C’è grande disordine e confusione tra i ranghi del Governo e non di meno tra quelli dell’opposizione e chi ne paga le conseguenze è il Servizio Pubblico e non tanto la RAI Azienda. Chi paga pegno è la percezione collettiva, il senso comune, le valutazioni e le comprensioni che ne hanno le persone, i cittadini, coloro che pagano il canone in cambio di un “servizio” sempre meno “pubblico” e sempre più “governativo”.
Quanto sta succedendo da alcuni giorni a questa parte a Viale Mazzini è dintorni è una storia tutta già scritta, non c’è quasi nulla di nuovo. Chi legge Bloggorai da tempo (quasi 6 anni) può ritrovare tutto financo nei dettagli. Abbiamo spesso scritto di palude dove, d’un tratto, si apre la luce e si illumina uno scenario previsto e prevedibile. La chiave di lettura è molto semplice: si scontrano la “vecchia volpe democristiana” e il “filosofo di Colle Oppio” che avevano, già da loro insediamento ed hanno tuttora, destini diversi e divergenti. Rispecchiano entrambi scuole di vita e di pensiero, tradizioni e ambizioni radicalmente antagoniste. Le nostre fonti nei diversi piani di Viale Mazzini ci tengono costantemente informati e da tempo ci raccontano che i due apparentemente (e nemmeno poi tanto) passeggiavano affettuosamente mano nella mano nei giardinetti di Viale Mazzini salvo poi, col calare delle tenebre, affilare i coltelli per preparare il loro futuro. Un futuro che non potrà mai essere a somma zero. Uno dei due dovrà soccombere ad un destino forse anche triste e meschino: tornare ad occuparsi di altro che non sia la guida della RAI. L’antica e gloriosa Associazione Trame e Complotti RAI sempre attiva e vigile al VII piano in questi giorni ha lavorato alacremente.
Quanto successo in questi giorni ha solo fatto precipitare la situazione, renderla plasticarne evidente: c’è una Rai di Governo e una Rai di contro governo con le “bande” che si frullano e si alternano costantemente tra loro in attesa degli esiti del prossimo voto europeo. Al momento, nessuna delle due parti è in grado di prevalere ed ogni colpo è buono per fiaccare l’avversario. Ad osservare la battaglia è comodamente seduta l’opposizione (???) che non sa che pesci prendere in attesa di capire l’esito dello scontro.
Segnaliamo due frasi significative dei due schieramenti: la prima è di Sergio oggi a La Stampa “Nessuno mi ha informato. Ho appreso del caso Scurati dal post che la giornalista Serena Bortone ha pubblicato profili social”. Nessuno lo ha informato? L’AD che non è informato di un fatto del genere? Chi è che avrebbe dovuto informarlo e non lo ha fatto e chi invece sapeva ed ha agito ad insaputa dell’AD? Chi ha interloquito con Palazzo Chigi?
La seconda frase è sul Corriere di oggi e si riferisce al PD: “… per protesta, potrebbe decidere di non avere un suo rappresentante nel Cda RAI…”. Allora, una volta per tutte: il PD come gli altri partiti NON dovrebbero avere un “loro rappresentante” ma dovrebbero solo eleggere una persona con i criteri previsti (in parte) dalla Legge e rinforzati dal MFA. Comunque, rileggete i post precedenti: avrete notato certamente una delle nostre previsioni (opportunamente suggerita da autorevoli lettori): l’ipotesi di un “cappotto” 3 a 1 a danno del PD (che potrebbe venire compensato con un/a presidente di garanzia. Ipotesi che, ci dicono, in queste ore si potrebbe essere rafforzata.
Manteniamo il punto 1. Il centro della battaglia è il “governo” dell’Azienda Rai per i prossimi tre anni con l’occhio al rinnovo della Concessione del 2027. Tutto si deve leggere in questa chiave: canone, vendita di Rai Way, Contratto di Servizio (fantasma), crisi editoriale, transizione tecnologica e “media company” (di Servizio Pubblico lo aggiungiamo noi perché a molti fatica scriverlo). Dunque è intorno al nuovo Cda che si decide il futuro del Servizio Pubblico (necessario sempre distinguere i termini). Sottovalutare questo elemento e confonderlo con altri temi (riforme etc) rischia di compromettere una grande possibilità: inceppare il diabolico e perverso meccanismo che da più parti si sta tramando. Come ha detto ieri Sergio “Vogliono distruggere la RAI”. Già, ma ci dovrebbe pure dire chi, secondo lui, sarebbe nella sua mente il soggetto che opera in questa direzione, se proprio non gli riesce o non vuole, dovrebbe prendere atto che non controlla la situazione e trarne le dovute conseguenze.
Manteniamo il punto 2. Lo scontro decisivo si verificherà dopo le elezioni europee. Non ci sono ragioni ragionevolmente plausibili perché si possano fare accordi prima ancora di sapere la “consistenza” politica delle forze in campo. Chi dovrebbe “cedere sovranità” a chi e in cambio di cosa? Calma e gesso.
Ci aggiorniamo presto … rimante sintonizzati: ormai la valanga è partita.
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