martedì 21 aprile 2020

Rai Fase 2: preparate l'artiglieria

Sarà necessario prepararci alla fase 2 del Servizio Pubblico e non si preanuncia una passeggiata tra le mammole e margherite primaverili. Lo abbiamo scritto in epoca non sospetta ben lontana dalla crisi del Covid: la madre e il padre di tutte le battaglie sono in armi, pronti a combattere corpo a corpo per le nomine nelle società controllate e partecipate dalla Stato. Inoltre, pure abbiamo scritto, per quanto riguarda la Rai, sono in sospeso due nomine strategiche di grande rilevanza: AgCom e il sottosegretario con deleghe alle TLC. All’interno di Rai balla anzitutto il cda di RaiWay.

Forse, in questo contesto si possono leggere le fibrillazioni degli ultimi giorni che hanno interessato Viale Mazzini. Questa sera, alle 20, ci dovrebbe essere l’audizione di Foa e Salini in Vigilanza per la nota questione degli spazi concessi prima a Conte e poi a Salvini e Meloni. Sotto tiro dovrebbe esserci il Presidente (De Nicola, M5S ha detto che non è più un presidente di garanzia! Sic !!!). Ma, "dovrebbe" essere solo lui, ma non è il solo. Non sfugge a nessuno tra coloro che hanno buona memoria che sotto tiro ci dovrebbe essere pure l’AD per mille buoni motivi e ne citiamo solo due tra i più rilevanti: le nomine ai Tg e il Piano Industriale (rinviato, apparentemente, solo a causa della crisi Covid, ottimo motivo per non dover ammettere il grave ritardo in cui versava). Non ultimo, la questione delle famose lettere tra Vigilanza e Cda rimaste nel cassetto senza che i consiglieri ne venissero informati. La differenza è che la prima, ben grave e rilevante e pur sottoscritta da tutta la vigilanza, è rimasta ben occultata, e la seconda firmata solo da Barachini ha avuto grande clamore. Qualcosa non torna. Il tratto comune è che ambedue le lettere erano indirizzate a tutti e due. Questa sera potrebbe aprirsi un nuovo capitolo, rimaniamo dell’opinione (autorevolmente condivisa con autorevoli lettori del blog) che si tratterà dell’ennesimo fuoco di paglia. Nessuno potrebbe avere la forza e il coraggio di mettere mano a questo consiglio in questo momento.

Ieri abbiamo sollevato un problema che, puntualmente, è riemerso con tutte le sue minacciose potenzialità: il canone. Il “solito” vicepresidente della Vigilanza PD Michele Anzaldi ha riaperto il fuoco: riprendiamo dal sito Notizienazionali.it (che ieri ci ha citato e ricambiamo l’attenzione) “è assurdo che gli imprenditori e i commercianti si ritrovino a dover pagare alcune centinaia, in certi casi anche migliaia di euro, peraltro pur essendoci la certezza che queste attività siano nella quasi totalità chiuse dall’8 marzo”. È un colpo basso che potrebbe andare a buon fine se qualcuno in qualche modo, non interviene prontamente anche se, si andrebbe a parlare di corda in casa del boia, dove amici del canone Rai ce ne sono ben pochi (vedi recenti uscite dei ministri Patuanelli e Boccia). Ecco allora che si definiscono bene i campi di battaglia: la governance (vedi Legge del 2015) e le risorse del Servizio Pubblico. Si può aggiungere le tecnologie: la transizione verso il DVB-T2 potrebbe subire considerevoli ritardi con conseguenze ancora tutte da valutare. Abbiamo già scritto in propossito che le previste vendite, il rricambio di apparati televisori a causa del Covid potrebbe subire una sostanziale riduzione rispetto alle previsioni. Per il CTO Rai , as usual, ci sarà molto da fare.

Nel frattempo, ieri la Direzione comunicazione in accordo con il Marketing, ha  diffuso un comunicato interno che già nel titolo suona “strano”: “Auditel online in quarantena: dominio Rai negli ascolti”. Si legge:
 “A partire dal 9 marzo, da quando la maggior parte della popolazione italiana è costretta a trascorrere a casa la maggior parte del suo tempo, l’ascolto della tv tradizionale è esploso, con aumenti anche del 40%. E con tanto tempo trascorso davanti al vecchio schermo fisso, e meno tempo da passare davanti ai computer o in giro con gli smartphone in mano, l’ascolto online degli editori televisivi misurati da Auditel è complessivamente diminuito, passando da 17,2 milioni a 16,6 milioni di ore di visione media a settimana. Le analisi della Direzione Marketing mostrano che, in un contesto di ascolti online in contrazione, la Rai è l’unico editore che mostra un consumo in crescita, passando da 5 milioni di ore medie a settimana a 6,6 milioni con una crescita del 30%, diventando assoluto leader di mercato. Questa leadership di mercato è stata raggiunta grazie alla centralità della Rai come servizio pubblico in un momento difficile come questo, ma anche allo stravolgimento dei palinsesti di tutti gli editori”. No comment … ci limitiamo ad osservare “dominio” !!!

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