lunedì 10 giugno 2024

RAI e Europa: la polvere sotto il tappeto


Non è facile oggi trarre conclusioni affrettate sull’esito del voto europeo. Cominciamo a mettere in chiaro alcuni punti fermi essenziali a partire da quello che abbiamo ritenuto e riteniamo il dato prevalente: l'astensionismo che, a nostro giudizio, vale molto dei votanti.

A - su 49.552.400 di cittadini italiani aventi diritto al voto, hanno votato in 22.838.312 pari al 49,6%. I voti sono così ripartiti: FdI con 6.578.829 e il 28,81%, PD con 5.487.922 e il 24,03% e il M5S 2.277.204 e il 9,97% (fonte Eligendo). Da fare sempre attenzione: si tratta di percentuali sui votanti e quindi, per intenderci, che i 6,5 mln della Meloni sono poco più del 10% degli italiani elettori … e così via.

B - la destra si è rafforzata, i progressisti hanno migliorato e il 5S ha perso.

C - nel continente il colpo più forte lo hanno subito in Francia e in Germania, la cosidetta "locomotiva d'Europa". 373 milioni sono gli europei aventi diritto al voto in tutti i 27 i Stati dell’Unione Europea, per eleggere 720 deputati. Hanno votato quasi la metà.

Per quanto ci riguarda, la nostra attenzione è focalizzata su due fronti: il primo è il futuro dei Servizi Pubblici in Europa e il secondo sul prossimo Cda di Viale Mazzini.

Per quanto riguarda il primo punto, è indubitabile che i SP in Europa sono sotto una forte spinta al loro mutamento. La destra al potere in diversi paesi spinge nella direzione di un loro progressivo indebolimento e della loro sottomissione al volere governativo. Sul secondo punto, da oggi si aprono gli scenari sui nuovi equilibri che si andranno a determinare dentro la maggioranza e tra l’opposizione. Dobbiamo aspettare che cali la polvere per capire meglio cosa potrà succedere. Il punto fermo è la recente sortita dell’AD Sergio proprio durante il voto "Nessun problema: Rossi sarà AD e io DG". Difficile supporre che sia stata “voce fuori dal sen fuggita” che dir si voglia. Ora inizia la trattativa vera che vede alcuni elementi molto chiar: la Lega dovrà abbassare le penne, FI le alzerà, il PD potrà chiedere di più e il M5S “aprirà una fase di riflessione”. Ne abbiamo già parlato: con questa nuova situazione l'ipotesi "cappotto 3 a 1" prende forza.

Rimanete sintonizzati

bloggorai@gmail.com

 

ps: merita la lettura un articolo sul Sole 24 Ore di oggi a firma di Roberto D'Alimonte con il titolo “Elezioni europee: perché l’affluenza in Italia cala più che altrove. L’astensionismo è il risultato di un processo di lungo periodo in cui si intrecciano fattori demografici, istituzionali, culturali e strettamente politici. C’entra il ricambio generazionale, c’entra la secolarizzazione, c’entra l’indebolimento dei partiti, la sensazione sempre più diffusa che le elezioni non servono a produrre quel cambiamento che gli elettori chiedono”.

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