giovedì 18 novembre 2021

Rai: mistero napoletano ...con gli auguri di Maria

Foto di Mirko Bozzato da Pixabay

Una bella giornata d’autunno. Lo è a Roma e figuriamoci a Napoli. Prepariamoci a prendercela comoda. Per ingannare il tempo abbiamo letto i giornali e fatto un giro sul Web per annusare l’aria che tira intorno al tema nomine Rai.

Prima però consigliamo una tappa d'obbligo (riservata a pochi intimi di questo Blog) per quanti si sono recati a Napoli o vi andranno nei prossimi giorni per la tradizionale gita ai presepi di San Gregorio Armeno: prima di arrivare su per la salita, di fare attenzione su Via di San Biagio dei Librai, poco prima della pasticceria Scaturchio, venendo da Piazza del Gesù, sul latro destro, ci dovrebbe essere ancora la piccola bancarella di Maria. Vende una piccola preziosità. Una scatoletta di alluminio riciclata dei pelati dove bruciare spezie aromatiche di buona ventura. Con 2 euro portate a casa anche gli auguri affettuosi di Maria.  

La prima domanda che ci è venuta in mente ieri, quando abbiamo letto le dichiarazioni di Conte è stata: perché Draghi ha fatto in modo di far sollevare tutto questo vespaio? Quale può essere la convenienza a mettere in ulteriore difficoltà il partito di maggioranza relativa in questo momento così delicato e perché poi proprio su un tradizionale nervo scoperto come l’informazione pubblica? Non siamo riusciti a trovare possibili risposte e allora cerchiamo di proporre qualche riflessione. 

Però non prima di aver rimesso mano al nostro archivio dove, nonostante i neuroni che si suicidano ogni giorno, abbiamo ripescato una storiella interessante che vale la pena riproporre. Correva l’anno 2017, il direttore generale della Rai era Luigi Gubitosi, e un giornale di chiara ispirazione sinistroide, Il Giornale diretto da Maurizio Belpietro, attacca un pistolotto contro Monica Maggioni e le sue frequenti missioni all’estero. La sintesi dell’articolo, corredata di altre informazioni la trovate su questo sito: https://www.globalist.it/news/2017/05/18/trilateral-bildeberg-e-appalti-la-maggioni-nell-occhio-della-procura-di-roma-1000571.html . Leggetevelo e fatevi una vostra idea. Però la memoria ancora mi aiuta e mi ricorda di una storia correlata che inizia l’anno successivo, il 2018, e che non sappiamo ancora bene se e come è finita. In quell’anno la Maggioni viene nominata Presidente della Trilateral Italia. Siamo andati a vedere di cosa si tratta e abbiamo trovato:

intervista su La 7: https://www.la7.it/la-gabbia/video/cosa-ci-fa-la-presidente-rai-a-capo-della-trilateral-ecco-la-risposta-01-12-2016-199460

Cosa è la Trilaterale:  https://it.wikipedia.org/wiki/Commissione_Trilaterale

E questo il sito ufficiale con l’elenco dei componenti: http://www.trilaterale.it/index.asp?f=i_membri_della_tc.html

Non sappiamo se il sito è aggiornato ad oggi ma leggiamo che nell’elenco compare un altro nome noto: Luigi Gubitosi e compaiono pure i nomi di Mario Monti ed Enrico Letta. Non aggiungiamo nulla, fate voi.

Andiamo avanti e allora: perché tanta polvere sollevata con queste nomine? La prima risposta è semplice: il Governo non poteva tollerare uno smacco su questo fronte. Al dossier Rai ci hanno lavorato uomini di  stretta fiducia di Draghi e non portare a casa un risultato non era gradito. Risposta semplice ma non sufficiente. Occorre di più e bisogna cercare negli equilibri dei partiti che sorreggono questo Governo. Come è facile constatare, degli otto nomi proposti la suddivisione, forse eccessivamente schematica ma convincente prevede che: 1 al Governo (Maggioni), 4 al centro destra (Sangiuliano, Casarin, Preziosi e Pedrecca) 1,5 al PD (a scelta tra Orfeo, Maggioni e Sala in condominio con il M5S) e 0,5 al M5S (Sala in condominio con il PD) e 1 (Orfeo) tutto da decifrare sia per quanto riguarda la sua presunta “quota” sia per quanto riguarda l’incarico (apparentemente prestigioso quanto al momento privo di qualsiasi contenuto). 

Salvini e Meloni sono i primi a gongolare, Giuseppe Conte è incavolato nero (e si capisce bene!) mentre ancora non è chiaro cosa ne pensa Enrico Letta. Tutto questo alla vigilia di appuntamenti strategici. Torniamo sempre a bomba: la nomina del presidente della Repubblica. Sarà Draghi o meno? Quale che sia il candidato, l’unico punto fermo è che potrebbe essere assai difficile che si possa chiudere la partita entro le prime tre “chiame” sarà necessario dunque preparare già da ora un terreno di possibili alleanze per arrivare alla soglia dei 504 elettori necessari ad eleggere il successore di Mattarella. La Rai è stata un formidabile laboratorio in questa prospettiva. Ora, se in questo esperimento era data per scontata la fuoriuscita dal gire del M5S è molto verosimile: si sapeva da tempo che il Tg1 Con Carboni era l’ultima spiaggia ma si sapeva pure che c’erano margini di trattative in compensazione che invece sembrano essere state completamente disattese. Come se, intenzionalmente, si è voluto dare un colpetto alle parti basse di Conte, tanto per far capire l’aria che tira. Rimane però insoluta la domanda: quale è la convenienza ad indebolire l’alleato di Governo? Per ora non abbiamo elementi sufficienti a proporre una risposta convincente.

Ci rimane un’ultima considerazione: vuoi vedere che tutto questo ambaradam serve a rimettere in ordine Fuortes dopo i malumore che si è letto a proposito del resuscitato piano industriale di Salini e dei suo incontri presunti mai smentiti? Bohhh… vedremo.. la giornata è lunga …

bloggorai@gmail.com

 

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