lunedì 20 aprile 2020

Il buio oltre la siepe


Chi non è  romano, forse, non sa cosa rappresenta la figura dell'Angelo sulla sommità di Castel S.Angelo. Nell'anno del pontificato di San Leone Magno, alla fine del 500, una terribile pestilenza colpì Roma e ogni giorno si svolgevano litanie e processioni per chiedere l'intervento Divino. durante una di queste cerimonie, si racconta, la gente vide apparire la figura dell'Arcangelo Gabriele che rinfoderava la spada in segno della fine della pestilenza e, per ricordare questo evento, venne posta la statua a metà del 1700 ad opera di uno scultore fiammingo. 
Ci sarà una nuova visione per il prossimo 4 maggio?

Nei giorni scorsi abbiamo scritto di segnali di vita su Marte. Oggi l’osservatorio di Hubble si è spento e non è pervenuto nulla… silenzio astronomico. Ne approfittiamo per alcune osservazioni che ci hanno rivolto autorevoli lettori. Ci dice il primo: Salini, ben che vada comunica “ a domanda risponde”. Ha scritto il testo sull’appello per il teatro e va bene, era il minimo sindacale. Ci si aspetta molto di più: un progetto, una visione, una prospettiva per il Servizio Pubblico anche per quando, forse, lui potrebbe aver cambiato lavoro. Una volta si sosteneva che la differenza tra un politico e un uomo di governo è proprio nella capacità di vedere oltre il proprio mandato, al di fuori dell’orizzonte della gestione ordinaria o dell’emergenza. Ecco, da Salini è giusto attendersi qualcosa del genere, magari anche oltre il Piano industriale che nessuno è in grado di immaginare che fine potrà fare. O meglio: potrebbe essere un significativo scarto di proposizione chiedere alla società che lo ha scritto (in cambio di parcella milionaria) di immaginare un aggiornamento post Covid, nella convinzione che necessariamente non potrà essere come prima.

Altro lettore sulla radio e sull’intervista a Sergio. La “sorella povera”della televisione è in sofferenza da tempo e non solo perché il mercato è cambiato ed ha visto indebolire la sua centralità ”istituzionale” ma  anche perché ha molti nemici al suo interno, all’interno della stessa Azienda. Vedi il caso del recente accordo con il Ministero dell’Istruzione sull’ e-learnig dove non c’è traccia di Radio. Oppure, semplicemente,sufficiente “pesare” quanta stampa si produce sulla radio rispetto alla televisione: non c’è partita. Allora, anche in questo caso, occorre un coraggio e una forza supplementare per restituire alla radio il ruolo che, legittimamente, gli spetta nel panorama mediatico. Non ultimo occorrono ingenti investimenti ma questa è altra storia della quale più avanti accenneremo.
Ancora, l’intervento di Franceschini e la Netflix della cultura (a pagamento). Già abbiamo scritto che non ci sembra un’idea molto felice, un po’ strampalata e priva di senso di mercato. Ma anzitutto non sembra proprio utile al Servizio Pubblico. È noto, infatti,che una delle risorse principali sulle quali è in corso la grande competizione degli ascolti televisivi è sul tempo che i telespettatori dedicano ad un programma, una rete o una piattaforma (compresi i videogiochi, saliti a oltre 1,8 mln di persone che vi dedicano molte ore). Il tempo è la risorsa più pregiata e per “spenderlo” bene è necessario offrire “merce” apprezzata. Non c’è dubbio che la cultura sia tale, ma che senso ha proporla a pagamento quando Rai già la offre gratis? O meglio, la offre a fronte del pagamento del canone per il digitale mentre è free su RaiPlay, per quanto poi, come abbiamo scritto appunto ieri, la stessa Rai non ci crede molto.

Infine, un tema ormai cantilenante: le risorse per la Rai. Stanno andando in onda molte repliche e programmi registrati in epoca pre Covid. Quanto potrà reggere  questa situazione prima che il pubblico, legittimamente, possa dare visibili segni di fastidio? E quanto mancherà prima che un politico di turno in cerca di facile consenso elettorale torni alla carica sul canone? Questo tema sarà il vero campo di battaglia per il prossimo periodo: la fase 2 per la Rai, per il Servizio Pubblico passa per la capacità di partire subito all’attacco su questo fronte prima della campagna della prossima stagione. Attenzione: parliamo di canone ordinario ma non meno importante il canone speciale che interessa gli esercizi pubblici. I generali avversi stanno affilando i pugnali perché sanno di trovare un’Azienda forse forte di ascolti “obbligati” (ringraziando il Santo Padre e il buon Montalbano) ma debole  di idee, di progetti, di proposte per un mondo che sarà inevitabilmente diverso da prima.
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