disse ’l maestro, "che l’andare
allenti?
che ti fa ciò che quivi si pispiglia?
Vien dietro a me, e lascia dir le
genti:
sta come torre ferma, che non
crolla
già mai la cima per soffiar di
venti”. (V, Purg.)
Abbiamo atteso e attenderemo ancora meglio per valutare e riflettere
sulla notizia di ieri: il TAR del Lazio a proposito del ricorso finalizzato a
chiedere la sospensione del procedimento di nomina dei consiglieri Rai secondo i
criteri della Legge 220 del 2015 e secondo quanto indicato dal recente MFA ha “Ritenuto
che, impregiudicata ogni valutazione anche in ordine all’eccezione di inammissibilità
del ricorso per difetto assoluto di giurisdizione sollevata da parte resistente,
le articolate questioni sottese alla controversia necessitino, per la loro complessità,
del compiuto approfondimento che è proprio della sede di merito;
Ritenuto, pertanto, opportuno fissare l’udienza pubblica
di discussione del ricorso …l’udienza pubblica del 23 ottobre 2024 per la discussione
del ricorso nel merito”.
Si tratta di un importante risultato che fissa alcuni punti:
A.A Il procedimento va avanti mentre Camere potrebbero
procedere alla nomina dei quattro consiglieri di loro competenza.
B.B È stato ritenuto necessario un approfondimento
di merito, quindi il ricorso ha un fondamento.
C.C La partita non è finita.
Cosa potrà succedere ora? Intanto il Cda è entrato nella fase di prorogatio a seguito dell’approvazione del bilancio. Intanto le Camere sono chiuse per la pausa elettorale europee. Non appena aperte le urne e verificati i nuovi equilibri politici i partiti potranno mettere mano alle trattative sottobanco, agli inciuci, ai cilindri magici dai quali far uscire nomi sui quali nessuno saprà mai in base a quali criteri saranno scelti. Di pari passo, il Governo, secondo quanto previsto dalla Legge 220 del 2015, di fatto resa ormai obsoleta con il recente MFA, provvederà a indicare i nomi di AD e Presidente. A suo tempo, 2021, Draghi e il MEF cercarono almeno di salvare le apparenze e nominarono una società di cacciatori di teste per trovare i nomi dei due supermanager. Si legge sul Messaggero del 10 luglio 2021 “La Lega protesta («Fuortes ha la targa Pd») e gli altri partiti si sentono presi alla sprovvista, scavalcati e ancora una volta umiliati dal blitz decisionista di Draghi. Molti elogi pubblici a Fuortes, dai dem e dagli altri, ma non dai grillini”.
Oggi, la situazione è molto, molto diversa: il Governo,
da tempo, sembra aver già deciso ma solo “sembra” perché quello che molti danno
per scontato proprio scontato non è, anzi! Come abbiamo detto, la partita è
appena iniziata e l’esito è molto incerto.
Sarebbe vivamente auspicabile ora, per tutti, uscire allo
scoperto e dire chiaro e tondo che i criteri della Legge 220 non si dovrebbero
applicare e che, di conseguenza, non si presenteranno nomi usciti dal cilindro.
Altra notizia importante di ieri: questo il titolo di MF “Equita:
il merger nelle torri farà calare il debito di Mfe” ovvero Mediaset. Nell’articolo
leggiamo “La possibile, ormai sempre più vicina, fusione tra i gruppi delle
torri Rai Way ed Ei Towers torna nuovamente nei radar degli analisti, che si
focalizzano sui possibili benefici per gli operatori coinvolti. Uno su tutti
Mfe-MediaForEurope, che detiene il 40% di Ei Towers (il 60% è posseduto da F2i)”.
È tutto molto chiaro e lo è sempre stato: il “polo delle torri” nelle particolari
circostanze, assume anzitutto il carattere di una operazione politica con
evidenti ricadute finanziarie a tutto vantaggio di una sole delle parti ovvero
Mediaset. Il vantaggio di RAI, nelle determinate circostanze, è rigorosamente oscuro ed ignoto, nel senso che la società unica incaricata di gestire le torri non ha,
nei disegni del Servizio Pubblico ancora una veste o un disegno industriale,
non rientra in alcun progetto o visione di cosa potranno o dovranno essere nel
prossimo futuro le oltre 2000 torri di sua proprietà (dove, peraltro e spesso viene
sottaciuto, viaggiano anche segnali della sicurezza nazionale che finirebbero
ad essere controllati da privati). Al momento, il solo punto fermo è la delibera
del Cda Rai che autorizza a scendere la quota proprietaria dal 64% al 51% con la
quale si suppone di ottenere circa 190 mln necessari a sostenere il Piano
industriale. Altrettanti punti fermi sono: A la dichiarata ostilità dei “fondi”
azionari a questa operazione e B il DPCM che (accogliendo i loro
desiderata) ha dato il via alla discesa al 30% della quota RAI necessaria,
appunto, a dare vita al “polo delle torri”.
In soldoni: alla vigilia del voto europeo si tratta di una
sostanziosa cambiale che FdI sottoscrive con FI. Mancano solo otto giorni e poi
la partita riprenderà.
bloggorai@gmail.com
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