Senza scomodare McLuhan sul medium e il messaggio, ma la
sintesi, la rappresentazione simbolica, iconica, il sommario, la quintessenza
dei palinsesti, cioè la cifra dei programmi, il prodotto e l’immagine dell’Azienda,
la sua funzione primordiale, la sua natura primogenita… si contiene tutto in
poche parole: usato sicuro, fritto misto
ripassato in padella. Magari anche saporito e appetitoso. Non solo non c’è pressoché
nulla di nuovo, ma nel poco del nulla brilla la sorpresa di dover apprendere
che la sola spinta creativa consiste nel leggere che le novità che invece
avrebbero dovuto esserci (anche per forza di legge) erano del tutto assenti. A questo proposito ribadiamo quando accennato ieri: perché non è stata detta una parola una sui nuovi canali inglese e istituzionale che la Rai è OBBLIGATA a mandare in onda come espresso appunto nel Contratto di servizio e che pure il Cda, nonché il piano Industriale, prevedono esplicitamente? Perché non è stata detta una parola sul vincolo di dover “rimodulare” il numero delle testate giornalistiche? E che dire della Direzione Nuovi format? La crisi del Covid, drammaticamente, ha rappresentato pure una straordinari occasione per studiare e sperimentare nuovi prodotti, programmi, formati appunto. Qualcuno sa qualcosa?
Forse
siamo esagerati e magari tentati di sparare sulla Croce Rossa che comunque un
merito egregio lo ha sempre, a priori, e magari ci è difficile distinguere il grano
dal loglio ma con tutta la buona volontà difficile andare oltre il già visto e
sentito.
Di un solo aspetto possiamo riconoscere all’AD Salini di
aver centrato il momento storico del Servizio Pubblico: quando ha posto il
problema di quale “racconto” del Paese la Rai è responsabile. Si è
posto, correttamente, la domanda, ma non ha saputo o voluto o potuto trovare una
risposta convincente e persuasiva ed ha lasciato, colpevolmente, che la
locomotiva Rai si lanciasse sul binario morto delle sue difficoltà e
incertezze. Gli è stato chiesto cosa prevede per il bilancio 2021: “vedremo”!!!
Già, tanto non ci sarà più lui a doverne rispondere alla prossima presentazione
dei palinsesti del prossimo anno. Salini ha scoperchiato, bontà sua, la pentola
dove ribolle la crisi esistenziale del Servizio Pubblico: i programmi, e i
personaggi che li conducono, rappresentano infatti i frammenti di una narrazione
complessa che interessa dinamiche sociali, culturali ed economiche in movimento
e continua trasformazione che non sembra la Rai sia in grado di intercettare
correttamente.
Avete voglia di fare un paragone? Guardate cosa ti hanno
combinato gli inglesi (BBC, ITV, Channel 4 e 5) con questo spot: https://www.bbc.co.uk/mediacentre/latestnews/2020/our-stories
e leggete attentantamente il claim: “Le nostre storie sono le vostre storie”.
La domanda sempre più necessaria da porre è molto semplice:
quanto questo palinsesto rappresenta e risponde non solo alla legge (contratto
di servizio) che impone scelte editoriali molto definite ma anche alle nuove
esigenze di qualità e di quantità di prodotti audiovisivi in grado di
intercettare bisogni e necessità della collettività nazionale. La collettività nazionale, il Paese, siamo proprio certi che
smania ed è in crisi di astinenza per sapere chi condurrà La prova del cuoco o
di vedere la Signora di canale 5 sugli schermi di Rai Uno? Forse magari anche
si e forse gli ascolti e gli inserzionisti pubblicitari saranno anche felici e
contenti. Era da vedere e ascoltare l’enfasi
che il direttore di RaiUno Stefano Coletta ha posto nel presentare The voice Over ’60 come
pure ha ringraziato per il grande onore di avere la De Filippi sulla “sua” rete
e somiglia allo stesso Coletta che quando era direttore di Rai tre ha
ringraziato commosso la Carrà e il suo
agente (Sic) di avergli concesso la grazia di tornare sugli schermi della “sua”
rete. Non era difficile immaginare che il
tema De Filippi oggi sarebbe stato in pagina sui giornali.
Appunto, il
medium è il messaggio e il messaggio è questo è molto chiaro: non potendo contare
sul futuro, la Rai si affida sul passato, sulla benevolenza della concorrenza e
sulla speranza della Provvidenza. Una domanda che nessuno ieri ha posto a
Salini: delle “nuove” produzioni” quanto pesano gli agenti e le società
esterne? Quanto, in termini assoluti e percentuali, è stata ripresa e applicata
l’indicazione della Vigilanza su questo argomento?
Torniamo ad un argomento più serio. Dimenticate il Patto del camper, dimenticate il Patto del
Nazzareno, dimenticate tutto ciò che somiglia ad un inciucio, un accordo sottobanco,
un cippe e cioppe… quello che è successo due giorni addietro alla Camera e al
Senato con l’elezione dei nuovi consigli di AgCom e Privacy è qualcosa di
completamente diverso e imparagonabile. Nelle precedenti versioni di accordi,
più o meno palesi, il quadro generale degli equilibri politici era sotto il segno
della forza che i vari contendenti erano in grado di dispiegare. Ora, quanto è
avvenuto con l’elezione del nuovo consiglio AgCom il segno è esattamente
contrario. È stata espressa tutta la debolezza di una politica, di partiti che riescono
solo a balbettare scelte che hanno il respiro di un mattino. Su questo blog
abbiamo fatto spesso l’elenco dei problemi che per i prossimi sette anni dovranno
riguardare tutto il perimetro delle TLC e la Rai e cosa ne è venuto fuori? Guardate
i nomi, leggete i CV e traetene le conseguenze. Il solo tratto comune che lega
almeno di due grandi patti (camper e Nazareno) è l’oggetto, le preda, della
contesa: la Rai e, inoltre, seduti al tavolo pressoché gli stessi commensali. Per
meglio dire, uno sicuro (Berlusconi) l’altro
variabile. Il primo, non ci sono dubbi, per come è andata in questo giro AgCom,
potrebbe avere offerto ostriche e champagne per tutti. Autorevoli colleghi,
interni ed esterni Rai hanno commento “è andata molto peggio di quanto temevamo”.
Ieri, durante la presentazione dei palinsesti Rai, ci è stata
proposta una citazione che non abbiamo potuto verificare ma ve la proponiamo
per quanto è suggestiva: “Un’Azienda fallisce prima lentamente e poi crolla improvvisamente”. Dovrebbe essere
di Hemingway. Auguri … per tutti.
bloggorai@gmail.com
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