sabato 28 marzo 2020

Corto circuito Rai ?


Ieri pomeriggio, durante la benedizione del papa, alle 18.20 l’Agenzia Italpress lancia un flash: “ZCZC IPN 738 POL --/T CORONAVIRUS: ALLE 19 DISCORSO DI MATTARELLA ALLA NAZIONE ROMA (ITALPRESS) - Secondo quanto apprende l'Italpress, alle 19 il presidente della Repubblica Sergio MATTARELLA terra' un discorso alla nazione. (ITALPRESS). sat/abr/red 27-Mar-20 18:20 NNNN”. Si può  bene immaginare cosa possa essere successo. Si pensa subito che ci possa essere qualcosa di grave ed urgente per motivare un gesto così forte e, per di più, quasi in sovrapposizione al Papa. Si cercano conferme che non arrivano e la situazione appare confusa. Finisce il Papa e su RaiTre e altre reti commerciali va in onda un videomessaggio registrato del Presidente delle Repubblica. Su RaiUno parte il giochetto L’Eredità. Mattarella compare sul Tg1 in apertura alle 20. Qualcosa non torna: perché un messaggio registrato in onda su orari differiti? Delle due l’una: o si tratta di un messaggio “forte” ed autorevole per un momento di particolare gravità e allora meritava la diretta simultanea, anche a costo di enfatizzare il momento oltre  la reale gravità che lo caratterizza. Oppure, si è trattato di una “comunicazione” … passateci il termine … “ordinaria” e quindi andava pure bene la formula del videomessaggio registrato. Qualcosa non torna e rimane forte la sensazione che sia in corso un cortocircuito informativo mediatico che coinvolge direttamente il Servizio Pubblico. Non è del tutto chiaro cosa sta succedendo ma siamo certi che qualcosa sta succedendo: diciamo che si tratta di una “sensazione” e come tale viene trattata, ma i tanti episodi che si stanno accavallando (ne abbiamo scritto più volte nei giorni scorsi) sottolineano che l’informazione del  Servizio Pubblico sia progressivamente  delegittimata, non tanto nei numeri degli ascolti ma nel ruolo, nella percezione dei cittadini. 

Da leggere attentamente gli ascolti di ieri, venerdì 27 marzo 2020:

day time 
Canale 52.43615,8%16,8%
Rai 12.37515,4%17,9%

prime time

Canale 55.57517,8%16,1%
Rai 14.35313,9%20,5%


In questa chiave si leggono le “lettere” indirizzate a Viale Mazzini. La prima, della quale ha parlato solo PrimaOnLine, è stata scritta dalla Vigilanza: “ …per chiedere di rafforzare ulteriormente il palinsesto informativo mantenendo un profilo di ufficialità, evitando in ogni modo di diffondere fake news e di dare voce a non esperti che parlano del coronavirus. Anche al fine di difendere l’autonomia e l’autorevolezza del servizio pubblico, la bicamerale ha invitato la Rai, pur nella consapevolezza della situazione emergenziale, ad evitare di trasmettere, in maniera non consueta, dirette via Facebook o conferenze stampa che non prevedano la presenza dei giornalisti, per difendere il loro ruolo”. È stato necessario scrivere una lettera istituzionale per sottolineare il problema.
La seconda lettera,  della quale pure abbiamo riferito, è stata scritta da Pupi Avati e questa mattina è stata ripresa di Renzo Arbore sul  Corriere "... non si può non apprezzare, come ha fatto l'ottimo Pupi Avati, l'idea che il servizio pubblico approfitti di questa sciagurata contingenza, di questo momento così difficile, per riconciliarsi con i suoi fruitori e, in particolare, con quelli che ad esso, finalmente, richiedono attenzione particolare perla cultura. Dico cultura, ma in realtà, si tratta di moltiplicare le varie culture. Parlo di cultura musicale, artistica, della canzone italiana e di quella napoletana, del cinema, del teatro, delle altre invenzioni artistiche trasferibili sullo schermo televisivo (a eccezione dell'arte gastronomica italiana, che ce ne è fin troppa...). Insomma, il consiglio di Pupi Avari è quello di approfittare per rimettere in sesto il servizio pubblico che ultimamente si è lasciato andare a una programmazione leggera spesso fatta con spettacoli d'acquisto, inventati da altri, da società straniere; spettacoli che, probabilmente, sono vicini a quella che in America si chiama «tv cheap». Non di tv trash», che è un'altra cosa, e che è abbondante altrove. La tv «cheap» è quella di gusto mediocre, senza invenzioni, che vive di «espedienti» per conquistare il pubblico più disarmato culturalmente. Una tv che non a arricchisce il fruitore, ma lo coccola assecondandone il cattivo gusto…”. Sottoscriviamo pienamente, in particolare dove si sottolinea la pressoché totale sudditanza programmatica, ideativa, concettuale dai produttori esterni. Quando il direttore di RaiUno si gongola all’idea di aver riportato in video la Carrà grazie ad una nota casa di produzione … è tutto dire.  
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