lunedì 30 settembre 2024

RAI: polvere negli occhi e vere Poste in gioco

Foto di Gianni Crestani da Pixabay

Possono essere necessari tanti anni per costruire una buona reputazione come sono sufficienti pochi istanti per farla dimenticare.

Chi vuole capire capisce sa bene a chi ci riferiamo. Questa premessa è utile a introdurre quanto ieri vi abbiamo anticipato: la partita del nuovo Cda RAI è chiusa nel peggiore dei modi tra farsa e tragedia e una manciata di polvere rasposa negli occhi.

Telemeloni si rafforza grazie al prezioso aiutino fornito da 5S e AVS. Punto, a capo.

Bene, ora che si depositerà la polvere su questa vicenda, cerchiamo di capire cosa emerge in concreto, ovvero le vere poste in gioco che sono sul tavolo.

Posta n. 1: il canone. Pochi si stanno occupando di cosa contiene il Piano Strutturale di Bilancio che il Governo si appresta a varare e ancora meno si preoccupano di cosa conterrà la prossima Legge Finanziaria sul tema canone. Ieri solo il Giornale di Sicilia ha riportato una riga velenosa: “… la Lega, oltre all'allargamento della flat tax, aggiunge anche la riduzione del canone Rai”. Il tema è esattamente questo: verrà confermata la riduzione di 20 euro come avvenuto lo scorso anno o si manterrà l’importo precedente con la compensazione di 430 mln? La riduzione progressiva del 20% anno del canone fino alla completa eliminazione è una bandiera della Lega e sarà difficile che possano retrocedere. Al tempo stesso trovare nuovamente il contributo per il prossimo anno non sarà facile. Come uscirne? Proposta maliziosa. Aumentiamo dell'1% il tetto della raccolta pubblicitaria! Apriti cielo: Mediaset si “scoccia”! Morale della favola: ad oggi nessuno è in grado di sapere se la RAI per il prossimo anno potrà contare di quegli importi o meno. Per la nuova gestione di Viale Mazzini una bella gatta da pelare ovvero un bel ricatto cui sottostare.  Su questo argomento silenzio totale.

Posta n. 2: RAI Way. Puntualmente, riemerge con forza e prepotenza (con grande gioia degli azionisti) il dossier delle torri. Ieri è tornato il Corriere: “Torri, l'alleanza trasversale fondi, Rai (e Mediaset?) Verso la firma di un memorandum tra F2i e l'azienda pubblica”. Nel testo si coglie un passaggio molto interessante: “l’assetto finanziario dipenderà però da più fattori. Gli azionisti di Ei Towers, F2i (60%) e Mfe (40%), per esempio, stanno negoziando i canoni di affitto delle torri di trasmissione per le reti Mediaset”. Già anche loro pagano un canone per l’uso delle torri esattamente come fa RAI con RAI Way al modico prezzo di oltre 200 mln l’anno. Tempo addietro, venne fatta una stima di quanto costerebbe lo stesso servizio se cercato sul mercato. Venne fuori che l’importo era di circa 130 mln. Una spessa coltre di cemento e silenzio è calata su questa vicenda e nessuno a Viale Mazzini ci ha mai voluto mettere le mani. Oggi il tema però torna a bomba: il Piano industriale (vedi posta n.3) richiede soldi e la vendita di una parte delle torri potrebbe risultare utile. Nessuno ne parla però questo rema rientra nella successiva Posta n.4.

Posta n. 3: il Piano Industriale. Si tratta di una dichiarazione di buone intenzioni, una macchina senza benzina che non sa dove dirigersi. Magari un pieno di benzina riesce pure a farlo ma è la direzione che rimane avvolta nella nebbia. La Digital Media Company? Fantascienza. Come tutti i documenti di questo genere si fanno perché è doveroso ma poi metterli a terra è tutt’altra cosa. Occorrono anzitutto risorse (che non ci sono) e prospettive (che non ci sono).

