lunedì 13 luglio 2020

Le grandi partite ...alle cinque della sera


Come si usa dire: il condizionale è d’obbligo. Sul tema rinnovo vertici delle Autorità per ora non ci sono notizie verificate ma solo congetture e supposizioni. In questo caso, per quanto abbiamo potuto sapere fino a ieri sera, il quadro è molto incerto e una buona sintesi la propone MF di oggi con il titolo “AgCom e Privacy, oggi si prova a votare”. Appunto, si prova ma non è affatto detto che sia possibile riuscire nell'intento. 

A quanto sembra, una bozza di accordo politico sui nomi delle due Autorità di garanzia è stato raggiunto mentre le idee non sembrano del tutto chiare per quanto riguarda tutti gli altri accordi “contestuali” sia relativi alle nomine delle Commissioni parlamentari come pure di altre partecipate dello Stato, sia relativi a future alleanze politiche ed elettorali, tattiche e strategiche. Difficile, infatti, supporre che almeno i due partiti che sorreggono il Governo non intendono scolare dal calderone un patto globale in grado di garantire almeno la sopravvivenza fino al termine della legislatura e non semplicemente un tiepido brodino di antipasto come le sole nomine alle Autorità. 

Se oggi Camera e Senato riusciranno a votare o meno i nuovi commissari dipende solo da questo punto: ci sono le basi per un accordo globale tra PD e M5S o no? Attenzione, nel pacchetto di mischia c’è il terzo incomodo Berlusconi che, come noto, ha particolari interessi proprio al nodo AgCom e che, per fatal combinazione, proprio in questa delicata fase politica potrebbe essere di particolare utilità a supportare con i suoi voti il Governo Conte sulle delicate questioni che lo vedono a rischio sopravvivenza (decretazione di emergenza, MES, Autostrade etc). Come già successo in un lontano passato (da ricordare il Patto del camper tra Craxi e Forlani dell’89 dove, per corollario, si raggiunsero accordi anche sulle televisioni che portarono, successivamente nel 1990, alla legge Mammì), le sorti della politica si potrebbero legare a quelle della televisione e di ciò che oggi vi è connesso. Una nuova Pax televisiva potrebbe essere il suggello a questa nuova contingenza politica. Tutto torna.

Doppia  attenzione: non si tratta solo di accordi politici ma anche di grandi partite di interesse strategico nazionale che vedono AgCom arbitro fondamentale (vedi cap.5 della Relazione annuale 2020 presentata la scorsa settimana). Le ricordiamo in ordine sparso: banda larga, 5G, transizione al DVB-T2, mercato pubblicitario e, non ultima, vigilanza sulla par condicio in vista delle prossime scadenze elettorali. Chi è disposto a mettere “tutta ‘sta robbbbba” nelle mani di qualcuno senza garanzie di affidabilità? Vedi la partita banda larga: ieri è tornato alla carica sulle colonne dell’inserto economia del Corriere Maximo Ibarra: “Investiamo nella rete… una svolta nel mercato dei contenuti” dove si parla della nuova offerta WiFi e dell’accordo strategico con Open Fiber (in opposizione a Tim). Oggi sul tema interviene Franco Bernabè, ex AD di Tim,  che sostiene “La Rete unica? Tardi per realizzarla”. Tutto concorre a sostenere che questa partita terrà banco a lungo e potrà determinare nuovi equilibri in tutto il perimetro delle TLC nazionali, compresa, ovviamente, la Rai che in questo settore sconta un grave ritardo per non dire completa assenza progettuale.

Che dire poi della roadmap in corso sulla migrazione delle frequenze intorno ai 700 Mhz? AgCom dovrà forse intervenire in qualche modo per determinare o meno un possibile rinvio delle scadenze previste già per l’anno in corso. Il tema del rinnovo parco televisori, chiave di volta per lo sviluppo della nuova tecnologia di diffusione digitale, subirà di fatto un pesante rallentamento: quante famiglie saranno disposte a comprare un nuovo TvSet con la pesante aria che tira sul fronte economico? Se dovesse procedere il calendario di cessione delle frequenze così come gli operatori Telco richiedono, il rischio di corto circuito a danno dei broadcasters si fa sempre più elevato.

Infine, la par condicio. È noto che su questo tema i nervi sono sempre scoperti e le stagioni elettorali prossime venture potrebbero segnare mutamenti genetici nella composizione parlamentare e nel governo del Paese. Il successore di Angelo Cardani avrà tra le mani merce esplosiva e, ora come ora, chi è in grado di garantire cosa?  
Oggi, forse, alle cinque della sera si potrà trovare qualche possibile risposta. Forse… forse…

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