"...Io era tra color che son sospesi
e donna mi chiamò, beata e bella,
tal che di comandare io la richiesi..." (Inf. C.II, 54)
Già, dopo lo scossone elettorale europeo siamo tutti tra cielo e terra, uno spazio intermedio che ancora non permette di sapere e capire quale potrà essere il prossimo futuro della RAI. Al momento, di sicuro c’è solo che l’attuale Cda con l’approvazione del bilancio è in regime di prorogatio e quindi in funzione solo per l’ordinaria amministrazione. Altrettanto sicuro è che questo governo, salvo ognuno, potrà reggere fino a completare la legislatura e con questo si dovrà fare i conti.
Per Viale Mazzini, dentro e fuori, è giunta l’ora, dunque, delle trame e dei complotti allo stato puro. È l’ora delle camarille, degli inciuci e dei trappoloni, delle alleanze e delle rotture di antichi sodalizi. Qualcuno si gioca la sopravvivenza, altri un futuro radioso di nomine e prebende, altri ancora ansimano per riconferme e premi di consolazione.
Oggi, forse, si potrebbe riunire la conferenza dei capigruppo al Senato dove si potrebbe decidere la data del possibile voto per eleggere i nuovi quattro rappresentanti nel nuovo Consiglio. Della Camera non si hanno notizie. La data che da qualche parte è stata indicata, il prossimo 20 giugno, appare alquanto improbabile.
Non c’è in gioco solo la partita RAI: il Governo ha rimandato a dopo le elezioni altri impegni non meno importanti: CdP e Ferrovie nel mentre che il Parlamento è impegnato sul grande tema della riforma costituzionale e del premierato.
Per quanto abbiamo capito e potuto verificare, si prospettano due ipotesi. La prima prevede una decisa accelerazione: il Governo sostiene che “abbiamo vinto noi e ora andiamo a comandare”. Quindi, avendo il potere di imporre l’agenda parlamentare, si spinge decisamente per chiudere la partita prima possibile. La seconda ipotesi, nemmeno poi tanto improbabile, sembra palesare un ragionamento più “moderato” da parte di Palazzo Chigi: ragioniamo, vediamo, verifichiamo pure i nuovi equilibri con gli alleati e non facciamo errori. Ne consegue che, seppure in prorogatio, a Viale Mazzini potranno sopravvivere bene ancora qualche mese.
Quale delle due ipotesi potrà prevalere? Difficile oggi azzardare previsioni. Anzitutto perché esiste la “variabile del cavallo” ovvero il voto in Vigilanza per la nomina del/la presidente. In quella sede, giocoforza, la maggioranza dovrà venire a patti con qualcuno: si dovrà cedere qualcosa. Cosa e chi sarà il soggetto della trattativa? Forza Italia che vorrebbe candidare la Agnes come da tempo si legge? Oppure il PD che potrebbe ambire ad un “presidente di garanzia” rinunciando ad un posto da consigliere “semplice”? Il M5S sembra fuori gioco: si sono perse le tracce. Il voto in Vigilanza è segreto e potrebbe succedere di tutto, comprese vendette.
Alla domanda che abbiamo posto da tempo su cosa intendono fare in merito alla proposizione dei nomi da sottoporre al voto del Parlamento, PD, M5S e AVS tacciono e attendono cosa potrà succedere nei prossimi giorni: forse una sorpresa e forse per alcuni nemmeno poi tanto gradita perché potrebbe pure rompere il giocattolo. Ci rendiamo conto ... ci rendiamo conto …
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