Premessa.
Le affezionate lettrici e gli affezionati lettori di Bloggorai da oltre sei anni
sono fortunati: sanno tutto in largo anticipo e su questa vicenda abbiamo
scritto nomi e cognomi in tempi non sospetti.
Quanto sta avvenendo in queste ore e quanto potrà avvenire domattina è
stato tutto già dettagliato e non perché Bloggorai ha le sfere di cristallo. È sempre
sufficiente, banalmente, connettere i punti, saper leggere e scrivere, nulla di più,
lo possono fare tutti.
All’indomani del 6 agosto, quando
il “campo largo” aveva dichiarato solennemente “prima le riforme e poi le
nomine” abbiamo scritto subito che era un autogol formidabile perché sostanzialmente
privo di ogni fondamento: quale riforma, con chi e in che tempi? Silenzio. Poi hanno insistito e
ribadito lo stesso concetto poche settimane addietro, peraltro poco dopo che
Conte già cominciava a smarcarsi “Proponeteci un nome autorevole e lo
valuteremo”. Abbiamo pure scritto pure da tempo che lo strano “silenzio” di Conte,
Schlein e Fratoinanni/Bonelli sul ricorso al TAR non lasciava intuire nulla di
buono. Avevano già i nomi di riserva? Ad esempio, ancora oggi leggiamo sulle
agenzie il nome di Roberto Natale.
Oggi,
poche ore addietro, abbiamo cominciato a vedere chiaramente lo scenario della
battaglia di domattina: prima il M5S che ha dichiarato “La suggestione che
viene diffusa da alcuni organi di stampa, di disertare le aule in occasione del
voto dei consiglieri di nomina parlamentare, è stata respinta dall'Assemblea
dei parlamentari del M5s", "in considerazione del fatto che appare
contrario all'interesse pubblico lasciare il Cda nelle mani dei soli consiglieri
designati dalle forze di maggioranza…” e poi un comunicato di AVS dove si legge
“ … anche Alleanza Verdi e Sinistra
parteciperà al voto in Parlamento sui consiglieri del Cda Rai. "Per
noi -spiega Angelo Bonelli in Transatlantico- era fondamentale che si abbinasse
la riforma della Rai e il recepimento del Media Freedom Act…”. Infine, proprio
pochi minuti fa abbiamo letto (ADN) che “Una terza via fra il non voto e il
voto su un candidato riconducibile al Pd potrebbe essere quella di votare una
figura 'terza', come spiega una fonte dem”. E chi sarebbe mai? e con quali criteri verrà scelto? Al che, puntualizza Conte “Noi
domani andiamo a votare perché si tratta di servizio pubblico non di un affare
privato. È una questione di garanzia, di vigilanza. Poi ho detto in tutte le
lingue che conosco che non voteremo Agnes presidente".
Questi
i fatti, ora l’opinione. Ne escono tutti con le ossa rotte: maggioranza e
opposizione. Più la seconda che la prima. La squadra del “prima la riforma e
poi le nomine” è allo sbando. Anzitutto il M5S dove non è affatto una novità la
sua posizione: dai tempi del rinnovo del Contratto di servizio quando hanno
evidenziato subito quale era il loro orientamento: non era necessario votarlo
con tanta urgenza come richiedeva la Floridia. Poi, era noto da tempo che non
schiodavano dalla loro idea di riproporre di Majo senza dibattito aperto e trasparente
alcuno. Era lui il prescelto e basta: si capisce perché il termine “ricorso” non
è mai stato pronunciato, gli faceva venire l’orticaria, la “via giudiziaria
alla democrazia” sembrava impercorribile.
Altra
storia per AVS: poco da dire se non che si viene a sapere dai giornali che
hanno un loro uomo: Roberto Natale. Autorevole e stimato ma anche lui scelto
senza alcun criterio comparativo: bella mossa! Complimenti. Perché proprio lui
e non un/a Pinco/a Palla qualsiasi?
Al
PD rimane ora il cerino in mano che deciderà solo stasera, all’ultimo minuto,
come spegnere. Ci sono solo due modi: o vota o non vota. Se non vota sarebbe
una debacle su tutti i fronti, interni all’opposizione e verso la maggioranza
che lo vedrebbe messo all’angolo. Se vota sarebbe pure una debacle perché hai voglia
dire che “Abbiamo ottenuto un risultato: ora si faranno le riforme e poi si applicherà il MFA”. Tutto futuro possibile
e immaginabile ovvero, in soldoni, fuffa tutta da verificare nei contenuti e
nei tempi e, peraltro, una decisione last minute presa solo sotto la spinta di
altri partiti del campo largo e senza una propria strategia. Da non dimenticare
quanto detto proprio ieri sera da Boccia (lo stesso che a suo tempo dichiarò “Non penso sia più tollerabile un canone,
al tempo della società digitale, interamente assorbito dalla Rai" ANSA
del 12 novembre 2019).
Tra
le righe, segnaliamo un problemino per la Schlein non da poco che pure a suo
tempo abbiamo sollevato: ammesso e non
concesso che il 5S vota di Majo e l’altro nome possa essere Natale, starebbe a
dire che, per la prima volta dopo 10 anni di Cda RAI, l’opposizione non avrebbe
una donna in Cda RAI. Bel risultato, con buona pace dei tanti propositi sulla
parità di genere etc etc…
È
a dir poco scocciante dover constatare che la partita è persa non perché gli
avversari sono più forti ma perché gli alleati sono deboli. Era sufficiente che
in epoca non sospetta, all’indomani della presentazione delle candidature, il PD,
il M5S e AVS chiamassero tutti i 72 candidati e gli chiedessero di esporre una
loro visione del Servizio Pubblico per poi aprire il dibattito e valutare. Non è stato fatto ... non si è voluto fare.
La
partita che finirà domani e quella che potrà iniziare dopodomani appartengono a
campionati diversi. Uno sta per finire e l’altro per cominciare. Vedremo ...vedremo
… vedremo…
bloggorai@gmail.com
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