mercoledì 20 maggio 2020

Il coraggio di pensare


La notizia di oggi, riportata in una sola riga (provare per credere) la leggiamo su La Repubblica “«La Rai ha un bisogno assoluto di una riforma di sistema», lo ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, intervistato ieri sera a Di Martedì”. Attenzione, ha detto proprio “riforma di sistema” esattamente come previsto dall’attuale programma di Governo. Sta a significare semplicemente che la Rai è parte del tutto e che l’intervento si dovrà realizzare sul complesso degli elementi che lo compongono. Fantasia? Velleità?

Chi segue questo blog da quasi due anni, in oltre 640 post, saprà certamente che abbiamo cercato di seguire sempre filoni principali che interessano la Rai, il Servizio Pubblico (con le maiuscole): la sua natura cioè la sua missione, le risorse economiche sulle quali contare, le tecnologie che si dovranno utilizzare e, infine ma non ultimo, che tipo di governance debba guidare questi tre temi. Allo stesso tempo, abbiamo cercato (non sempre  con successo) di tenerci lontani da gossip su nomine, cambi di partito o adesioni “in quota” ) e di programmi, contenuti o palinsesto. Abbiamo trattato, poco, il tema degli ascolti solo perché i dati sono “transeunti” cioè sempre opinabili in relazione al contesto determinato dall’offerta generale, dal periodo di riferimento e dalla comparazione con altri simili etc. 

Si tratta di argomenti che, giocoforza, si intrecciano e si sovrappongono tra loro a tal punto da rendere assai complesso argomentare sull’uno indipendentemente dall’altro. Durante questi due anni è successo, sommariamente,  che per quanto riguarda la sua missione, sembra essere indebolito il ruolo del Servizio Pubblico inteso come motore propulsore di coesione sociale, indebolito nella sua centralità, autorevolezza e credibilità rispetto ai grandi problemi del Paese e, infine, marginalizzato il suo peso, la sua influenza rispetto alle scelte e le prospezioni strategiche di sviluppo non solo dell’Azienda Rai ma dell’intero comparto delle telecomunicazioni audiovisive.  Per quanto riguarda il tema delle risorse economiche due sono gli elementi che è necessario considerare: l’attacco frontale, diretto, sul canone che vede uno schieramento composito e trasversale a quasi tutte le forze politiche dove si spazia tra chi vorrebbe abolirlo del tutto a chi si accontenterebbe di una semplice riduzione. Il secondo elemento è la pubblicità che già da tempo è su un declino costante e inesorabile.  Il terzo tema riguarda l’innovazione tecnologica, gli investimenti nello sviluppo di nuovi apparati e sistemi di produzione e diffusione del prodotto audiovisivo: siamo alle porte della rivoluzione della transizione al DVB-T2 e al passaggio epocale al 5G, argomenti sui quali il Servizio Pubblico è fortemente chiamato ad intervenire e sui/dai quali potrebbe subire conseguenze importanti e, forse, non proprio del tutto positive. Per quanto riguarda, infine, la governance, abbiamo scritto da tempo che riteniamo la Legge del 2015 nefasta perché, anzitutto, riporta la Rai sotto il tallone di ferro del controllo governativo e la lega ancora di più alle logiche della politica partitocentrica. Si potrebbe aggiungere un ulteriore elemento di riflessione: i contenuti  sia editoriali, quanto informativi: cosa si produce, come, con quali costi e con quali indirizzi? 

Tutto quanto detto si riassume in una sole semplice parola: progetto.

La drammatica contingenza che stiamo attraversando con il Coronavirus ci offre una formidabile opportunità di affrontare tutti questi temi in modo organico e coordinato, sebbene si avverte un diffuso senso di smarrimento e frammentazione tra tutti i soggetti che potrebbero e dovrebbero intervenire. È un’occasione da non perdere e il soggetto promotore, il primo stimolo ad avviare questo dibattito, potrebbe e dovrebbe essere proprio la stessa Rai. Più o meno esattamente quanto stanno facendo gli altri Servizi Pubblici nel resto d’Europa (la BBC ha iniziato nel 2017). Si tratterebbe semplicemente di riunire intorno ad un tavolo persone con idee e proposte per dibattere su “La Rai che sarà”.  Una specie di tavola rotonda, un’agorà, con il solo obiettivo di mettere a fuoco idee e visioni per un Servizio Pubblico che giocoforza sarà diverso da come lo abbiamo conosciuto finora, anche indipendentemente da quanto è avvenuto con il Coronavirus che pure ha lasciato e lascerà segni indelebili.   
Dal nostro piccolo, facciamo quello che possiamo: scriviamo e parliamo, magari qualcuno da qualche piano di Viale Mazzini o qualche parlamentare che sappiamo che ci legge, ci ascolterà. Ci vuole solo un pizzico di coraggio, ora, subito, domani, dopodomani potrebbe essere troppo tardi.

Se avete voglia e interesse date un occhio:
oppure

Infine,come spesso avviene, parliamo e ci scriviamo con autorevoli e competentissimi lettrici e lettori che ci aiutano a capire fenomeni che a noi spesso possono sfuggire. Anzitutto grazie: è un segno di grande vitalità che è necessario alimentare e sostenere. Gli chiediamo solo di aiutarci a rendere pubbliche le loro osservazioni perché solo in questo modo potranno scaturire risultati positivi. Comprendiamo la riservatezza e la rispettiamo fermamente.


                                                              bloggorai@gmail.com



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