Posta n. 4: la privatizzazione. Da un paio di mesi, esattamente dallo scorso 6 di agosto, questo tema torna ad interessare la Rai o parte di essa. Giorgetti allora è stato chiaro: “Parliamone”. È bene sempre ricordare che questo tema non cade dal pero: gli italiani con il referendum del 1995 con il 61% dei votanti dissero chiaro e tondo che la RAI andava privatizzata e a sostenere quel referendum c’era anche il PDS. Recentemente l’argomento è stato ripreso da questo Governo: lo scorso luglio il Foglio ha titolato “Meloni vuole privatizzare un po' di Rai Meno politica in Rai, più Rai sul mercato. Dopo Ferrovie, Poste, Mps e Rai Way, la premier studia una mossa a sorpresa per salvare la Rai dai suoi debiti e ribaltare la narrazione su TeleMeloni. Notizia e dita incrociate”. Ieri è tornato sul tema Milano Finanza che ricorda la Legge Gasparri e scrive sulla privatizzazione: “Nessuno la voleva, per una ragione molto semplice. Perché il giudizio del mercato sarebbe stato in ogni caso un freno al modo indecente con cui la Rai è sempre stata gestita dai partiti, assolutamente contrari a cambiare l'andazzo rinunciando alla lottizzazione”Corsi e ricorsi storici. Sarà un tema del quale sentiremo parlare presto.

Posta n. 5: gli ascolti e gli assetti editoriali. Gli ascolti del Servizio Pubblico sono in sofferenza: lo scorso anno è andato sotto sul Day Time. La concorrenza incalza e non ammette sconti. La RAI non offre nulla di nuovo o è in grado di produrre qualcosa in grado di fronteggiare la tendenza: vive di rendita del vecchio che avanza, dei fondi di magazzino e delle repliche di Montalbano. Villa Arzilla gode e i giovani se ne vanno da altre parti. Per un verso non ci sono soldi, per altro verso non ci sono idee. Nei giorni scorsi hanno dovuto inventare/replicare un’idea del 2000 (Serra Creativa) chiedendo ai dipendenti di “creare il prossimo futuro editoriale Made in RAI”. Fenomeni.

Posta n. 6: l’informazione. Non vediamo l’ora di vedere all’opera colui che avrà “il difficile compito di tenere accesa la lampada della libertà di informazione”. Non gli facciamo nessun complimento e non brindiamo per la sua nomina. Ci limitiamo a ricordare qualche posta sulla quale si dovrà cimentare: anzitutto il Piano editoriale sull’informazione mai concretizzato: ridurre il numero delle testate e dei giornalisti? La famigerata “newsroom” si potrà fare o no? Ne consegue: che ne facciamo di RAI News24 con oltre 200 giornalisti e ascolti da prefisso telefonico? E il tanto discusso “giornalismo d’inchiesta” con la Maggioni e la sua personale “newsroom”??? Magari, se mai ci fosse occasione, sarebbe pure il caso di mettere discussione Vespa e i suoi spazi, o no?

Posta n.7: la fiction. È considerata una delle galline dalle uova d’oro per la RAI. Quando abbiamo riportato la notizia pubblicata nei giorni scorsi da La Stampa sulla presunta appartenenza di Maria Pia Ammirati, direttrice Fiction RAI, all’area Lega, oltre la grande sorpresa e speranza che sia infondata, ci è stato fatto notare: “Caro Bloggorai, ma tu la fiction che va in onda sulle reti RAI la vedi?” No, non la vediamo e abbiamo pure tralasciato di leggere alcune notizie come, ad esempio: “Fiume, Marconi, la caduta del Duce e il Kgb: ecco le fiction Rai care alla destra” pubblicata dal Foglio lo scorso maggio 2023. Poi il Manifesto di dicembre scorso con “Rai, la destra lancia il suo «storytelling»” insieme a Repubblica che ha titolato “Fiction su Mussolini e Foibe e programmi su D’Annunzio e Marinetti. La Rai corre ai ripari dopo il flop degli ascolti: ecco il nuovo palinsesto di gennaio”. Sembra che questa posta si chiama “storytelling”. Ovvero, proprio ciò che la Meloni intendeva e intende cambiare. Chissà se questo nuovo Cda gli darà una mano come già avvenuto nel recentissimo passato?

bloggorai@gmail.com

 

 

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