sabato 23 novembre 2019

La Rai tecnologica


Siamo da sempre stati convinti che la Rai, le donne e gli uomini che ci lavorano, siano molto meglio di quanto spesso viene rappresentata e ancora di più di quanto spesso gli ultimi arrivati in Azienda la guardano con sufficienza, con il retropensiero che si tratta di una banda di cialtroni e corridoristi ai quali bisogna insegnare il lavoro perché loro lo facevano bene dove erano prima.

Non è così e una prova ce la fornisce questa mattina un articolo comparso su Wired.it dove si leggono interessanti e importanti dichiarazioni di Stefano Ciccotti, CTO di Viale Mazzini, riguardanti in particolare la tenuta della rete e dell’infrastruttura. Ciccotti si riferisce all’esperimento di grande impegno tecnologico che il Servizio Pubblico ha affrontato per sostenere la sfida con le nuove piattaforme di distribuzione dei prodotti audiovisivi e per accompagnare i telespettatori verso la necessaria alfabetizzazione informatica. Il CTO conferma che questo test, al momento, è largamene riuscito ed ha fornito prova della capacità e della possibilità che la Rai possiede di fronteggiare adeguatamente i problemi che si prospettano. C’è da essere molto soddisfatti di tutto questo ed è proprio una di quelle buone notizie che meritano di essere comunicate. Gli argomenti trattati da Ciccotti sono molto tecnici e per questo crediamo sia utile leggere direttamente il testo dell’articolo:


Detto questo sono doverose alcune osservazioni. 1) anzitutto a proposito di comunicazione: perché su questo argomento invece di un solo pezzo su un qualificato giornale on line non si convoca una bella conferenza stampa, aperta a tutti, e si comunica lo stato dell’arte? È una bella notizia e allora tiratela fuori, strombazzatela ai quattro venti 2) Ciccotti è ingegnere e fa bene il suo lavoro. Si legge nel testo che Fiorello è stato determinante “è lui che ci ha messo il sale sulla coda ed era lui che dovevamo convincere della bontà dell’app.” Convincere lui??? Magari convincere i telespettatori di Rai Uno che invece lo hanno mollato e hanno fatto perdere alla rete oltre un milione di telespettatori in soli quattro giorni. La parte editoriale è altra cosa e certe volte viene da pensare che sia riferita ad altra Azienda, quella delle società di produzione esterne, tanto per intenderci, quelle che governano la maggior parte del day time di RaiUno. Fiorello non è un brand Rai ed ogni euro investito su di lui non costituisce un asset strategico dell’Azienda: aumenta solo il suo personale fatturato quando compare sugli spot del noto operatore telefonico, quelli del suo agente che, a sua volta è collegato con gli altri personaggi che rappresenta, e quelli della prossima azienda che, offrendo un euro, di più, se lo porta a casa. 3) il comico siciliano quando propone Calcutta/Jo Pequeno agli anziani o la Carrà/Baudo ai giovani si colloca in una terra di mezzo già arata e impoverita. I primi preferiscono Youtube o Tik Tok, i secondi si godono le ventiduesima riproposizione di Montalbano. Dice Ciccotti “Non condivido per niente l’immagine degli italiani come analfabeti digitali …” sarà facile verificare quanto questa affermazione è opinabile. 4) lo abbiamo scritto tante volte: il problema numero 1 sono gli investimenti, i budget, la strategia di un’Azienda nel suo complesso, non solo quelli destinati a RaiPlay. 5) come noto, la battaglia con gli OTT non si gioca sono e tanto sulle tecnologie (dove potremmo pure essere bravi) ma sui contenuti e i contenuti costano e i soldi, all’orizzonte, non ci sono. Tutto questo non è materia del CTO, lui si limita a fare bene il suo lavoro, per questo lui e le persone che ci lavorano meritano tutto l’apprezzamento possibile.

Ora veniamo ad altri temi. Nei giorni scorsi Striscia la Notizia ha aperto una bega che merita di essere seguita con attenzione ed era riferita a Marcello Giannotti, capo della comunicazione Rai. Pochi ne hanno parlato (???) ed ora sarà un suo problema con i suoli legali trovare il modo per difendersi adeguatamente. Questa mattina leggiamo, dal solito bene informato Claudio Plazzotta su Italia Oggi, che “Probabilmente, in definitiva, si sta assegnando a Marcello Giannotti più potere di quello che effettivamente ha”. Cosa vorrà dire? L’AD, sul tema, ha rilasciato una “nota” dove si dice che sono stati chiesti chiarimenti. La comunicazione non è un fattore irrilevante, secondario, proprio per l’Azienda di comunicazione più importante del Paese. Forse, merita qualcosa di meglio di una nota. La lista delle “attese di chiarimenti” si allunga sempre più.
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