domenica 24 aprile 2022

5 (e mezzo) imbarazzanti silenzi sulla Rai

Foto di 95C da Pixabay

Ci sono almeno cinque questioni (e mezza) che interessano oggi la Rai sulle quali si avverte uno strano e imbarazzato silenzio se non di tutti certamente di molti.  La mancanza di rumore si avverte da tempo e sembra seguire una sua intrinseca evoluzione.

Come abbiamo già scritto più volte, per ogni cosa o accadimento c’è sempre un prima, un durante e un dopo. Per ogni cosa o accadimento, prima o poi si svela un suo disegno interno, una sua traiettoria, una sua intima prospettiva che non è necessariamente dinamica. Un ciotolo di mare o di fiume potrà rimanere tale per milioni di anni ma potrà variare la sua posizione rispetto agli altri che lo circondano (Einstein ne sapeva qualcosa con i suoi atomi). Allora, ogni tanto, con qualche lettore ci interroghiamo su quale potrà essere il futuro della Rai. Ovviamente, non leggiamo i fondi di caffè e non interroghiamo gli aruspici, però sappiamo leggere e ascoltare. E, come spesso avviene, si capisce molto di più dal vuoto che dal pieno, dal silenzio piuttosto che dal rumore.

Ecco allora che le cinque questioni (e mezzo) cominciano a prendere forma e sostanza.

1 1. Pubblicità: lo scorso novembre il Governo approva il DL 208 con il quale, di fatto, la Rai viene penalizzata. Tutti tacciono e il solo che ha rilasciato dichiarazioni importanti è stato Giancarlo Leone. Si stimano perdite intorno ai 100 milioni. Mediaset ringrazia sentitamente.

2 2. Canone: ne abbiamo scritto tra i primi. L’Europa ci ha chiesto di adeguare la normativa sulla concorrenza dove si prevede che i fornitori di energia non debbano più riscuotere canoni impropri sulle bollette e, tra questi, figura il canone Rai. Bruxelles ordina e il Governo esegue. Dal 2023 si dovrebbe tornare al vecchio modo e, al momento, nessuno è in grado di dire come avverrà la nuova riscossione del canone Rai (con il 730??? Una balla colossale). Si prevedono tanti, tanti milioni di evasione. Anche su questo tema, nessuna obiezione, tutti tacciono

3 3. Rai Way: il Governo (o parte di esso) ha decretato che si può cedere il controllo della società  e mettere sul mercato le azioni rimanenti (Fuortes sembra essere molto interessato all’argomento, seppure tutti gli dicono che i soldi che potrebbe incassare non potrà impiegarli per il suo adorato “pareggio di bilancio”). In Vigilanza Rai (quasi) tutti si sono detti contrari a questa operazione ma ancora e allora non si capisce quali partiti hanno votato il provvedimento in Consiglio dei ministri. Chi lo ha ideato, voluto e fatto approvare e con quale obiettivo? Qualche maligno ha sostenuto che ci sia stata un “liason d’amour” tra Viale Mazzini e qualche oscuro funzionario di Palazzo Chigi senza che i “partiti” ne fossero informati. È verosimile che al Governo vengono in mente iniziative che agli umani di Camera e Senato vengono nascoste? I commissari in Vigilanza sono cascati quasi tutti dall’albero del pero e hanno ascoltato stupiti il ministro Giorgetti che li metteva al corrente lo stesso giorno in cui il DPCM veniva pubblicato in Gazzetta. Nei prossimi giorni si saprà quando l’AD andrà in Vigilanza a riferire le sue intenzioni e il 27 aprile è prevista l’Assemblea degli azionisti con la ratifica dei nuovi vertici. Rimane il mistero sulle dimissioni di Ciccotti (formalmente di carattere “personale” ma sostanzialmente non ci crede nessuno).

4. Ascolti: è arrivata la Total Audience e pochi sono in grado di capire se per la Rai è un bene o un male. Di certo è che qualcosa non va per il verso giusto sia per la diminuzione progressiva della platea televisiva, sia per i problemi che si stanno incontrando con la transizione al DVB-T2. Se a questi si aggiungono i “problemini” di reti, programmi e Tg (1 ???) il quadretto si complica assai.

5 5. Piano industriale e Contratto di Servizio. Prima l’uovo o la gallina? Ancora nessuno ha sciolto il dilemma. A norma, il Piano dovrebbe essere a valle del Contratto in quanto è questo che definisce le linee guida entro le quali l’Azienda è chiamata a prestare la propria opera con un suo specifico Piano. Al momento, Fuortes ha preso alla bell’e meglio una parte del precedente Piano di Foa/Salini e lo ha rimpannucciato con la riforma dei generi (???). La Vigilanza anche recentemente ha richiesto di essere aggiornata sul tema e, pare, sembra, dicono, forse che a giugno si potrà sapere qualcosa.  Tutti in fiduciosa attesa. intanto ci acconteniao delle famigerate 9 paginette di bozza.

La mezza questione. Riguarda la vicenda della striscia informativa di Damilano in onda a settembre su Rai tre. Ci sembra poco rilevante il tema del compenso (che vuoi che siano 2 mila euro a puntata ... per un agente di spettacolo che gestisce i vari personaggi si tratta di argent de poche). Il tema più rilevante è anzitutto l’estemporaneità e bizzarria dell’iniziativa che cade nel vuoto più assoluto di qualsivoglia progetto o disegno di riorganizzazione di tutta l’offerta informativa Rai (prima o poi qualcuno dovrà pure dire perché si tiene in vita RaiNews24 che con circa 200 giornalisti e un corso di oltre 200 milioni raccoglie ascolti da prefisso telefonico). La bizzarria, ca va sans dire, è di carattere estremamente politico: a chi giova questa iniziativa? Chi è il mentore, il soggetto politico ispiratore e conduttore di questa vicenda? Provate ad indovinare.

bloggorai@gmail.com


Ps: c'è pure una sesta vicenda della quale vi parlermo domani, 

non meno importante delle precedenti .. anzi .. di più !!!

 

 

 

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