Allora, per tirarlo su di morale, gli raccontiamo una conversazione tanto immaginaria quanto significativa che c’è stata nei giorni scorsi, tanto per dargli un’idea di come vanno le cose del mondo dentro e fuori Viale Mazzini. Allora, si racconta che qualcuno nella Maggioranza, forse addirittura il suo Capo/a abbia incaricato un Signor X di preparare il terreno per il prossimo 26 settembre ovvero il voto in Parlamento con due compiti specifici: trovare un accordo interno alla maggioranza e uno con l’opposizione. Se non che, ci dicono, il povero Mister X si è trovato subito in grande difficoltà: chi sono i miei interlocutori? Con chi parlo nella Lega, direttamente con Salvini o con Giorgetti? Con Tajani o con Letta? E poi, domanda ancora più insidiosa: con chi potrebbe parlare Mister X tre i partiti di opposizione? Conte/Schlein oppure la Floridia e i capigruppo della Vigilanza che hanno firmato il famigerato appello “prima le riforme e poi le nomine”? Siamo proprio sicuri che tutti tra loro la pensano allo stesso modo e che non ci sia nessuno che invece lascia aperto uno spiraglio alla trattativa?
Posto e non concesso che Mister X possa trovare i suoi interlocutori, la trattativa si pone subito in salita. La telefonata, ci dicono, si sarebbe svolta più o meno in questi termini. “Allora, il 26 alla Camera e al Senato dobbiamo votare. Chi votiamo? Agnes si o Agnes no?” l’interrogativo era perentorio: dobbiamo trovare i nomi (il Governo tirerà fuori i due nomi di sua competenza). Sembra che le prime risposte che ha finora ricevute siano stata alquanto vaghe e poco impegnative: vedremo, faremo, tratteremo. Ok, disse Mister X, procediamo con la trattativa al nostro interno. Allora Mister X ha alzato la cornetta e chiamato l’opposizione (un paio di nomi tra quelli che “sanno”): “Che volete fare il 26? Proviamo a trovare un accordo, magari cercando un nome “autorevole e di garanzia” come piacerebbe a voi?”. Dall’altra parte del filo si ascoltava un imbarazzato silenzio. Poi, una vocina flebile ha sussurrato “Noi vorremmo fare prima la riforma e poi le nomine”. Mister X ha trattenuto diplomaticamente un impeto di sconcerto e si è limitato a dire “Ma avete capito o no che non possiamo lasciare la RAI con il culo per terra ancora per molto tempo ancora e che dunque noi il 26 comunque votiamo? E allora, ripeto la domanda, che fate? E, in ogni modo, state sereni, prima o poi una riforma la faremo”. Sembra che ascoltato lo “state sereni” a qualcuno gli sono girate le rotelle.
Conclusione: apparentemente bocce ferme, sostanzialmente, tutto si tratta sottotraccia.
A proposito di sottotraccia: oggi merita da leggere un articolo a firma Luigi Bisignani su Italia Oggi con il titolo “Pier Silvio scenderà in campo”. Aggiungiamo noi: per la RAI potrebbe essere una gioia. Almeno il canone sarebbe tutelato.
bloggorai@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento