Fischia il vento dentro Viale Mazzini e pure fuori. Le folate
si spingono fino a Palazzo Chigi e tra i vicoli di Camera e Senato. Non è
ancora bufera però potrebbe piegare in quella direzione. Si sa: il vento è
mutevole e a volte improvviso: una raffica e spazza via tutto.
Dopo un giro di telefonate, messaggi e un caffè mattutino
prima di partire, facciamo il punto con sottomano il calendario.
2 luglio: conferenza capigruppo. Potrebbe anche
succedere che si possa mettere in calendario la nomina dei quatto consiglieri
designati dal Parlamento. Un colpo di mano, uno strappo contro un Potere dello
Stato è financo possibile, poco probabile ma non si può escludere. Dipende da
variabili che ora vedremo.
4 luglio: udienza al Consiglio di Stato. Le possibilità
le abbiamo già scritte.
19 luglio: presentazione dei palinsesti a Napoli.
Tutto si svolgerà all’interno di questo arco di tempo. Ci sono
novità rispetto ai giorni scorsi? Si: aumenta il nervosismo e le trattative si
fanno intense e più ancor sottotraccia. Chi tratta cosa? Ci siamo “fatti
persuasi” che tutti trattano tutto. Da leggere il solito bene informato Caruso
oggi su Il Foglio.
Il primo a trattare sembra l’Ad sull’uscio di Viale Mazzini che
nei giorni scorsi si è incontrato con il Presidente del Senato La Russa.
Ovviamente nessuno saprà mai cosa si sono detti ma non è difficile intuire e ascoltare
qualcuno “solitamente bene informato”. Sergio non ci sta (adeguatamente
sorretto) a passare alla storia come lo scaldaposto di Rossi e tantomeno uscire
dalla porta di servizio. Il dilemma è rimanere a Viale Mazzini “… senza tornare
alla Radio…” o attendere un altro posto
al sole fuori dal Palazzo? Al momento, nessuno sembra avergli offerto nulla. Anzi,
verrebbe gentilmente "indotto" a restare. O almeno, sostiene un maligno, "a sua insaputa" cioè usato
per fare resistenza contro il “nemico” usurpatore. Trattative in corso! Soluzioni:
poche. La sola che si intravvede è quella più osteggiata dal “candidabile” AD che
non ci pensa lontanamente ad avere un contropotere a fianco.
La seconda a trattare è la “presidenza”. Qui il vento tira forte
e scompiglia tutto. La Agnes, di cui tutti hanno scritto da tempo, sembra aver
fiutato l’arietta e intuito che potrebbe non essere lei la prescelta. Quella carica
“pesa” ed è una carta che si può giocare su un tavolo più sofisticato di quello
attuale. Abbiamo scritto pure questo: poniamo che il Governo ha un solo obiettivo:
garantirsi una maggioranza in Cda blindata e, per ottenere questo risultato, ha
una sola chance: un piccolo passo indietro per uno grande avanti. Ovvero:
cedere quel posto in cambio di tre consiglieri (AD + 3). La formula, come
abbiamo scritto e come ci viene confermato essere ritenuta “suggestiva” vedrebbe
appunto la presidenza “esterna” e i posti residui uno al 5S e l’ultimo al
rappresentante dei dipendenti. A chi la presidenza? A chi se la merita e potrebbe
essere interessato il PD con un nome già scodellato. Si capiscono tante cose.
I terzi a trattare sono alcuni personaggi interni a Viale Mazzini
che pesano e influiscono non poco sul tutto il pacchetto. La posta in gioco è
anzitutto il cosiddetto DG che sostituirebbe l’attuale Rossi. Non è così facile
quanto sembra e nemmeno poco influente. Delle due l’una: o il DG è pesante ed
ha un ruolo, come lo sta giocando oggi Rossi, oppure non lo è ed allora è
ininfluente. Buona la prima e per la stessa ragione, qualora fosse Rossi l’uomo
“Del Monte” come detto, il posto se lo terrebbe stretto lui ad interim: un
bocconcino troppo prelibato per lascialo alla qualunque. Trame e complotti in corso
e nervi a fior di pelle. Tutti contro tutti e sono tanti a correre: l’elenco è
giunto a sei nomi.
La quarta zona di trattative è quella più grigia: i partiti,
tutti. Nessuno ha detto chiaro e tondo, forte e chiaro, che non porterà al voto
un proprio candidato. Tutti tacciono: generiche dichiarazioni sul MFA, sulla
riforma della RAI (ancora ???) ma nessuno ha aperto bocca sul ricorso al Consiglio
di Stato.
La quinta, last but not least, è quella che interessa Palazzo
Chigi. Si dice, pare, dicono, che il dossier Rai sia sul tavolo di Alfredo Mantovano,
sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Si dice, pare, sembra che la Meloni gli abbia
dato ampia delega per chiudere la partita, presto, ad una sola condizione: fai
tutto ciò che è necessario ma non mi portare altre grane con la RAI. Qualcuno
gli ha suggerito il “modello Draghi” che però non sembra aver portato grandi
risultati visto poi come è andato a finire. L’idea è considerata comunque buona ed un paio
di candidati sono già sul tavolo.
Veniamo a Napoli. Una notte sotto il Vesuvio non si nega a nessuno
e molti vorrebbero esserci epperò con un robusto pennacchio in testa. Qualcuno, nei giorni scorsi,
in una conferenza stampa, si è lasciato sfuggire una battuta: “...che mi hai
portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?” (Arbore, 1981).
Sergio o Rossi, o tutti e due amichevolmente apparecchiati in attesa di tempi
migliori, magari con il fresco settembrino?
Ad un certo punto, il vento dovrà pure calare.
bloggorai@gmail.com
ps: alle lettrici e ai lettori inquilini di Viale Mazzini:
oggi il Cda avrebbe (riporta LaPresse) deciso il trasferimento di Viale Mazzini.
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