mercoledì 17 aprile 2024

Cda RAI: la fine di una stagione nefasta e l'inizio di una incerta

Foto di Mohamed Hassan da Pixabay

Senza visione, senza missione.

Quattro parole che scolpiscono e sintetizzano sul granito lo stato di salute della RAI e del Servizio Pubblico. Il Cda di ieri e quello di oggi chiudono i battenti di una stagione infausta mentre le incognite sul prossimo futuro sono molte e pericolose. Oggi Repubblica titola “Rai, il CdA ammette il sorpasso di Mediaset La fuga delle star spaventa la tv pubblica Il documento di bilancio 2023 di Viale Mazzini certifica la sconfitta negli ascolti nell'intera giornata. È la prima volta in 30 almi di duopolio. Pesano i flop di TeleMeloni”.

Attenzione: non è così, non è solo colpa di “TeleMeloni”. Vedi pure l’indebitamente certificato ieri di 568 mln che seppure ridotto rispetto alle previsioni di circa 40 mln non nasce sotto l’albero del pero. Gli ascolti in calo progressivo, almeno sul day time, non sono iniziati 12 mesi addietro. Ci sono responsabilità che vengono da lontano e riguardano tutti. La crisi di identità editoriale, lo “sconforto” economico e la confusione normativa non sono nati ieri. Vedi il tema canone: ieri Sergio si sarebbe detto convinto che“ … la norma che nel 2023 ha abbassato il canone da 90 a 70 euro, possa non valere per quest'anno”. Cosa vuol dire “possa”??? è un condizionale dubitativo? È o non è, essere o non essere.. questo il problema e nel mezzo c’è un dubbio insopportabile, insostenibile. O la norma è in vigore e quindi la fiscalità generale deve riversare alle casse di Viale Mazzini i 430mln promessi o non è in vigore e allora il canone è invariato. E poi “… per quest’anno” cosa vuol dire? Come si fa a pianificare un Piano Industriale poliennale senza risorse sulel quali poggiare?

Sono processi lunghi, complessi ed evidenti. Come se ne esce? Semplice: cogliendo al balzo l’occasione d’oro che ci fornisce l’EMFA ora, domani, subito. Il prossimo Cda non può essere nominato con le vecchie regole della Legge 220 del 2015. Troppi ed enormi le sfide che si dovranno affrontare prima che sia troppo tardi, prima che il “mercato” faccia macerie del Servizio Pubblico, prima che si arrivi al 2027 quando si dovrà ridiscutere il rinnovo della Convenzione. Oggi e non tra 15 mesi si può e si deve fare qualcosa. Oggi c’è una ragionevole e concreta possibilità di gettare sabbia nell’ingranaggio della tutela politica e governativa sulla RAI che produce solo danni, affidando le redini dell’Azienda a persone estratte dal cilindro di Mago Magò, frutto di inciuci tra le segreterie dei partiti.

C’è ancora tempo, fino al 20, 

CANDIDIAMOCI TUTTI!!!

bloggorai@gmail.com

 

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