domenica 15 marzo 2020

La tragedia e la beffa


La Rai, il Servizio Pubblico, come il  resto del Paese, sta vivendo un momento drammatico che impone scelte importanti, coraggiose e responsabili. Abbiamo già scritto di come l’Azienda si è trovata del tutto impreparata a gestire l’emergenza, anche perché non ha mai contemperato di dover trovarsi in una crisi di queste dimensioni. Chi vi scrive,  in epoca non sospetta, ha sollevato nelle sedi opportune la necessità di dotarsi di una unità di crisi con il compito di prevedere tutti gli scenari possibili, compresi quelli più gravi. Per quanto ci risulta, nulla di tutto questo è mai avvenuto e la cosiddetta “task force” sul Coroonavirus è stata creata a ridosso dello scoppio della crisi. Abbiamo scritto subito che si poneva un problema immediato e rilevante sulla comunicazione, interna ed esterna all’Azienda, laddove le informazioni che venivano fornite ai cittadini nella loro qualità e nella loro quantità poneva tutto l’apparato informativo della Rai in condizioni di emergenza che richiedevano, da subito,  comportamenti e scelte adeguate.

Per quanto abbiamo letto (dal sito LoSpecialista e da Mario Ajello sul Messaggero) e da quanto abbiamo saputo con alcune telefonate di questa mattina  la situazione sarebbe in questi termini:

Antonio di Bella, già direttore di RaiNews24, e componente la Task force, sarebbe nominato come una specie di “superdirettore delle news sull’emergenza sanitaria” con il compito di coordinare e far convergere a partire da domani sul canale allnews della Rai tutte le informazioni e i servizi prima diffusi dai Tg ai quali rimarrebbero solo le edizioni principali (da ieri sono state tagliate molte edizioni). Si prevedono “finestre” ad orari prestabiliti sulle tre reti a partire dalle 6.30. a partire dall’una di notte tutto il canale news sarà visibile su RaiUno.  Si tratta di una vera rivoluzione copernicana che da un lato impatta sulla gestione dell’emergenza e dall’altro potrebbe prefigurare il famoso piano di Newsroom tanto dibattuto negli anni passati e che pure è parte integrante del Piano Industriale (vedi allegato a parte, che dovrebbe essere sottoposto al giudizio vincolante della Vigilanza). Discorso a parte si dovrebbe fare per il rapporto tra giornalisti ed edizioni dei diversi Tg. Questa manovra sembra indirizzata tutta verso il Tg1. Lettura politica: Di Bella potrebbe essere una soluzione parziale al nodo “nomine” dei telegiornali che, secondo la ricostruzione di Ajello, darebbe un significativo vantaggio al PD senza scontentare troppo il M5S.

Prima valutazione: si chiude la stalla quando i buoi stanno già sono scappati. Abbiamo scritto da giorni che si era in presenza di un ritardo grave e colpevole per il Servizio Pubblico  che non si può compensare con l’aumento degli ascolti generalizzato per tutte le emittenti (vedi i dati pubblicati sul Corriere di oggi:  + un milione nel prime time, da martedì sera superati i 31 milioni di telespettatori), ripetiamo,  non sono solo i numeri che soddisfano il  ruolo del Servizio Pubblico in questo momento. Inoltre, abbiamo  scritto tante volte che RaiNews24 è un canale con ascolti da “prefisso telefonico” (intorno allo 0.6%)  pure se ci lavorano poco meno di 200 giornalisti (e non sappiamo esattamente quanto costa). Era necessario arrivare allo stato di emergenza per capire che si poteva e si doveva utilizzare meglio questo canale che non  riesce ad entrare nemmeno con il sito Web tra i primi 15 siti di informazione on line? Lasciamo perdere poi il tema del suo direttore: questa mattina alcuni ex colleghi ci hanno detto “in questo momento non c’è di meglio”. Bene, allora perché non averlo utilizzato subito, perché aver tergiversato sulle nomine dei Tg? E comunque, ci dicono, sarebbe utile sapere cosa ha fatto il Direttore per risollevare le sorti di RaiNews24 prima della crisi. Bella domanda. Infine, qualcuno ci ha detto: “meglio tardi che mai”. No, scusate, meglio prima che dopo. 

Tutto ciò che avviene “dopo” suona male, quasi beffardo. Era tutto noto prima.

Ieri notte sarebbe arrivata una mail  ai dirigenti con la quali li si invita (obbliga?) a prendere ferie dal 16 al 3 aprile per chi ha maturato fino a 50 giorni di arretrati mentre di 15 giorni per chi ne ha maturati più di 50 mentre risulta una diversa comunicazione inviata a tutti gli altri dipendenti. A parte il fatto che si scoperchia un buco clamoroso: ci sono moltissimi dirigenti e giornalisti con incarichi dirigenziali che hanno un passivo di ferie arretrate che pesano moltissimo sulle casse Rai e che nessuno finora è risuscito ad imporre lo smaltimento. La domanda è lecita: perché ??? Inoltre è arrivata, sembra proprio questa mattina, una mail a tutto il resto del personale dove si invita ad attivare un processo eccezionale di “cessione e scambio” di giorni di ferie e giorni di recupero arretrati (PF, PR etc) in un’ottica di “solidarietà” con dettagliate procedure. Si tratta di un argomento molto complesso e delicato, specie se riguarda il settore informazione: cosa potrebbe anticipare una scelta di questo genere? che se si è in grado di gestire l’emergenza con meno persone si potrebbe fare lo stesso quando sarà finita l’emergenza ?

Infine, sembra che siano stati affidati due incarichi molto particolari: il primo a Paolo Piccinelli, ex ufficiale dei Carabinieri, e il secondo ad un virologo. Mentre per il primo si può comprendere la portata, per il secondo sarebbe importante sapere i criteri con i quali è stato selezionato: in questo momento gli scienziati non sono tutti concordi sulle scelte da compiere.

Ieri è avvenuto un esperimento importante promosso dal MiBact: da tenerne conto e sarà necessario riflettere su come, ee su quanto il Servizio Pubblico potrebbe e dovrebbe fare sul terrreno "dell'ascolto" degli utenti e dei cittadini.

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