giovedì 7 dicembre 2023

RAI: vulcano o palude?


Cosa c’è di nuovo oggi che possa meritare un briciolo di attenzione? Nulla, rigorosamente nulla. Salvo che non siate interessati a sapere che al prossimo Sanremo parteciperà un noto ballerino.

Quando pensiamo a questo Blog, quando pensiamo alla RAI, al Servizio Pubblico, spesso ci vengono in mente due immagini. La prima è quella della caldera di un vulcano apparentemente spento, la seconda è quella di una palude fumosa e nebbiosa. Nella prima emerge una voragine, un vuoto fermo, una crosta immobile sotto la quale ribolle un magma incandescente pronto ad esplodere, non si quando ma si sa che avverrà. Nella seconda immagine si vede invece un laghetto di fango malmostoso e maleodorante dove sprofonda lentamente e inesorabilmente tutto ciò che di buono o di cattivo che possa riguardare l’Azienda RAI e il concetto stesso di Servizio Pubblico.

Ciò che unisce le due immagini è il pubblico “istituzionale” intorno che le osserva: inerte e attonito, passivo e indulgente, spesso complice più o meno consapevole. Vengono in mente quelli che in autostrada rallentano per vedere un incidente: magari si fanno un selfie e poi tirano via velocemente. Il pubblico della televisione, i telespettatori oggi, in particolare sotto i 35 anni, più o meno, si comportano così: appena sentono odore della 35a replica di Montalbano prendono il telecomando generalista e lo usano come apribottiglie o fermacarte.

Provate ad elencare i fatti e i misfatti più significativi solo degli ultimi mesi e metteteli a confronto con le azioni o reazioni che hanno suscitato. Siamo ai limiti del vuoto cosmico. Ci ripetiamo: il Contratto di Servizio passato con qualche balbettio e ancora non è approvato, la proposta di riduzione del canone ai limiti dell’incostituzionalità non è stata nemmeno degna di nota, gli ascolti in Day Time ormai pressoché stabilmente sotto Mediaset e, per finire, un’inchiesta di Report che indirettamente riguarda RAI e un misterioso contratto di 500 mila euro per attività di Cybersecurity. Tutto svanito, annegato sotto la crosta della caldera o nei fanghi della palude. Basta l’espace d’un matin e si va oltre, Sanremo è alle porte e il Tg1 di domenica scorsa apre l’edizione con Amadeus.  

Domani sarà un altro giorno … si vedrà.

bloggorai@gmail.com

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