venerdì 5 novembre 2021

Le Voci di dentro e quelle di fuori alla Rai


Le voci di dentro. Ci riferisce un nostro inviato in incognito. Mercoledì 3 novembre, Sala degli Arazzi, ore 17,04. Relazione dell’AD sul “nuovo” modello organizzativo (nuovo si fa per dire), e a seguire relazione della Presidente sul nuovo contratto di servizio. Brevi ed essenziali. 17,28: “Ci sono domande?”…silenzio glaciale… si diffonde un sottilissimo senso di imbarazzo collettivo. “Bene, grazie, arrivederci …” e a questo punto si leva possente un applauso scrosciante, liberatorio e i direttori presenti prima alzano le mani in una “ola” mai vista prima nelle auguste sale e poi si mettono a fare il trenino con il coro “carletto .. pensaci tuuuu … aleeee ohhhh ohhhh … aleeeee ohhhh ohhhh”. 

Ma il bello viene dopo: il nostro cronista in incognito prende appunti mentre i partecipanti escono e si soffermano nel ben noto salottino. Un direttore si interroga “Ma, mi chiedo, che differenza c’è tra la nuova direzione del genere “fiction” e la struttura Rai Fiction? Maria Pia Ammirati dirigerà il genere che fornisce prodotti a se stessa?”. Il suo interlocutore fa finta di non sentire e gli chiede come stanno i ragazzi a casa. Un terzo che ascoltava la conversazione li guarda stupito: “Allora non avete capito un ciufolo… avete presente la Società Rai Cinema? Poesse, poesse … (dialetto romanesco) che faranno uno scorporo: il direttore del “genere cinema” venderà i suoi prodotti alla Società che poi, a sua volta li rivenderà sul mercato” gli altri si guardano perplessi e, senza tanta voglia di rispondere annuiscono : “Ahhhhhh….”. Un altro: “Ma tu hai capito se il genere “intrattenimento day time” fino a che ora dura?” e il suo collega, alla Verdone ribatte “In che sensoooo?”  … “Cioè, nel senso che se c’è un altro “genere intrattenimento prime time” che ad una certa ora finisce, quello che viene dopo, intorno alle 23 rientra nel prime time?”. Risposta : “Bohhh”. Ancora: “La Capparelli (che dirige Rai Play) l’ho vista preoccupata e pensierosa: prima gli hanno minacciato il taglio del budget e ora la fanno diventare un “genere”.. tu come la vedi?” .. “Non vorrei essere nei suoi panni: bene che vada gli potrebbe venire una crisi di identità: chi sono, dove vado, cosa faccio”. Infine: “Si va bhè … tanto ‘stamo punto e a capo: se non tocchi i giornalisti non cambia ‘gnente … e in quel “genere” a Carlo ‘nun gne fanno toccà palla”. Risponde un dirigente giornalista “Non è vero! Ha detto che entro Natale ci sarà il nuovo sito di informazioni e poi avverrà  il restyling di RaiNews24” … “ahhhhhh .. è vero!”. Il nostro cronista non ha grande memoria e non è riuscito a raccontarci molto altro ancora… lo comprendiamo, è in buona compagnia. Per ultimo ci riferisce farfugliando qualcosa sul "genere Approfondimento" ma, appunto, riferisce il farfugliamento del quale nessuno, al momeno. è in grado di capire e sapere di cosa si tratta.

A questo proposito passiamo ad altra voce da dentro. Il Comitato di redazione del TG1 ha tuonato: “Siamo l’ammiraglia dell’informazione in Rai per storia, audience e autorevolezza. Per il rilancio della teta è necessario aggiungere e non togliere”. Chi vuol capire capisce: siamo alla vigilia del possibile (ma non scontato) cambio del direttore Carboni e abbiamo un aggiornamento sulle “voci” che circolano. Il prossimo Cda potrebbe procedere al rinnovo dei direttori giornalistici “obbligatori” e rinviare quelli editoriali dei “generi”. Possibile, probabile, difficile ma non impossibile.

Ultima voce da dentro che ci introduce alla voce da fuori di cui parleremo avanti: la Direzione Marketing in quest’ultimo periodo è molto attiva, seppure terrorizzata che i suoi studi vengano resi pubblici e sui quali c’è gran parlare. Nelle ultime settimane si è concentrata sull’analisi degli ascolti e del mercato dove vengono snocciolati numeri impietosi (documento specifico molto dettagliato) e, inoltre, è stato elaborato un Report  con il titolo “Linee guida strategiche per lo sviluppo dell’offerta televisiva specializzata” cioè riferita esattamente a quei canali recentemente “dismessi” dalla codifica MPEG2 (vedi articolo diPrima OnLine: “Switch off canali tv: la Rai perde ascolti, Mediaset un po’ ci guadagna”. Ci dicono che al Marketing sono alquanto “preoccupati”. C’è da crederci: questa lettura, accompagnata ai dati pubblicati dall’Ansa (a cura dello Studio Frasi) dove si legge che la platea televisiva ha perso in un anno circa 2,5 mln di telespettatori dovrebbe indurre a maggiore prudenza prima di imbarcarsi in avventure improbabili di “nuovo modelli Organizzativi”. Forse è proprio in questa altra emergenza, insieme a quella sui conti,  che si intravvede il malumore che si avverte al VII piano di Viale Mazzini.

Le voci da fuori. Lasciamo perdere per un nomento quelle che provengono dalla "politica" che pure non sono poche e non di poco rilievo. Sempre più spesso, quando si vuole fare un riferimento a “modelli” efficienti e credibili di Servizio Pubblico europeo si cita a sproposito la BBC. Vi riproponiamo una lettura e una visione di come ci si avvicina ai “modelli” di riorganizzazione interna ed esterna a quale tipo specifico di Servizio Pubblico che mai potrà essere nemmeno lontanamente avvicinjato al nostro “modello”. Anzitutto per un buon motivo: hanno una  “missione” o una “visione” del futuro, perno centrale intorno al quale far ruotare e progettare ogni qualsivoglia ipotesi di cambiamento che a noi manca del tutto.  

Guardate con attenzione questo video:  https://www.bbc.co.uk/rd/about/vision  Poi, leggete quanto scrive il Financial Times a proposito del futuro della BBC:  https://www.ft.com/content/9e7f0964-62c6-11ea-b3f3-fe4680ea68b5 e,infine, sempre a proposito di futuro, date un occhio al sito BBC dedicato proprio a questo argomento: https://www.bbc.com/future/article/20151016-welcome-to-a-home-for-the-insatiably-curious/  con il claim che è tutto un programma: “We believe in truth, facts, and science. We take the time to think. And we don't accept — we ask why”. Tutta robetta alquanto stagionata, sono anni che ne discutono pubblicamente … proprio come da noi, proprio come fa la Rai che ha paura pure delle sue ombre.

bloggorai@gmail.com

 


 

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