sabato 23 maggio 2020

La gomma bucata


Questa mattina siamo in ritardo ma abbiamo la giustificazione: è stato necessario fare un paio di verifiche.
La colpa è della solita gomma bucata. Lo avevamo intuito che su Rai Play qualcosa non andava e non perché siamo particolarmente arguti ma soltanto perché cerchiamo di  applicare all’interpretazione dei fenomeni la logica dei numeri semplici (materia, peraltro, dove non siamo nemmeno particolarmente esperti). Ci riferiamo ad una notizia che nessuno oggi si è ben guardato da scrivere:  nei giorni scorsi è andato  in streaming su Rai Play il film “Magari” che, per come ci è stato segnalato, ha avuto notevoli problemi in quanto la rete non ha retto i picchi di ascolto rendendo, di fatto, la fruizione del film molto faticosa e lenta.

Anzitutto, come al solito, ci chiediamo come mai una notiziola del genere scompare dai radar. Abbiamo chiesto chiarimenti e siamo in grado di riportare: una  prima fonte ci dice:  “Rai Play non è tarata per alti numeri di fruizione ed ha un player meno aggiornato di altri concorrenti (vedi Mediaset)… si tratta di CDN inadeguata e il problema è sorto quando è stata fatta la gara di affidamento alla società che non prevedeva un livello di traffico come quello avvenuto in questo periodo. Inoltre, è verosimile che in Rai sia avvenuta la separazione tra gestione della parte tecnologica e parte editoriale con due distinti responsabili e, di conseguenza, si incontrano notevoli  difficoltà a tarare insieme prodotti e piattaforme”. Altra fonte molto esperta, a difesa di Rai, ci dice: “Rai Play non ha avuto problemi, il disservizio è stato temporaneo e non ha riguardato le dirette. Inoltre, ha avuto conseguenze diverse a seconda delle zone e dell’operatore TLC a cui gli utenti erano connessi. Comunque, il problema si è risolto progressivamente in serata”.
Bene, grazie ai nostri autorevoli interlocutori. Tanto basta per poter esprimere qualche valutazione.

Non siamo in grado di sapere e capire perfettamente come stanno le cose realmente e in che termini sono stati sottoscritti i contratti di fornitura. Ma non è solo questo il problema. Ci sembra più convincente la prima “lettura” e viene peraltro confermata dalla seconda quando si dice che “il problema si è risolto in serata”. Dunque, il problema c’è stato e si tratta di stabilire la rilevanza e i tempi per la soluzione. Ricorderete bene l’entusiasmo di quando venne “inaugurata” la nuova Rai Play alla vigilia di Sanremo e l’enfasi posta quasi si trattasse la soluzione di tutti i problemi Rai. In quella occasione abbiamo scritto chiaro e tondo che si trattava dell’ennesima macchina con una ruota bucata, cioè priva di risorse adeguate e di un progetto strategico in grado di renderla competitiva con le altre piattaforme streaming. Inoltre, proprio nei giorni scorsi ne abbiamo accennato, lo streaming ha fame di contenuti nuovi, adatti ad un pubblico diverso da quello solitamente abituato al broadcast tradizionale e questi contenuti costano e i soldi in cassa Rai non ce ne sono e ce ne saranno sempre meno. Inoltre, pensare di mescolare i pubblici su questa piattaforma dove si trovano i giovani dinamici con tablet e cellulari e anziani comodamente seduti in poltrona è, a nostro modestissimo avviso, un errore strategico rilevante.  
In questo senso, ci appare convincente il rilievo posto alla “direzione strategica” del progetto RaiPlay che opera su un terreno dove contenuti editoriali e tecnologie di diffusione non possono e non devono essere disgiunti.

E torniamo a bomba: quale progetto, visione, prospettiva si vuole intraprendere per il futuro del servizio pubblico (lo scriviamo con le minuscole)? Quello straccio di Piano industriale è prossimo a svanire nel nulla mentre, nel frattempo, la concorrenza incalza sia sul fronte free sia sul fronte pay. Quello stesso Piano industriale (pag. 232) prevedeva esplicitamente che Rai dovesse “evolversi verso una Media Company sempre più digitale attraverso il rinnovamento ed il potenziamento delle infrastrutture ICT” che potrebbe anche significare dotarsi di una rete streaming proprietaria.  Potrebbe, appunto, “magari”, chissà , forse …
Riproponiamo ancora una volta: “Quale sarà la Rai Prossima ventura” ???
bloggorai@gmail.com

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