Andiamo avanti. Tema confronto in tv tra la Meloni e
la Schlein. Per alcuni si tratta di una “occasione mancata” … addirittura per
la democrazia. Per altri invece di uno scampato rischio di indebita
polarizzazione di un dibattito/confronto al quale dovrebbero partecipare tutte
le forze in campo e non solo due partiti. Appare del tutto evidente che i
soggetti che più si lamentano siano le dirette interessate nonché il ”padrone di
casa Vespa”: la prima, Meloni, perché avrebbe rafforzato la sua immagine di “donna
sola al comando” e la seconda, Schlein, perché si vorrebbe autocandidarsi a “donna
sola all’opposizione”. Entrambe le immagini sono false, ingiustificate e improponibili e lo sono ancor più se a proiettarle è la Rai e il proiezionista è Bruno Vespa. Altra argomentazione
è quella dell’occasione fornita agli italiani di conoscere e capire e, si
aggiunge, come pure succede in altri paesi. La prima parte dell’argomento
appare piuttosto fragile. Ogni giorno, ogni momento e in tutti gli aspetti della
vita politica, sociale, economica e culturale abbiamo prove provate di cosa è
capace di fare (o di non fare) questo Governo. Cosa altro potrebbe aggiungere
di meglio, di più, di maggior interesse per gli italiani? Una sola cosa: l’immagine
di se stessa come leader “forte”, unica e insostituibile. Per quanto riguarda cosa avviene negli altri
paesi, alcuni si riferiscono agli USA e fanno finta di dimenticare che si
tratta, appunto, di un Paese dove il sistema politico democratico è radicalmente diverso. La
domanda, infine, è perché la Schlein ha accettato questo trabocchetto e,
purtroppo, la risposta in parte la conosciamo. Non c’è molto altro da
aggiungere.
Andiamo avanti. Ieri un nostro autorevole e affezionato lettore
ci ha scritto a proposito del ricorso al TAR riproponendo un problema che già abbiamo
affrontato. Si tratta di “pesare” i tempi e definire un quadro di interesse prevalente,
di gerarchia degli eventi. È utile fare un piccolo riassunto. Vedi pure il post dello scorso 11 maggio "CalendeRAI" http://bloggorai.blogspot.com/2024/05/calenderai.html
Lunedì 20 maggio votano i dipendenti RAI. Camera e Senato
potrebbero votare dopo le europee. L’udienza al TAR è prevista antro la fine
del mese. Se non succede nulla di rilevante, il prossimo Cda si potrebbe
insediare entro la fine di luglio. Se invece mai dovesse succedere “qualcosa”
ovvero i motivi del ricorso dovessero essere ritenuti fondati ne potrebbe
conseguire che si dovrà interrompere il meccanismo di nomina previsto dalla
precedente Legge 220 del 2015 e si dovrà porre in atto un altro procedimento
che, necessariamente, richiederà tempo. Significa, di conseguenza, che
questo Cda rimarrà in prorogatio fintanto che non sia predisposto un nuovo
quadro normativo. È un bene o un male per gli interessi dell’Azienda? Per come
abbiamo argomentato e ricordato più volte: eleggere un nuovo Cda con i
vecchi criteri non farebbe altro che riproporre e rafforzare la presa del Governo
e dei partiti sul Servizio Pubblico, un processo ancora più pericoloso se posto
in una prospettiva strategica degli impegni prossimi venturi e in vista del
rinnovo della Concessione del 2027. Eleggere un nuovo Cda con i
componenti “usciti dal cilindro” senza alcuna verifica, trasparenza e confronto
significa brutalmente e sostanzialmente indebolire l’Azienda più di quanto già
non lo sia. Applicare la logica delle nomine senza criteri, parlando di informazione,
significa ad esempio poter nominare direttori di testate ad “immagine e
somiglianza” dei parenti o degli amici degli amici di turno, delle “quote” di appartenenza.
Se non si comprende il peso e la rilevanza di questa partita,
si perde prima ancora del fischio d’inizio e non ci sarà un girone di ritorno:
dentro o fuori.
bloggorai@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento