“Prima il voto e poi la riforma” 3
“Prima la riforma e poi il voto” 0
Chiunque ha giocato a poker, tresette, scacchi qualsiasi altro gioco come pure partecipato ad ogni battaglia o iniziativa politica o giuridica che dir si voglia, sa bene che le partite e le competizioni iniziano e prima o poi si concludono. Solitamente con una vittoria o una sconfitta ma è possibile anche il pareggio. In questo caso no: se domani il Parlamento vota la partita Cda RAI è chiusa e se invece, last minute, la votazione dovesse saltare si andrebbe ad un tempo supplementare con l’udienza del TAR del 23 ottobre alle porte.
Ormai ci siamo: gli arbitri, i presidenti di Camera e Senato, hanno il fischietto alla bocca e domattina potrebbero chiudere la partita del CdA RAI. In questo caso, come disse Vujadin Boškov, “Palla a noi, giochiamo noi, palla a loro, giocano loro. Pallone entra quando Dio vuole. Partita finisce quando arbitro fischia. Per vincere partite bisogna fare più gol”. Mai parole furono più sintetiche e veritiere. È la perfetta metafora dell’attuale confronto tra maggioranza e opposizione. Quando la “sinistra” ha avuto la palla non ha fatto gol a sufficienza, anzi ha fato il noto autogol della Legge Renzi della quale ancora oggi paghiamo le conseguenze. Quando la destra ha il potere invece fa e disfa a suo piacimento e porta a casa il risultato. Punto.
Le grandi idee, le forti visioni, i robusti progetti e le iniziative importanti si misurano sul grado di effetti e conseguenze concrete, misurabili, che ne possono derivare. Idee, progetti, visioni e iniziative che non producono risultati tangibili rimangono buoni propositi destinati a rimanere nei cassetti dei ricordi.
La sinistra ha tanta storia ma forse poca memoria. La storia seppure recente della squadra progressista sul tema Rai e, segnatamente della riforma, non sembra coperta di gloria e rende molto difficile essere fiduciosi. E ancora ieri pomeriggio, sul finale di partita quando uscivano le agenzie che prima davano certo un possibile rinvio del voto di domani e poi la riunione dei capigruppo invece confermavano, il vice segretario del PD Boccia ha dichiarato “Vedremo” proprio come potrebbe dire uno sprovveduto Bloggorai qualunque. A poche ore dalla fine dei giochi: incerti e confusi fino all’ultimo. La linea difensiva del “prima le riforme e poi le nomine” si è sgretolata. Il Governo ha risposto al contrario: votate poi ne parleremo. Anzi, se domani non votate la riforma e gli Stati generali ve li sognate. Nota bene: ancora ieri, a proposito di riforma RAI: per alcuni ci si riferisce alla sola governance quando invece è noto che si dovrebbe o potrebbe discutere di tutto il ruolo del Servizio Pubblico nel contesto del sistema radiotelevisivo e mediatico nazionale ed europeo.
Allora, come se ne esce? Mentre vi scriviamo, sembra che a Via del Nazareno sia in corso una riunione per decidere cosa fare. La prospettiva è uscire dall’aula (per carità, non dite più Aventino) oppure partecipare al voto? Tutti uniti o solo PD e AVS mentre il 5S vota il suo di Majo? Ancora non si sa nulla e già questo è un grave problema: il “vedremo” di cui sopra è la parola lapidaria che certifica la difficoltà a progettare e organizzare una opposizione efficace. Bloggorai teme Caporetto. Eppure, ancora sul filo di lana, una flebilissima possibilità di trattativa potrebbe pure esserci: si provi a mettere sul tavolo il tema del ricorso al TAR e dei possibili esiti: “attendiamo il 23 ottobre e poi ne parliamo” Questa mattina l’appuntamento lo ha ricordato Vincenzo Vita sul Manifesto. Uno tra i possibili esiti del ricorso potrebbe anche essere favorevole. Questa ipotesi manterrebbe aperta la partita dove ognuno, compresa la maggioranza, potrebbe guadagnare tempo per sanare i suoi conflitti che pure ci sono forti. Purtroppo, invece, sappiamo bene come il termine “ricorso” è da tempo andato di traverso a molti, quasi più amici che nemici.
Tra i nostri quattro amici al bar alcuni sostengono che alla capa del Governo non conviene esporsi a farsi dire che Telemeloni si è rafforzata ulteriormente. Altri invece che, al contrario, ha tutta la convenienza a dire che solo lei ha salvato la Rai di fronte a minacce e problemi incombenti.
Conclusioni.
Ipotesi A: vota solo maggioranza ed escono solo 2 nomi, come prevede la Legge. Il consiglio comunque si potrà formare, seppure con solo 5 componenti.
Ipotesi B: votano tutti ed escono 4 nomi.
Ipotesi C: vota la maggioranza e il M5S si adegua ed eleggono 3 consiglieri
Ipotesi D: salta il banco e si rinvia ai tempi supplementari.
Non ci resta che attendere. La Battaglia di Filippi è stata decisiva nella storia di Roma. Occorre ancora attendere.
bloggorai@gmail.com
LAST MINUTE: è appena uscita un'agenzia dove si lege che i gruppi della Vigilanza RAI hanno votato all'unanimità la richiesta ai presidenti di Camera e Senato la calendarizzazione del dibattito sulla riforma RAI.
Tutto chiaro.
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