CANDIDIAMOCI TUTTI !!!
C’è molto lavoro
sottotraccia. Chi vuole sapere sa e chi vuole capire capisce.
Bene, andiamo avanti
e trattiamo una vicenda che, per alcuni aspetti, interessa anche la RAI: la
possibile vendita dell’Agenzia di Stampa AGI di proprietà Eni al senatore
leghista Angelucci.
Passo indietro: alla
metà dello scorso gennaio si è svolto il World Economic Forum Annual Meeting
2024 dove ha partecipato il Ministro
Giorgetti. Subito dopo, il Corriere riprende alcune dichiarazioni con le quali si
apre il dossier delle “privatizzazioni” che potrebbe interessare anche RAI
(ovvero, forse, RAI Way). Giorgetti precisa però che “È più corretto parlare di
razionalizzazione del patrimonio delle partecipate: è necessario fare
ordine in un mondo che non sempre è ben organizzato, quindi il pubblico decide
di entrare di più in alcune realtà e cedere altre quote perché tutto sia più
efficiente e razionale e al passo con i tempi. Non è semplicemente fare
cassa, è fare ordine”. Già, appunto, fare ordine e forse non solo nelle casse
dello Stato. Pensiero poi irrobustito dal Capo del Governo che ha dichiarato
“Giorgia Meloni ha sintetizzato in modo molto efficace e trasversale così il suo
pensiero sulle privatizzazioni: «Lo Stato può indietreggiare dove la sua
presenza non è necessaria mentre deve avanzare quando la sua presenza è necessaria”. Nei giorni successivi si leggono titoli sul ”piano
Meloni-Giorgetti” necessario per fare cassa per 20 miliardi in tre anni. Per quanto ci interessa, a valle di queste
dichiarazioni si scatena il nuovo putiferio su RAI Way dove da una parte (Viale
Mazzini nel Piano Industriale) si vuole “semplicemente” vendere una quota e
dall’altra (Palazzo Chigi) si vuole avviare il processo di fusione con
EiTowers.
Quale è il tratto comune che unisce la storia di AGI con quella di RAI Way?
Semplice: si vuole vendere parte del patrimonio pubblico attraverso una
cessione privata invece della doverosa gara pubblica. Non si può fare. Non si
poteva fare nel 2014 e non si dovrebbe fare oggi per l’Agi e per RAI Way. Che poi per Via Teulada ci possa essere un “razionale”
vantaggioso nel processo di creazione di un “polo delle torri” è altro discorso
che si dovrà pure affrontare.
Poi, ovviamente c’è
tutto il filone dei soggetti in campo, a partire dall’ENI per arrivare al
senatore leghista Angelucci, già proprietario di buona parte della stampa di
destra (Il Tempo, Il Giornale, Libero e varie testate locali). In poche parole,
si evidenzia un’operazione fumosa di offerte fantasma e dichiarazioni criptiche
culminate e sintetizzate con un titolo de La Stampa di martedì scorso: “La
premier benedice l’operazione Angelucci – Via libera alla vendita dell’Agi da
parte di ENI” mentre Giorgetti, due giorni prima, si è chiamato fuori dall’operazione.
In soldoni: la Meloni sostiene Angelucci contro una parte del suo stesso Governo e del suo ministro.
Che poi, in fin dei conti, è lo stesso schema che si intravvede sulla RAI:
la Meloni e i suoi intendimenti (Rossi AD) da una parte e il resto del mondo
dall’altra. Il resto del mondo, segnatamente, non è solo l’opposizione o
ciò che ne resta ma anche, appunto, la Lega e Forza Italia che mettono nel
calderone delle trattative altri ingredienti in cottura.
C’è qualcosa di più
che merita attenzione in queste vicende e ci riporta ancora al Media Freedom
Act che, peraltro, mira anche a porre limiti alle concentrazioni nei
sistemi dei media. Esiste un concetto poco utilizzato ed è di grande aiuto per
comprendere quanto sta avvenendo: il Media
Capture e consiste nell’implementare meccanismi simbiotici tra politica
e proprietà dei media. Secondo l’International Press Institute (un'organizzazione
non governativa i cui fini essenziali sono la difesa e la promozione della
libertà di stampa nel mondo) si tratta di “plasmare” il sistema pubblico
radiotelevisivo ad immagine del Governo laddove “gli organi di regolamentazione
dei media sono assimilati attraverso le nomine politiche; le risorse statali
sono abusate per manipolare il mercato dei media in favore dei gruppi
filogovernativi; viene creata una cerchia di oligarchi fedeli che gestiscono i
media privati nell’interesse del governo”.
La partita, le
partite, sono molte e complesse e i risultati per nulla scontati.
bloggorai@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento