domenica 10 aprile 2022

La fiorente industria della pornografia delle immagini di guerra in televisione

Foto di thomasberghuis0 da Pixabay

Provate ad immaginare (o ricordare): alle 8.15 del 6 agosto 1945, una bomba atomica (fatalmente con il suo nome dipinto sopra: Little Boy) venne sganciata su Horoshima e, in quel momento, un bambino giocherellava con il  suo triciclo. L'immagine originale non la possiamo riprodurre ma la potete vedere qui: 


Questa mattina i temi sui quali riflettere sono tanti e al momento in cui inizio a scrivere fatico a trovare e il bandolo della matassa e il filo conduttore. “Ovviamente” (Fuortes dixit) il baricentro è sempre la televisione e, segnatamente, la Rai.

Siamo in attesa dei dati sugli ascolti di ieri perché ci sono interessanti numeri e argomenti da tenere in considerazione e allora vi proponiamo di prendervela comoda e magari leggere anche un post successivo.

Dai giornali di oggi intanto ci vengono in aiuto due nomi: Lucia Annunziata su La Stampa e Aldo Grasso sul Corriere. Leggiamo il titolo della riflessione di Lucia: “Fuoco sui civili, dai Balcani a Bucha – I massacri come motore della guerra – Gli eccidi servono a vendicare le sconfitte e spingono il conflitto verso una nuova fase. Putin proprio come gli Stati Uniti in Iraq e Afghanistan supera i limiti della vergogna”. Si intuisce subito dove questo articolo va a parare quando scrive al plurale “eccidi” … “massacri” e “Putin come gli Stati Uniti”. Saremo facili profeti, se tanto mi da tanto, non passerà qualche ora prima che qualche pacifista da combattimento, dentro e fuori la Rai, taccerà l’Annunziata di essere un “megafono del Cremlino” pagata con i soldi pubblici da Viale Mazzini e giù di li  con qualche insulto allegato, salvo poi chiedere la sua rimozione dallo schermo. 

Associare i crimini di Putin con quelli degli USA potrà essere considerato da molti come un sacrilegio intollerabile. Ricordare i 25 milioni di persone che oggi, non ieri, sono ad alto rischio di catastrofe umanitaria in Afghanistan è “distrazione di massa”. Ricordare i “missili intelligenti” su Bagdad e le 500 mila vittime civili, ospedali e scuole, per alcuni si potrà trattare di “errori”. Il testo della Annunziata merita attenta lettura e, per parte nostra, lo mettiamo insieme ai pezzi di Domenico Quirico, sempre su La Stampa, come esempio di scrittura che aiuta a capire e riflettere quanto, al contrario, le immagini dei telegiornali (in particolare quelle del Tg1) confondono e stordiscono.

Parliamo di fotografie e sequenze tv e viene comodo ricordare, ai lettori della mia generazione, che purtroppo noi siano “nati vaccinati” dalle immagini dell’orrore verso i civili innocenti massacrati. Lucia ci ricorda la genesi antica e quella del secolo scorso di questa terribile “attitudine criminale”. Senza andare troppo lontano, per gli esegeti della pornografia dell’orrore, è sufficiente ricordare la più immane strage di civili innocenti mai avvenuta prima nella storia dell’umanità: la polverizzazione, evaporazione, di centinaia di migliaia di donne, bambini, anziani svaniti nel nulla nel giro di pochi secondi a Hiroshima e Nagasaki. Loro non hanno avuto immagini e telecamere per documentare l’orrore delle fosse comuni, non sono stati seviziati, torturati, offesi e stuprati. Sono stati semplicemente dimenticati e, da allora in poi (Vietnam, Medio Oriente, Africa, Balcani, Iraq e Afghanistan) tutto e tutti sono passati in archivio e il paragone oggi in tv è solo con quello che si “vede” senza mai dare una possibilità di comprendere perché quel fatto è avvenuto e cosa potrà succedere in seguito. Dopo aver ricordato il fungo atomico qualcuno può legittimamente “stupirsi” dell’orrore di Bucha? Lo abbiamo già scritto (argomento su quale aleggia il mistero della scomparsa  della puntata di Report): qualcuno ricorda l’orrore della strage di Falluja in Iraq e le armi chimiche utilizzate dalle truppe Usa contro i civili? Le immagini in televisione sono divenute armi di guerra, e nella nuova e moderna “pornografia dell’orrore” la Rai si è messa l’elmetto con le telecamere accese utili a “documentare” e non a far comprendere perché avvengono le tragedie, come si possono interrompere e come si potrà evitarle in futuro.

Veniamo ad un noto critico televisivo del Corriere che, dopo aver dato “sonori schiaffoni all’ANPI” oggi se la prende con Toni Capuozzo, storico e stimato giornalista di guerra, reo di aver firmato una lettera insieme a tanti suoi autorevolissimi colleghi, di avviso sui rischi del giornalismo semplificato (ovviamente, su questa lettera difficile trovare un cenno sugli schermi Rai). A Grasso “spiace” che Capuozzo abbia firmato quella lettera. Dispiace anche a noi che ogni volta che qualcuno trova la voglia di sollevare dubbi, porre interrogativi e proporre riflessioni nel breve giro di pochi istanti trova subito un missile tastiera-tastiera pronto a polverizzarlo e schierarlo a fianco di Putin. Così sembrano andare le cose del mondo: a pensarla nello stesso modo è meglio essere pochi ma buoni. Meglio evitare il dibattito, non si sa mai. Più o meno come fa Vespa a Porta a Porta. 

Rimanete sintonizzati.

 

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