Nei giorni scorsi abbiamo citato una frase di Martin Luther King alla quale siamo affezionati “Temo più il silenzio degli amici che il fragore dei nemici”. Facciamo un passo indietro a quando, forse più di un anno addietro, abbiamo suggerito ai nostri lettori tre libri, piccoli piccoli, sempre utili da avere sul comodino. Si tratta di un testo di S. Agostino sulla bugia, un trattatatello sull’arte della prudenza di Baltazar Gracian e il fondamentale Giulio Cesare di Shakespeare (Ed. Einaudi). È probabile che anche MLK abbia letto questo testo perché proprio all’atto secondo, alla quinta scena si legge “Cesare, guardati da Bruto; sta' attento a Cassio; non avvicinarti a Casca; tieni d'occhio Cinna; non fidarti di Trebonio; fa' attenzione a Metello Cimbro; Decio Bruto non ti ama; hai fatto torto a Caio Ligario. Questi uomini han soltanto un proposito ed è diretto contro Cesare”.
Allora, mettiamo caso che Cesare sia metaforicamente il “ricorso al TAR” ovvero l’attante della nostra tragedia, ci stiamo chiedendo da chi occorre guardarsi, chi complotta contro di esso? Chi potrebbe avere interesse ad ostacolarlo? Se andiamo a lume di ragione e conoscendo a menadito i presupposti e gli antefatti del “ricorso al TAR” si direbbe che ovviamente non dovrebbe avere nemici di sorta. In primo luogo per la robustezza quasi granitica delle sue argomentazioni tecniche/giuridiche. Poi perché è di buon senso, ragionevole, non è “contro” qualcuno ma a favore di tutti. E, proprio per la considerazione precedente, dovrebbe essere sottoscritto e supportato da chiunque sia parte in causa.
Ecco il punto sul quale avvertiamo in modo flebile quanto chiaro un qualcosa nell’aria che non piace. Chi è parte in causa? In primo luogo il soggetto terminale del procedimento: il nuovo Cda di Viale Mazzini che si richiede essere nominato con criteri aperti, trasparenti e non discriminatori. L’Azienda ha tutto da guadagnare che possa avvenire in tal modo e dunque, seppure non è titolare del diritto di azione sul ricorso, si comprende che possa tacere. Poi ci sono i titolari del diritto, cioè i candidati, cioè coloro che hanno sottoscritto il ricorso. Sono loro e solo loro che hanno la potestà di azione con la propria firma specifica. L’oggetto del ricorso, qualora accolto, è a vantaggio di tutti i candidati che vedrebbero riconosciuto il loro sacrosanto diritto almeno ad essere presi in considerazione alla pari con tutti gli altri. Vogliamo quindi escludere, per carità e per decenza, che un qualsiasi candidato voglia contro ricorrere in opposizione al “ricorso al TAR” come si sente dire in giro. Non ci crediamo ma supponiamo che fosse vero. Cosa potrebbe argomentare? “Signor Giudice, chiedo/chiediamo di essere nominato/i subito al Cda RAI, prima possibile, perché altrimenti io/noi che sono/siamo più bravo/i di tutti gli altri messi insieme potremmo essere danneggiati qualora si procedesse ad una valutazione comparativa per titoli, meriti etc etc”. Si fatica a crederci ma, si sa, le vie del Cielo sono infinite quanto lastricate di insidie.
Arriviamo dunque ad un avversario subdolo, etereo, sottile e impalpabile: la politica. Sono trascorsi alcuni giorni da quando è nota l’iniziativa del ricorso e ancora non abbiamo letto o ascoltato parole chiare dai partiti tutti, maggioranze e opposizione, su cosa intendono fare, già partire dal prossimo 7 maggio. Le sole parole che ci sono arrivate e riferite sono state “vediamo”, “vedremo”… forse … “non lo so … non ho ancora letto il ricorso” …“aspettiamo” e così via. Noi, che sappiamo poco leggere, scrivere e dar di conto e che siamo pure leggermente avvezzi a leggere tra le righe, avvertiamo un profumino di inciucetto in corso d’opera.
Ribadiamo pure che comunque non lo riteniamo concretamente possibile per ragioni che già abbiamo esposto. Non lo riteniamo possibile all’interno della maggioranza. Non lo riteniamo possibile all’interno dell’opposizione e, terza via, nemmeno tra una parte della maggioranza e una del’opposizione. Bisogna infatti sempre tenere bene a mente che il/la presidente deve avere il consenso di 2/3 della Vigilanza e il Governo questo numero da solo non lo raggiunge ed è giocoforza che si deve trovare un sostegno da altre parti. Già … chi si presterebbe oggi, a bocce ferme, a sottoscrivere accordi, inciuci o sotterfugi?
Vediamo, vedremo, aspettiamo. Per il proseguimento suggeriamo di leggere la prima scena dell’atto V. sulla Piana di Filippi.
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