venerdì 24 luglio 2020

Insostenibile leggerezza dell'essere


Riceviamo e volentieri pubblichiamo:il Signor Mario Poitorno sostiene di non appartenere alla Struttura Quoppa (vedi post di ieri). Ne prendiamo atto.

Bene… veniamo, o meglio torniamo, all’audizione di Salini in Vigilanza perché manca qualcosa da raccontare. Ad un certo punto, un parlamentare (non ricordo il nome ma non è difficile recuperalo) ha chiesto all’AD cosa intende fare in vista della transizione al DVB-T2. Risposta? Bho!!! Allora, tanto per rinfrescare la memoria alla famigerata Struttura Qoppa: il Contratto di Servizio DISPONE che (art.15.1) “In coerenza con l’obiettivo di conseguire una gestione efficiente dello spettro ed in linea con la decisione del Parlamento Europeo e del Consiglio 2017/899, del 17 maggio 2017 la Rai si impegna a rispettare le scadenze della tabella di marcia nazionale per la liberazione della banda 700MHz”… e successivamente all’art. 17.1 “1. La Rai garantisce l'informazione al pubblico in ciascuna area tecnica nel corso dell’attuazione della tabella di marcia nazionale per la liberazione della banda 700MHz, utilizzando le emissioni televisive e radiofoniche e il web. Tale informazione dovrà essere fornita senza interruzioni fino a quando le attività non saranno ultimate in tutto il territorio nazionale”. A meno che si intenda avvalersi del voto unanime del Cda del 14 giugno che dispone “faccio quello che mi pare in deroga…” questo argomento non può e non deve essere sottaciuto e tantomeno sottovalutato. In ballo c’è buona parte della sopravvivenza del Servizio Pubblico e non solo e non tanto per il 2030, per quando si prevede il possibile spegnimento del digitale terrestre, ma già dal 2023, anno entro quale le frequenze debbono necessariamente essere liberate e buona parte dell’attuale parco televisori dovrà essere rottamato e sostituito con uno nuovo o con l’obbligo di dotarsi di un nuovo decoder. 

Superfluo ricordare che il MISE ha scritto chiaro e tondo che un apparato privo di sintonizzatore, come potrebbe essere una Smart Tv di nuova generazione, NON è tenuto al pagamento del canone e in un epoca di crescita esponenziale di consumo tv in streaming quanti avranno voglia di imbarcarsi nell’avventura della transizione al DVB-T2 piuttosto che rifugiarsi nelle più comode e allettanti proposte della televisione via Web? Forse, qualcuno a Viale Mazzini e vie adiacenti (Teulada) sta lì a sperare che ci possa essere un rinvio delle scadenze previste dalla roadmap predisposta da AGCom (vedi quanto abbiamo scritto in precedenza sull’argomento). Ma, seppure fosse e appare alquanto improbabile (le Telco hanno pagato ed esigono l’incasso, nonché il 5G non ammette ritardi) questo non giustifica in alcun modo il silenzio Rai. Magari qualcuno sostiene pure che sarebbe compito del MISE sostenere adeguatamente la campagna di comunicazione verso il pubblico ma,  ripetiamo, il Contratto di Servizio pone in capo a Rai l’OBBLIGO non la deroga a informare i cittadini. Punto, a capo. Una voce molto maligna al settimo piano di dice “… non affrontano l’argomento perché non sanno di cosa si parla e comunque, le possibili ricadute negative per Rai non sarà un affare che li riguarda… saranno scaduti come lo yoghurt…”. Ecco,  questa, in sintesi, la differenza tra visioni: tra chi vede il proprio ruolo al servizio del Servizio e quindi si prende in carico problemi che vanno oltre il proprio destino personale e chi bada solo alla personale sopravvivenza. Ci ha scritto ieri uno dei tanti autorevoli lettori sempre a proposito dell’audizione di Salini in Vigilanza: “… Sembra che la politica e l’attuale Governance Rai abbiano trovato una formidabile sintonia sul vuoto pneumatico… Una volta la Rai aveva il compito di esporre e far comprendere la rilevanza delle questioni gestionali ed economiche oggi invece l'intento sembra semplicemente prendere tempo, rinviare, derogare e rinviare i problemi agli sfortunati che dovranno gestire una crisi economica senza uguali nella storia dell’Azienda”. Inutile ricordare che, ormai non è la prima volta, che si evoca lo spettro dell’Alitalia.  

A proposito di spettri, di risparmi e di costi e di Contratto di Servizio. Quest’ultimo si dovrebbe considerare come una specie di Libro Sacro salvifico e taumaturgico. Contiene quanto basta per affrontare e gestire problemi complessi. Si vuole risparmiare e portare a casa qualche decina di milioni e forse più? Basta applicare quanto disposto in merito alla ”rimodulazione delle testate giornalistiche” e, tra queste, a Rai News24 e i suoi oltre 190 giornalisti con un share medio annuo da prefisso telefonico. 

Leggiamo oggi sul Fatto Quotidiano a firma Gianluca Roselli un titolo che è tutto un programma “Conti in rosso la Rai col buco: 50 milioni ora e 200 nel 2021. Calo ascolti preoccupa il day-time della rete ammiraglia” e, all’interno del pezzo una nota curiosa: Ma ai piani alti di Viale Mazzini si stanno valutando pure altre azioni. Per esempio stoppare il canale in inglese e quello istituzionale, entrambi bloccati per motivi diversi”. Forse abbiamo letto male. Si tratta dello stesso argomento di cui sopra: non si può derogare a proprio libero arbitrio un preciso obbligo del Contratto di Servizio (art.12.1) che IMPONE alla Rai di “… garantire la produzione, la distribuzione e la trasmissione di contenuti audiovisivi all’estero, finalizzati alla conoscenza e alla valorizzazione della lingua, della cultura e dell'impresa italiana attraverso l'utilizzazione e la diffusione delle più significative produzioni audiovisive nazionali, nonché di programmi specifici”. Attenzione, questa storia non è solo una fonte di spesa ma può divenire un formidabile strumento di attrazione di risorse, per la Rai e per il Paese. Anche questo, evidentemente, qualcuno ritiene che si possa “derogare” magari con la maggioranza qualificata del Cda e il voto di 5 consiglieri. Auguri!!! 

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