore del Governo con un meccanismo di nomina della governance tutta virata sul ruolo dell’Esecutivo (erano i tempi de “un uomo solo al comando”). 

Ora Fornaro propone un nuovo modello, definito duale, articolato su un meccanismo di governo dell’Azienda basato su due componenti: il Consiglio di gestione e il Consiglio di sorveglianza in sostituzione del precedente Cda e Collegio sindacale. Non ci addentriamo nella tecnicalità giuridica e amministrativa della proposta per un solo e semplice motivo: non crediamo che in questo determinato contesto sociale, economico e tecnologico sia prioritario affrontare solo una parte del problema del Servizio Pubblico radiotelevisivo. Tanto per capirci utilizziamo una metafora proposta tempo addietro da Giuseppe De Rita, sembra come si volesse aggiustare il timone di una barca in mezzo all’oceano quando questa è priva di bussola, carte nautiche, non tira un refolo di vento ed è priva di carburante: non saprebbe dove dirigersi. Molti autorevoli colleghi continuano a ritenere che il  Servizio Pubblico, così come lo abbiamo conosciuto e così come si è sviluppato, sia destinato a permanere rebus sic stantibus e possa seguire il suo destino per forza d’inerzia, che trovi legittimità in se stesso, che possa assumere ruolo, ottenere risorse, impegnarsi sul mercato con adeguati progetti di sviluppo tecnologico e, infine, avere dignità e credibilità sociale per il solo fatto di esistere. Forse, forse, tutto questo merita una riflessione più approfondita che con fatica si può circoscrivere solo al tema della governance. Ricordiamo, e lo fa anche Vincenzo Vita sul Manifesto di oggi, che al punto 14 del programma di questo Governo, si pone (a nostro avviso correttamente) l’esigenza di porre mano a tutto il comparto del sistema delle telecomunicazioni e del perimetro dell’industria audiovisiva nazionale. Dove Rai, piaccia o meno è solo una parte del tutto e oggi nemmeno poi più tanto centrale. Se non si parte da  questo punto, se non si condivide questa considerazione, ogni lodevole iniziativa è destinata a durare ben poco e, ben che vada, a mettere solo una pezza ad un buco più grande. A Fornaro e LEU il solo merito di aver provato a riaprire il dibattito sul futuro del Servizio Pubblico, sul suo ruolo prossimo venturo, proprio  nel momento più critico della sua esistenza, stretto da crisi della governance attuale tra risorse scarse e sfide tecnologiche sempre più complesse e impegnative.

Detto questo, veniamo alle faccende quotidiane. Questa sera si dovrebbe svolgere l’audizione di Salini in Vigilanza Rai. Dovrebbe perché, per quanto abbiamo saputo fino a ieri sera, ci sono buone possibilità che possa essere rinviata a data da destinarsi. Il buon motivo sarebbe “per lavori in Aula”. Noi riteniamo invece che sia un ottimo pretesto per coprire quanto sappiamo: se oggi Salini andasse in Vigilanza dovrebbe rispondere ad una sola e semplice domanda: si è incontrato con Conte si o no? se la risposta è si sarebbe doveroso che rendesse conto del perchè e del per come l’AD Rai dialoga con il capo del Governo. Se invece la risposta è no, scusate tanto il disturbo, tutti a casa e buon ferragosto (in attesa del 14 luglio dove, peraltro, anche li le cose non stanno messe meglio). In entrambe i casi, la situazione sarebbe … come dire … imbarazzante. Vedremo.

Infine, ieri si sono svolte le elezioni ADRAI ed ha vinto la lista Meloni con circa 150 voti contro i poco più di 100 della lista Capparelli. Ha vinto il “sindacato” contro “il partito”. Nel nuovo consiglio fanno parte amici ed ex colleghi stimabili e capaci ai quali facciamo i migliori auguri. Farebbe piacere a molti sapere e sperare che nel loro orizzonte programmatico ci possa essere qualcosa di più dei benefit aziendali, trattamento economico, la nuova vettura, carburante, indennità varie, trasferte etc etc etc ….Per quanto riguarda la lista sconfitta, ponti d’oro al nemico che fugge, al quale comunque va reso merito di essersi presentati con un programma più importante. Era considerata la lista “sponsorizzata” dal DG.

Da segnalare un articolo di scenario TLC interessante pubblicato sul Messaggero: “Il Governo accelera sulla rete unica”.
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