Oggi la “notizia” (si fa per dire) la pubblica MF con il
titolo “Si muovono le torri” riferito alla maturazione delle “… condizioni che
stanno maturando per le annunciatissime nozze tra Ei Towers e Rai Way”. Attenzione:
il veleno sta nel mezzo dell’articolo ed è distribuito in due pozioni. In una
prima parte si legge che “… un primo schema prevede che la Rai vari un abb
(vendita accelerata di azioni) sul mercato per ridurre la quota, scendendo a
una soglia vicina al 50%. La cessione dovrebbe essere rivolta a soggetti
istituzionali: alla finestra vi sarebbero circa 20 soggetti tra cui figurano
anche Cdp e alcune casse previdenziali, come quella forense. In questo modo
l'abb da una parte permetterebbe a Viale Mazzini di far cassa da utilizzare
successivamente per i propri piani di sviluppo (l'obiettivo è raccogliere
qualcosa come 200 milioni, ma è possibile che i valori siano più bassi) …”. La seconda
pozione di veleno si trova laddove si legge che “… In questa direzione si
potrebbe quindi condurre un deal tra uguali, cioè portando — dopo una serie di
operazioni di acquisizione e scambio — alla nascita di un nuovo soggetto in
cui i tre attori protagonisti Rai, F2i e Mfe detengano insieme il 60%, ovvero
il 20% ciascuno”.
Allora, in ordine: nel mentre e nel quando il Cda RAI è sull’uscio della porta si continua a mescolare nel torbido di una operazione dai contorni incerti e conflittuali dove i soli primi beneficiari, al momento, sono gli azionisti che per ogni “voce” che si legge, d’un tratto, portano a casa lauti dividendi. Inoltre, nel mentre e nel quando è in pieno svolgimento la partita delle nomine a CdP e Ferrovie dove la prima ha una quota significativa in F2i si torna a parlare di “polo delle torri”. A seguire, Mfe più che RAI vede all’orizzonte interessanti prospettive (vedi quanto abbiamo scritto lo scorso 31 maggio sempre commentando un articolo di MF con il titolo “Equita: il merger nelle torri farà calare il debito di Mfe”.
RAI, per essere brevi e chiari, su questa operazione sembra avere poche idee e alquanto confuse. La sola cosa nota e condivisa è quella di non avere una visione strategica del tema, di non avere un progetto, una prospettiva industriale del “polo delle torri” dove il Servizio Pubblico possa giocare un ruolo prevalente. Il solo elemento che continua ad emergere ed essere chiarissimo è l'alchimia finanziaria. L’altro punto fermo è che la vendita della quota differenziale dal 64% al 51% per ricavarne circa 190 mln doveva servire a sostenere il Piano Industriale, ovvero se non entrano quei soldi il Piano non parte.
Sintesi: a quanto sembra si sta progettando una “vendita” di RAI Way in
due fasi: la prima della tranche differenziale (valore stimato e, si legge
oggi, anche inferiore ai 200mln) e la seconda quando si arriverà alla fase
operativa di fusione che, appunto sempre per quanto letto oggi potrebbe non essere più
fino alla soglia di maggioranza del 30% ma anche al di sotto ovvero al 20%
paritario con gli altri soci (valore stimato circa 400 mln). A nostra memoria, è la prima volta che si legge
un’ipotesi del genere dove RAI, di fatto, non avrebbe la maggioranza ovvero il
controllo della nuova società. Torniamo allora al punto del quale abbiamo parlato
più volte: come sarà composta la governance della nuova società delle torri? Chi
avrà la maggioranza? Chi decide cosa? Questa la trappola fondamentale di tutta
l’operazione alla quale però nessuno sembra dar conto. Tantomeno un Cda uscente.
Da notare la singolare coincidenza: Italia Oggi pubblica un articolo
con un titolo significativo “Televisione, business difficile” dove si legge che
la RAI, nei quattro anni dal 2020 al 2023, ha accumulato perdite per circa 80
mln. Per non dimenticare poi che pendono sempre le minacce sul canone che vanno
dall’evasione crescente (circa 40 mln) alla riduzione programmata del 20% annuo (proposta dalla
Lega) e quella incerta pianificata dal Governo con il contributo “a discrezione”
di 430 mln rinnovabile "forse" ogni anno. Insomma,
il futuro del Servizio pubblico è appeso al portafoglio.
Per la riforma della governance, ci sarà sempre tempo:
Primum
vivere deinde philosophari.
bloggorai@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento