lunedì 25 maggio 2020

Scoppio



Questa mattina vi proponiamo un piccolo regalo per quando, speriamo tra pochi giorni, torneremo “liberi” di poter uscire dalla regione. Cercate su Google Maps “Scoppio”: è uno dei più piccoli, isolati e abbandonati borghi italiani, sperso tra i Monti Martani, in provincia di Terni. Ha una caratteristica particolare: spaziando lo sguardo a perdita d’occhio, non si vede traccia di abitazioni o costruzioni. Un luogo integro, pulito, intatto, posto a strapiombo su un costone roccioso, dove solo c’è solo la natura nel suo stato primordiale. È il luogo perfetto per “tornare” alla normalità, dove respirare senza mascherina e senza timore di incontrare un fantasmico “asintomatico”.


Bene. Veniamo ai nostri soliti temi che, negli ultimi giorni, hanno suscitato un vivo interesse nei nostri lettori che sono ancora cresciuti di numero. La settimana inizia maluccio: la sola notizia interessante la riporta Repubblica AF a firma di Beniamino Pagliaro, dove leggiamo “La pubblicità soffre anche online e ora guarda alla rivoluzione dei cookie. Tutto il mercato cala, pure il digitale che però si prepara a una novità: lo stop alla circolazione universale dei profili degli utenti. I media avranno più controllo sui loro dati. L'industria della pubblicità digitale è stata colpita con vigore dagli effetti del Coronavirus sull'economia in tutta Europa. L'Italia è il paese che più ha registrato una frenata nella spesa pubblicitaria digitale del primo trimestre: il dato di lab Europe, l'associazione dell'ecosistema della pubblicità, segna un -18,1% rispetto allo stesso periodo del 2019, escludendo motori di ricerca e social”. Argomento scottante: si tratta di capire come tutta la macchina del broadcast potrà ripartire con una dose di risorse più contenute. Per Rai la morsa potrà essere anche più dura a causa dell’annullamento dei grandi appuntamenti sportivi. In ballo rimane sempre la spinosa questione del presunto dumping sollevato da Agcom e  con il giudizio pendente al TAR del Lazio (era prevista l’udienza lo scorso 22 maggio ma non sono pervenute notizie).

Abbiamo sollevato il problema Rai Play (con notevole successo di lettori nei giorni scorsi, nonostante il calo fisiologico del sabato e domenica), come uno dei tanti che affligge il servizio pubblico (minuscolo, visto che un servizio del genere lo offre anche la concorrenza e, a quanto sembra, è anche migliore di quello di Viale Mazzini) ed era strumentale ad introdurre un tema più vasto: il prodotto Rai sulle tre piattaforme (Tv, radio e Web). Quando si parla o si scrive di Servizio Pubblico (maiuscole) si intende solitamente riferito al solo mondo della televisione mentre radio e web appaiono sullo sfondo. Tanto per capirci: oggi la notiziona del giorno è l’ennesima replica di Montalbano su Rai Uno che, certamente, porterà a casa il solito gruzzolo di telespettatori. Questi tre mondi, storicamente, a Viale Mazzini hanno convissuto con fatica e spesso anche con antagonismo. A questo proposito e riferito ancora  Rai Play e della mancata realizzazione di una CDN proprietaria: da tempo il problema era noto (parliamo di ICT di qualche anno addietro) e la mancata realizzazione, in buona sostanza ci racconta un esperto “storico di vicende Rai”, è stata dovuta al conflitto di competenze tra Rai e la quotata Rai Way su chi dovesse realizzarla, con quali risorse e con quali prospettive di strategia industriale. Morale della favola: il Servizio Pubblico (maiuscolo) non è dotato di una propria CDN ed è costretta a sottostare a logiche e dinamiche di mercato esterne, con tutto quanto ne consegue in termini di costi e affidabilità. Come abbiamo scritto, il Piano industriale in parte la prevedeva ma non solo era privo di risorse cui attingere ma era carente dell’impostazione strategica dell’utilizzo della CDN per l’intero mondo dei prodotti Rai. Nel frattempo, da tenere bene a mente, la concorrenza (Mediaset in particolare) corre a grande velocità e si candida ad essere il primo broadcaster europeo “made in Italy”.

Di tutto questo non trovate traccia da nessuna parte, non si ascoltano voci dall’interno quanto dall’esterno, come una nave alle deriva con l’equipaggio a bordo senza capitano, in attesa di un refolo di aria che possa dare forza alle vele. Il problema vero è che se pure si alzasse buon vento per andare a dieci nodi con andatura di traverso, non si saprebbe bene dove dirigersi, quale rotta prendere.  

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