sabato 25 luglio 2020

Il sabato del villaggio: dalla deroga alla proroga


Nei luoghi di campagna, come forse anche nei luoghi di mare, succede che quando la mattina si va all’edicola a prendere i giornali non si trovano sempre quelli che si cercano. “In questo periodo ci sono quelli che vengono da fuori…” e le copie non sono sufficienti e allora è necessario accontentarsi. Lo spunto rimane: “quelli che vengono da fuori” e il pensiero corre velocemente a quanti a Viale Mazzini sono venuti da fuori, talvolta un po’ spocchiosi e talvolta un po’ arroganti… del genere “ora vi facciamo vedere noi come si gestisce la Rai”.

Stamattina, of course, non una riga meritevole di attenzione sui temi del Servizio Pubblico. Va bene… ci stà… i colleghi giustamente sono in vacanza. Allora ne approfittiamo per chiarire e approfondire un problemino semplice semplice. 

Torniamo sempre all’audizione in Vigilanza di Salini. È successo che un paio di parlamentari, dell’opposizione ovviamente (ma non dovrebbe essere tanto ovvio, anzi!!!) hanno sollevato la questione del presunto incontro tra lo stesso Salini e il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Abbiamo scritto più volte su questo blog in proposito perché di tale incontro si sapevano solo presunti resoconti riportati informalmente e lo stesso incontro era avvolto nel mistero:  mai dichiarato o confermato ufficialmente. Ci ronzava per la testa un retro pensiero che pure un nostro lettore ci ha risvegliato: tenuto conto dell’ora tarda in cui si è conclusa l’audizione della Vigilanza, forse anche a noi appennicati sul divano, ci era sfuggito un dettaglio di grande rilevanza. Allora, per fregola di precisione, siamo andati a riascoltare le rispostte di Salini che ha iniziato a fornire ai parlamentari intorno alle 22. Esattamente, secondo il timer della registrazione (https://webtv.camera.it/evento/16554 ) al minuto 2:24:18 Salini afferma “Con il Presidente del Consiglio è stato un incontro istituzionale… e  ho ribadito concetti e contenuti che ho più volte affermato pubblicamente: ovvero certezze di risorse per quanto riguarda il canone … Credo che riforma della governance dell’Azienda sia necessaria ...E' la mia opinione … e poi ho suggerito un confronto tra tutti gli operatori dell’audiovisivo”. Bene, così stanno le cose: l’AD ha confermato l’incontro e ci ha riferito cosa lui ha esposto a Conte (non sappiamo cosa Conte ha risposto). Evidentemente la Struttura Qoppa, venendo da fuori, non è pratica di certe cose e non è in grado di suggerire le mosse opportune, necessarie e convenienti. Avrebbe dovuto sapere che non è opportuno che l’AD Rai si incontri con il Presidente del Consiglio senza previa “consultazione” con i ministri competenti (Patuanelli e Gualtieri). Il tema del canone è argomento troppo complesso per essere affrontato in tale contesto “governativo” e non parlamentare: riguarda una Legge dello Stato che non rientra nelle disponibilità del Governo. Ma la frittata più grossa Salini l’ha fatta esternando la sua personale opinione sulla necessità di riformare la governance dell’Azienda. Come si dice: ha fatto pipì fuori dal vaso!!! Questo tema non può e non deve essere materia di confronto “istituzionale” tra lui e il Presidente del Consiglio. Conte ha nel suo programma di Governo, al punto 14,  la riforma dell’intero sistema delle TLC che magari non si farà mai, ma a lui certo compete la materia mentre a Salini NO !!! Le sue opinioni personali sono del tutto lecite, ma le può esternare di fronte ad una birretta fresca in riva al mare e forse non propriamente a Palazzo Chigi, e poi… quali sarebbero queste idee? In cosa si dovrebbe concretizzare la riforma della governance? Una riduzione del numero dei consiglieri? Una durata più lunga del Cda? Diversi criteri di nomina dei consiglieri rispetto a quelli attuali?

All’AD Rai non competono “istituzionalmente” questi temi mentre gli compete la corretta gestione dell’Azienda, compresa l’applicazione puntuale degli obblighi di Contratto di Servizio, sui quali invece si sorvola allegramente nell’imbarazzante silenzio di maggioranza e opposizione (in verità un po’ meno). Punto, a capo. Ecco tornare in campo la solerte Struttura Qoppa: vista l’aria che tira (drammatica su tutti i fronti: Covid … conti in rosso, Piano industriale congelato etc) perché non trovare un sotterfugio che consenta di “allungare” la durata di questo Cda? Dalla deroga alla proroga, il passo è breve. Il tema è la sua permanenza a Viale Mazzini oltre la fine del suo mandato?Di questo hanno discusso Salini e Conte?

Infine, torniamo per l’ultima volta all’argomento Eleonora Andreatta che pure è stato sollevato sempre in Vigilanza: Salini ha dichiarato di essere “rammaricato" e che trattandosi di “scelte personali” non ci sarebbe nulla da aggiungere. Ma come? Invece di “bucare le gomme della macchina” alla Andreatta pur di impedirgli di uscire da Viale Mazzini (dove ha consolidato una preziosa esperienza che, graziosamente, ora ha portato in regalo a Netflix/Mediaset maturata a carico Rai) ora si limita ad esprimere “rammarico”? Non si tratta di “scelte personali” magari irrobustite da congruo raddoppio di stipendio (con buona pace del nuovo presidente ADRAI che invoca il libero mercato e lo sblocco del  tetto dei 240 mila euro per gli stipendi dei dirigenti) ma di danno aziendale: perchè non è stato trattato un patto di non concorrenza come si usa in tutte le aziende normali? “perché la Rai NON è un’azienda normale” come ci ripete costantemente un autorevole dirigente del VII piano.  Già, ma questo la Struttura Qoppa non lo ha ancora capito bene. Invece ha capito bene quanto più o meno avvenuto recentemente quando sono stati “incoraggiati” o per meglio dire non adeguatamente trattenuti autorevoli e qualificati dirigenti non facili da sostituire o reperire sul “mercato”. Tanto per non fare nomi: Gaffuri, Serafini ed altri già citati.  

Chiudiamo riportando una simpatica rubrichetta proposta da Italia Oggi: Periscopio a cura di Paolo Siepi dove si leggono stralci del libro di Carlo Verdelli sulla Rai. Salini vuole risparmiare? Basta leggere; A) il contratto di Servizio; B) il libro di Verdelli. In tutti e due i documento si parla i riduzione del numero delle edizioni e delle testate giornalistiche. Un sacco di milioni.

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