Doveroso un "caldo" ringraziamento ai nostri attenti lettori che, seppure nei due giorni precedenti non abbiamo pubblicato pressoché nulla, hanno puntato il blog. Grazie!!! Nonostante il caldo,
la carenza pressoché totale di notizie e dibattito sul Servizio Pubblico e la
Rai (due “cose” ormai diverse) questo fatto porta a ritenere che si tratta di argomenti che ancora interessano
molte persone.
Nel frattempo, abbiamo raccolto qualche elemento di riflessione.
Il primo riguarda i dati sulla crescita di consumo di video in streaming durante
questo primo semestre 2020 contrassegnato dalla crisi del Coronavirus. Nei giorni
scorsi sono stati pubblicati alcuni documenti che è utile tenere bene a
memoria:
- · Presentazione rapporto Istat (3 luglio) https://www.istat.it/it/archivio/244392
- · Relazione Cardani AgCom (6 Luglio) https://www.agcom.it/relazioni-annuali
- · Webinar di Sensemaker sul consumo di Tv (sintesi su PrimaOnline https://www.primaonline.it/2020/07/20/310225/boom-dello-streaming-video-60-soprattutto-per-tra-i-giovanissimi-trend-svod-co-viewing-familiare-heavy-user-full-content/
Il percorso, il perimetro entro il quale si svilupperà il
futuro del servizio pubblico è tutto segnato e non sembra proprio una passeggiata
tra viole e mammole. Aumenta in modo rilevante il consumo streaming in termini
di ore, in termini di prodotti, in termini di piattaforma utilizzate mentre,
vedi dati Auditel Standard digitale, la Rai rimane sempre al palo:
Ogni commento è superfluo: basta confrotnare questi dati con quelli dei mesi precedenti!!!
A propostito di palo: è passato pressoché inosservato un
articolo di Aldo Fontanarosa, comparso su Repubblica.It (https://www.repubblica.it/economia/2020/06/29/news/lo_stato_vende_frequenze_a_prezzo_di_saldo_a_breve_la_tv_andra_tutta_via_internet_-260368523/
) dove si legge: “Lo Stato vende frequenze a prezzo di saldo. "A breve la
tv andrà tutta via Internet"… Gli incassi, in ogni caso, finanzieranno il
bonus per l'acquisto di televisori e decoder di nuova generazione (Dvb-T2)
destinato alle famiglie in difficoltà … La World Radiocommunication Conference
(WRC-23) deciderà, tra pochi mesi, la data di pensionamento della televisione
digitale terrestre… In concreto, la conferenza stabilirà la scadenza entro la
quale le emittenti (come Rai, Mediaset, la7 e le altre, in Italia) dovranno
abbandonare le reti e le frequenze che oggi occupano sul digitale terrestre (in
una banda detta UHF)… Queste emittenti, evidentemente, non saranno chiuse oppure
oscurate. Nel 2028, forse già nel 2027, tutte le nostre televisioni proporranno
i loro programmi solo via Internet (come oggi Netflix o Amazon Prime) grazie
all'enorme capacità di trasmissione garantita dalle tecnologie del 5G e del 6G.
Se dunque le frequenze televisive sono destinate a uscire di scena, perché
rimpiazzate dal web ultra-veloce, ecco spiegato il loro valore sempre più basso… La
stessa tecnologia satellitare è prossima al pensionamento. Non a caso Sky
Italia si è trasformata in un operatore che offre connessioni Internet
ultra-rapide. Anche Sky, dunque, guarda alla Rete come alla tecnologia cui
affidare i propri canali in un futuro ormai prossimo”.
Ce n’è quanto basta per riproporre temi che questo blog ha
sollevato da tempo: la definizione di una strategia industriale, non solo
finanziaria, con la quale il Servizio Pubblico e la Rai (forse, sempre più due entità diverse) dovranno fronteggiare la
minaccia incombente che mira dritta al cuore della sua stessa sopravvivenza. La
pistola puntata ha una marca e si chiama “Risorse” che saranno sempre meno e
sempre più problematiche in un contesto dove il Servizio Pubblico e la Rai sembrano
assumere caratteristiche “irrilevanti”
nel contesto della definizione delle politiche sulle infrastrutture di
interesse strategico nazionale (vedi il recente Stati generali dell’economia
dove si è trattato di tutto, compreso il vino, meno che di informazione e
comunicazione).
Ieri sono stati presentati i palinsesti di Sky (vedi le
recenti interviste di Maximo Ibarra delle quali abbiamo accennato). Tra le
righe, segnaliamo dichiarazioni di Giovanni Ciarliarello a proposito di Tv8: “Gli
italiani sono cambiati e sono diventati più digitali, il potere di acquisto è
destinato nei prossimi mesi a concentrarsi ancora di più, gli investitori
mireranno in maniera ancora più precisa all’efficienza delle proprie campagne e
le tecnologie e le offerte che come la nostra sono in grado di dare garanzie da
questo punto di vista potranno fare la differenza. E’ fondamentale usare i
dati, la tecnologia, e la creatività meglio degli altri”. Appunto, esattamente
come avviene dalla parti di Viale Mazzini e vie adiacenti.
Si è svolto ieri a Viale Mazzini il Cda dove sono stati affrontati
i temi di budget e le prospettive di “lacrime e sangue” che si intravvedono all’orizzonte
(vi abbiamo anticipato qualche numero). Questa sera è prevista l’audizione
di Salini in Vigilanza Rai sul tema dumping pubblicità: nessuno molla l’osso.
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