mercoledì 24 aprile 2024

RAI: oggi ... nel cuore della battaglia

Foto di smallbod da Pixabay

Una volta girava una pubblicità che diceva “Chi beve birra campa cent’anni”. Dopo sei lunghi anni di “onorata carriera” e alla vigilia del suo "compleanno",  permetteteci un piccolo sfizio di presuntuosa metafora: “Chi legge Bloggorai vive felice ed è solitamente bene informato … in anticipo … e gratis”.

Fuoco alle polveri: stiamo entrando nel pieno della battaglia, quanto successo nei giorni scorsi sono state solo scaramucce utili a prendere posizioni sul terreno e non è come titola oggi la Stampa “RAI: alla resa dei conti”. Quali conti si potranno mai fare? Chi potrà ammettere di avere sbagliato tutto o quasi? A partire dalla Meloni con le sue improvvide telefonate, a scendere pe’ li rami con l’AD Sergio che ammette candidamente di non essere stato informato, chi potrà mai riconoscere di non avere alcun controllo di quanto succede dentro la RAI? La resa dei conti potrebbe indurre a pensare che qualcuno possa avere il potere, la forza, di imporre una “sua” versione dei fatti e forte di questa considerazione fare giustizia e verità? No, non è così: sono note a tutti le tensioni fortissime tra tutte le componenti dei partiti che reggono la maggioranza di Governo dove nessuno è disponibile, ora, a scendere a patti o compromessi prima del tempo. “Ah,poter già conoscere la fine di questo giorno e dei suoi casi! Ma basterà che il giorno giunga alla fine perché la fine sia nota. Su andiamo avanti”… Bruto sulla piana di Filippi in attesa dello sconto fatale! E quel giorno sarà la sera del  prossimo 9 giugno. C’è da aggiungere, in verità, che pure nell’opposizione c’è poco da stare allegri: nei giorni scorsi Stefano Graziano, capogruppo PD in Vigilanza, ha dichiarato che “Nessuna decisione è stata presa” mentre del M5S non si sa più nulla.

Quanto successo nei giorni scorsi e quanto ancora potrà succedere segnano solo l’apertura delle ostilità destinate a durare molto tempo, forse anche dopo quella data. Formalmente, il primo scontro in calendario potrebbe (ma solo potrebbe) avvenire già il prossimo 20 maggio quando è prevista con certezza la votazione del rappresentante dei dipendenti RAI. anche in quel campo la contesa sarà aspra e, come pure abbiamo scritto, non è per nulla scontato che l’attuale consigliere Di Pietro possa farcela ad essere rilette. Contro di lui una candidatura importante espressa dalla CGIL: Alessandra Clementini. Ci dicono che la partita è solo tra questi due nomi, il terzo nome, Pietro Muratori espresso dalla CISL non sembra avere molti consensi.

Ora però si tratta di vedere la composizione delle truppe nei due campi di battaglia contigui e la loro dislocazione nel tempo. Il primo campo è quello dei 4 consiglieri eletti dal Parlamento e il secondo dei due nominati dal Governo secondo i criteri della Legge 220 del 2015. Cominciamo a ribadire chiaramente che questa Legge è, di fatto, superata dal MFA che renderebbe illegittimo il nuovo Cda nominato con quei criteri. Come ha detto oggi Roberto Zaccaria in una intervista a La Stampa “… alla luce del nuovo European Media Freedom Act che ci apre le porte della Corte Costituzionale perché le norme sono illegittime e la procedura di selezione del management non è idonea” e prima ancora la Presidente della Vigilanza, Barbara Floridia.  

Sui nomi dei candidati a Camera e Senato, al momento, non ci pronunciamo: occorre riflettere attentamente. Ci sono osservazioni interessanti per chi è fuori e per chi è dentro. Mentre nel secondo campo, quello dei due nomi espressi dal Governo (Ad e Presidente) a quanto sembra siamo ancora in altissimo mare. Ribadiamo quanto sosteniamo da tempo: il ticket Rossi/Agnes che per molti mesi ha tenuto banco e considerato granitico si sta rivelando più fragile di un grissino ammuffito. Nessuno ha la forza, compresa la Meloni, di fare un colpo di mano sul “malloppo grosso” e le vicende dei giorni scorsi hanno obiettivamente indebolito Rossi e il suo staff. Di mezzo c’è la nomina del/la presidente che richiede obbligatoriamente il voto favorevole dei 2/3 dei parlamentari della Vigilanza e la maggioranza, da sola, questi voti NON li ha. Quindi, deve giocoforza fare un accordo con qualcuno in grado di dare una mano. Con chi e in cambio di cosa?

Allora questi i possibili scenari:

A. il 20 maggio si potrebbe votare solo il rappresentante di dipendenti. Camera e Senato chiudono i battenti per la pausa elettorale europea e se ne riparla a metà giugno.

B. il 20 maggio il Parlamento vota i suoi quatto nomi e contestualmente il Governo esprime i suoi due nomi.

C. Il Parlamento vota il 20 maggio ma il Governo non esprime i suoi nomi.

D. Salta il banco: si prende atto del MFA e si procede con i nuovi criteri indicati. Nel frattempo l’attuale Cda rimane in prorogatio.

Bloggorai accetta scommesse: se ne riparla con il fresco autunnale.

bloggorai@gmail.com

 

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