lunedì 29 novembre 2021

La Rai del silenzio o delle mezze verità

Foto di Holger Feulner da Pixabay

Oggi è una giornata particolare. C’è tanto di quel niente che questo stesso nulla diventa tutto. Tanto silenzio, tante omissioni, tante zone d’ombra, tanta pigrizia, tanta reticenza a dire o esprimere pensieri compiuti, idee, progetti e non andiamo oltre. Chiedere una visione, una vista panoramica, o semplicemente “chiedere” la qualsiasi è come voler andare in bicicletta senza pedali. Ci si accontenta o ci si rifugia nel giorno per giorno quando va bene e nell’ora per ora quando va male. L’importante è sopravvivere. Sopravvivere a tutto e figuriamoci per la Rai.

A leggere i giornali di oggi non ci sarebbe, appunto, nulla che possa interessare la Rai o il Servizio Pubblico. Eppure è noto che c’è qualcosa ed è tanta pure ed è talmente tanta e di tanta importanza che si fatica a comprendere tutto questo silenzio. Come noto, il solo tema dominante di questi giorni è la proposta fatta da Fuortes in Vigilanza sul taglio dell’edizione notturna della TgR. Prima di addentrarci nel merito, ci interessa un aspetto formale. Perché tanta sensibilità, interne ed esterna alla Rai, su un tema di relativa e modesta rilevanza come questo quando invece su tutto il resto degli enormi problemi che riguardano l’informazione Rai non si batte ciglio?

Ovviamente, ci riferiamo a tutto il perimetro dei problemi del Servizio Pubblico: le risorse, la riforma della governance, le tecnologie che si andrà a tradurre nel prossimo Contratto di Servizio che non è un incidente occasionale ma un appuntamento inderogabile.

Nessuno, dicasi nessuno, ha voglia forza e coraggio di affrontare di petto tutto il perimetro dei Tg e Gr, nonché di Rai News, con i suoi 1800 giornalisti e le sue 8 testate (caso unico in Europa)? Non chiediamo tanto di affrontare il problema del Piano editoriale .. troppa grazia, se lo dimenticano tutti ma una battuta, un pensiero superiore a quello di un criceto in letargo si può anche sollevare. Perché tutti, dicasi, tutti, fanno finta di dimenticare che si tratta di un obbligo specifico, non di una libera interpretazione, del Contratto di Servizio (art. 25)? Inoltre, come noto, informazione, comunicazione e “genere intrattenimento” sono tutti argomenti correlati tra loro eppure tutto tace su come potranno interagire nella visione del “nuovo “modello organizzativo. Perché, ad esempio, l’Usigrai non ha sollevato una palpebra non tanto solo sulla nomina di Maurizio Caprara come consulente dell’AD sulla comunicazione come pure su quella di Mario Orfeo che avrà sopra di lui un altro direttore prima dell’AD? Lo stesso vale per i consiglieri di amministrazione che in genere non perdono un Tweet ma su questi argomenti tacciono? Idem per il “nuovo” consulente per la comunicazione, Marcello Giannotti, contrattualizzato dalla Direzione Comunicazione per un incarico non meglio specificato.

Tutti tacciono su tutto. In assoluto su cosa si tace? In sintesi: male che vada Fuortes è stato “commissariato” non si sa bene se dal Governo, dai partiti, dalla Croce Rossa, dalla Banca Mondiale o da qualche occulto e misterioso “potere forte” intergalattico multinazionale. Bene che vada invece Fuortes ha sfiduciato buona parte della dirigenza Rai (inclusi alcuni tra i suoi più stretti riporti) ai quali, più o meno, ha detto: certe cose voi non le potete/sapete fare, avete bisogno di un “aiutino”.

Bene, torniamo al tema taglio della TgR edizione notturna. I luoghi comuni che si leggono sono: 1. Altolà, la TgR è un presidio di democrazia sul territorio; 2. I tagli da fare sono ben altri. Cerchiamo di capire di cosa si tratta. Premesso quanto scritto sopra (necessario un riordino di tutta l’informazione Rai e non solo di un piccolo pezzo) il buon Fuortes non ha toccato la TgR e i suoi 700 giornalisti bensì solo quei pochi minuti della testata in onda a cavallo della mezzanotte su RaiTre. Leggiamo esattamente i dati con informazioni tratte da una nota elaborata dallo Studio Frasi di Francesco Siliato: “I TGRegionali Notte trasmessi da Rai Tre vanno in onda tra le 24:06:59 e le 24:11:15 e durano in media 04:15 (quattro minuti e quindici secondi). Elaborazioni Studio Frasi su dati Auditel™, periodo 27 settembre – 27novembre 2021 e 28 settembre – 28 novembre 2020. Nei 63 giorni del 2021 i TGR notte hanno prodotto un ascolto medio di 553.218 per uno share del 5,37 per cento. Nello stesso periodo del 2020 l’ascolto è stato di 622.357 e lo share del 5,48 per cento. In questi stessi giorni e minuti l’ascolto complessivo di televisione da televisore è sceso di -1.422.205 spettatori”. I numeri sono impietosi ma non si vive di solo share (come sostenuto con un ardimentoso ragionamento proposto dallo stesso Fuortes in Vigilanza) quanto pure di contenuti. Cosa manda in onda questa edizione notturna della TgR? Rimpannucciata e ristretta, la sola, semplice ribattuta delle notizie andate in onda nell’edizione delle 19.30. E allora, di cosa parliamo? Perché tanto rumore per quasi nulla? Ci sono tante risposte e ognuno si accomoda la sua. Per parte nostra ci sentiamo di sostenere che A) l’informazione locale è talmente necessaria che, semmai, andrebbe potenziata e non ridotta e pure la fascia notturna potrebbe avere una sua più degna connotazione e collocazione. B) taglio dei costi: piuttosto che niente , meglio “piuttosto”. Non è il Piano editoriale per l’informazione ma magari un timido tentativo di “saggiare il campo” per vedere “di nascosto l’effetto che fa”. No, chi tocca i fili prende la scossa. Meglio lasciare tutto com’è, non si sa mai.  

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