Come si usa dire: il condizionale è d’obbligo. Sul tema
rinnovo vertici delle Autorità per ora non ci sono notizie verificate ma
solo congetture e supposizioni. In questo caso, per quanto abbiamo potuto sapere
fino a ieri sera, il quadro è molto incerto e una buona sintesi la propone MF di
oggi con il titolo “AgCom e Privacy, oggi si prova a votare”. Appunto, si prova
ma non è affatto detto che sia possibile riuscire nell'intento.
A quanto sembra, una bozza di accordo
politico sui nomi delle due Autorità di garanzia è stato raggiunto mentre le
idee non sembrano del tutto chiare per quanto riguarda tutti gli altri accordi “contestuali” sia relativi alle nomine delle
Commissioni parlamentari come pure di altre partecipate dello Stato, sia
relativi a future alleanze politiche ed elettorali, tattiche e strategiche. Difficile, infatti, supporre
che almeno i due partiti che sorreggono il Governo non intendono scolare dal
calderone un patto globale in grado di garantire almeno la sopravvivenza fino
al termine della legislatura e non semplicemente un tiepido brodino di
antipasto come le sole nomine alle Autorità.
Se oggi Camera e Senato riusciranno
a votare o meno i nuovi commissari dipende solo da questo punto: ci sono le
basi per un accordo globale tra PD e M5S o no? Attenzione, nel pacchetto di
mischia c’è il terzo incomodo Berlusconi che, come noto, ha particolari interessi
proprio al nodo AgCom e che, per fatal combinazione, proprio in questa delicata
fase politica potrebbe essere di particolare utilità a supportare con i suoi
voti il Governo Conte sulle delicate questioni che lo vedono a rischio sopravvivenza
(decretazione di emergenza, MES, Autostrade etc). Come già successo in un lontano
passato (da ricordare il Patto del camper tra Craxi e Forlani dell’89 dove, per
corollario, si raggiunsero accordi anche sulle televisioni che portarono,
successivamente nel 1990, alla legge Mammì), le sorti della politica si potrebbero
legare a quelle della televisione e di ciò che oggi vi è connesso. Una nuova Pax
televisiva potrebbe essere il suggello a questa nuova contingenza politica. Tutto
torna.
Doppia attenzione:
non si tratta solo di accordi politici ma anche di grandi partite di interesse
strategico nazionale che vedono AgCom arbitro fondamentale (vedi cap.5 della
Relazione annuale 2020 presentata la scorsa settimana). Le ricordiamo in ordine
sparso: banda larga, 5G, transizione al
DVB-T2, mercato pubblicitario e, non ultima, vigilanza sulla par condicio in
vista delle prossime scadenze elettorali. Chi è disposto a mettere “tutta ‘sta
robbbbba” nelle mani di qualcuno senza garanzie di affidabilità? Vedi la
partita banda larga: ieri è tornato alla
carica sulle colonne dell’inserto economia del Corriere Maximo Ibarra: “Investiamo
nella rete… una svolta nel mercato dei contenuti” dove si parla della nuova
offerta WiFi e dell’accordo strategico con Open Fiber (in opposizione a Tim). Oggi
sul tema interviene Franco Bernabè, ex AD di Tim, che sostiene “La Rete unica? Tardi per realizzarla”.
Tutto concorre a sostenere che questa partita terrà banco a lungo e potrà
determinare nuovi equilibri in tutto il perimetro delle TLC nazionali,
compresa, ovviamente, la Rai che in questo settore sconta un grave ritardo per
non dire completa assenza progettuale.
Che dire poi della roadmap in corso sulla migrazione delle
frequenze intorno ai 700 Mhz? AgCom dovrà forse intervenire in qualche modo per
determinare o meno un possibile rinvio delle scadenze previste già per l’anno
in corso. Il tema del rinnovo parco televisori, chiave di volta per lo sviluppo
della nuova tecnologia di diffusione digitale, subirà di fatto un pesante
rallentamento: quante famiglie saranno disposte a comprare un nuovo TvSet con la
pesante aria che tira sul fronte economico? Se dovesse procedere il calendario
di cessione delle frequenze così come gli operatori Telco richiedono, il
rischio di corto circuito a danno dei broadcasters si fa sempre più elevato.
Infine, la par condicio. È noto che su questo tema i nervi
sono sempre scoperti e le stagioni elettorali prossime venture potrebbero
segnare mutamenti genetici nella composizione parlamentare e nel governo del Paese.
Il successore di Angelo Cardani avrà tra le mani merce esplosiva e, ora come
ora, chi è in grado di garantire cosa?
Oggi, forse, alle cinque della sera si potrà trovare qualche
possibile risposta. Forse… forse…
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Last minute: stamattina interessante dibattito su "Libro bianco sull'economia digitale"
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