In due modi - Mike disse – gradualmente prima e improvvisamente poi.
Chi ti ci ha portato?
Amici – disse Mike. Io avevo un sacco di amici. Falsi amici.
(E.H. – Fiesta)
Le lettrici e i lettori di Bloggorai conoscono bene questa citazione: torna sempre utile. L’abbiamo usata ogni qualvolta si avvertiva chiara e forte la sensazione che la RAI si stava avvicinando ad un punto critico di rottura. Sbagliando, ritenevamo che questo fosse un punto fisso e invece abbiamo scoperto essere dinamico: si sposta costantemente e inesorabilmente in avanti. Non passa giorno ormai che senza avvertire o leggere segni di cedimento, di progressivo indebolimento.
Attenzione, per proseguire la lettura dovremmo convenire, una volta per tutte, su un punto inderogabile: questo processo non è iniziato con il Governo di destra, con la Meloni, ma viene da lontano, molto lontano e coinvolge tanti nemici del Servizio Pubblico ma anche qualche presunto “amico” fuori ma anche dentro Viale Mazzini.
La stagione che si appresta a chiudere con l’uscita di scena di questo Cda vede una fotografia destinata ad entrare nella storia: il passaggio di consegne tra l’AD Fuortes e l’arrivo di Sergio accompagnato dal DG Rossi, candidato a priori, a prescindere, al posto di Sergio che, a sua volta, si è autocandidato a fare il DG senza che nessuno gli obiettasse nulla. Non è stato detto e scritto a sufficienza sul suo significato e sulle conseguenze che ne sono derivate e che ne deriveranno presto, tanto da farlo passare quasi come “fisiologico” ovvero del tutto naturale. Così non è e le ragioni ve ne abbiamo portate a sufficienza.
Bene. Veniamo a queste ore. Ieri l’ANSA ha pubblicato uno stralcio del Digital News Report di Reuters Institute 2024 dove si legge (pag. 90) che “Italian television remains highly popular, yet its role as a primary source of news is steadily diminishing, with a decline from 85% in 2017 to 65% in 2024, as shown by our survey”. In particolare, poi si legge che l’informazione RAI non solo scende di posizione rispetto allo scorso anno ma si attesta su questo livello:
Ultima piccola
notizia, robetta di poco conto ma che la dice sempre lunga, che è passata pressoché
inosservata: la Rai è stata condannata pure in Cassazione per una vicenda che
risale al 2016 quando una scenografa, Chiara Biancheri “ ha convenuto in
giudizio dinanzi al Tribunale di Genova la Rai- Radiotelevisione Italiana
s.p.a. (di seguito semplicemente RAI), assumendo di essere la creatrice
dell’opera grafica «The scent of the night», lamentando la violazione del
proprio diritto d’autore sull’opera, utilizzata dalla RAI come scenografia
fissa per il Festival di Sanremo del 2016”. Ora, al di la della vicenda
processuale e del ruolo svolto da RAI, la domanda semplice semplice è sempre la
stessa: quando l’Azienda sbaglia chi paga?
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