Oggi il titolo de La Stampa e quello di Repubblica sono sovrani e regnano su tutto il resto: “Le telefonate di Meloni a Rossi e Corsivi "Dovevate farne una questione di soldi" e “Il caso Scurati scuote i vertici della Rai. Gelo tra Sergio e Rossi” dove il “gelo” è solo un garbato eufemismo. Tutto si legge e si lega bene con gli interventi del Capo del Governo nei giorni scorsi: “Fiorello va blindato, dategli tutto”. La telefonata di Meloni per evitare la fuga dalla Rai” Il tempo 16 aprile. “La premier chiama il DG di Viale Mazzini dopo l’addio del conduttore. E gli chiede di convincere Fiorello a rimanere” Open.openonline.it. Poi la Meloni pubblica un Tweet su Scurati e prima ancora sempre sul Corriere si è letto di un presunto incontro della Meloni con Minoli dove si sarebbe trattato di presidenza RAI.
Non ci sono dubbi: la Meloni ha a cuore il destino della RAI ma, a quanto sembra, non ha le idee molto chiare su come agire e su chi può contare. Se è vero, come riteniamo essere vero, che oggi il centro della battaglia sia il rinnovo del Cda di Viale Mazzini la frenesia interventista della Meloni lascia intravvedere un certo "disagio" bene che vada di errata comunicazione. Torniamo al titolo del Corriere: il goffo tentativo di depistare sul tema “soldi” ovvero i 1800 euro del compenso pattuito con lo scrittore è miseramente fallito. È del tutto evidente a tutti che la Rai ha sperperato e sperpera in ogni istante della sua giornata ben altri compensi di ben altro rilievo.
La faccenda Scurati comunque ha segnato un colpo grave ai disegni di completamento dell’occupazione di Viale Mazzini. Improvvisamente, è apparso chiaro quanto a Palazzo Chigi, forse, avevano già intuito da quando iniziò a circolare la voce che il prossimo candidato AD Rai non fosse più Rossi ma Chiocci, attuale direttore del Tg1 (il primo a parlarne è stato Il Foglio lo scorso 8 novembre). I pasticciacci brutti di questi giorni avvenuti dentro e intorno Viale Mazzini stanno tracimando prevalentemente in direzione di un solo versante, quello dell’attuale DG e danno il segno tangibile di come il disordine regna sovrano mentre il solo tratto distintivo è la mancanza di controllo editoriale sull’Azienda. La chicca è stata la partecipazione della vicedirettrice ( e non vicedirettore) del Tg1, Immacolata Boccia (la chiamano “Connie”), ad una trasmissione di RAI Tre dove ha dichiarato che “L’aborto è un delitto, non un diritto”. Detto da chi ha una responsabilità editoriale di tale rilievo del Servizio Pubblico è grave o no?
Comunque, calma e gesso. Oggi si attendono notizie e forse sorprese. Vedremo. La valanga è appena iniziata.
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