martedì 16 novembre 2021

Il gioco delle Tre carte

Foto di PDPics da Pixabay

ATTENZIONE: questo Post segue il precedente di stamattina
A noi che piace tanto giocare sapevamo che ci saremmo divertiti in questi giorni ... ci avvantaggiamo mentre siamo in procinto di partire per Napoli, mentre pregustiamo 'nu babba da Attanasio... facendo bene attenzione quando scendiamo alla Stazione centrale a non soffermarci al noto giochetto.

Il gioco delle tre carte (ovvero dei tre bicchierini, campanelle, tazze etc) è antico assai. Tanto è semplice quanto comunque è garantita la perdita per il “pollo” di turno che crede di vincere facile.

Parliamo invece di un gioco moderno: il gioco delle 7 carte RAI (ovvero dei 7 documenti, alcuni ancora tutti da scrivere). Si tratta nell’ordine: 1.Contratto di servizio ancora in vigore e 2.Contratto di servizio prossimo venturo, 3.Piano industriale 2018-21 e 4.nuovo Piano industriale, 5.“modello organizzativo” già votato a marzo 2019 e 6.successivo aggiornamento votato lo scorso ottobre, 7. piano editoriale (il primo dei 5 allegati al predetto Piano Industriale).

Ognuno punta sulla carta che crede vincente. O almeno quella che crede possa essere buona, con la consapevolezza che tanto è tale la confusione che l’una può valere l’altra. Come al solito, anche in questo caso, vince il banco. E chi sarebbe? Semplice: chi ha tutto l’interesse a mettere la Rai in ginocchio.

Si tratta di un ragionamento che abbiamo sfiorato da tempo dove, in poche parole, si ritiene che il mercato broadcast/broadband non è illimitato e non c’è posto per tutti gli operatori. Qualcuno dovrà fare un passo indietro. E chi dovrebbe essere il “pollo” di turno? Fate due conti e trovate una risposta.

Bene, veniamo alla gita del Cda Rai sotto il Vesuvio prevista per giovedì e al gioco delle 4 carte che si vorrebbe giocare (direttori di testate). Sono nomine “editoriali” o giornalistiche? Oppure le prime si possono confondere con le seconde e viceversa? Si accorperanno le nomine dei direttori dei “generi” senza sapere nulla di cosa saranno? Da molti giorni si rincorrono nomi e cognomi di candidati direttori e per carità di Patria non ne citiamo nessuno, interno o esterno che possa essere. Sappiamo solo che c’è fortissima tensione all’interno (vedi comunicato USIGRAI) e all’esterno. Nessuno molla l’osso e stupirebbe il contrario. Il M5S “molla” il Tg1 in cambio di cosa? Il Tg2 cambia direttore e chi lo sostituisce in quale “quota” viene assegnato? Il PD cosa ottiene? E FdI come viene “compensata”? e il resto del “cucuzzaro” rimane a guardare?

Ci interessano solo alcuni ragionamenti e poniamo una domanda fondamentale e un paio subordinate. Perché non presentare prima un vero Piano editoriale per TUTTA l’informazione Rai e poi procedere alle nomine dei direttori? Quanto possono influire i presunti incontri (mai smentiti) tra l’AD e esponenti di partito nelle scelte che si potrebbero fare? Quanto possono essere credibili le notizie che si leggono su presunte intenzioni di nominare qualche “generala” proveniente dall’esterno?

Siamo tutti in trepida attesa di domani mattina quando verrà reso noto l’Odg del Cda…

Nel frattempo … caffè sospeso dalla Pizzeria da Concettina ai Tre Santi alla Sanità… 

bloggorai@gmail.com

 

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