martedì 14 maggio 2024

RAI: nervi tesi e calma piatta

Foto di Antonio López da Pixabay

Prima di arrivare alla notizia del giorno, è necessario fare un piccolo passo indietro riferito al post di ieri. Abbiamo scritto ”La RAI è o non è”. Qualcuno ha sollevato obiezioni e, giustamente, propone che si potrebbe meglio scrivere: “La RAI è ma non sappiamo se e cosa sarà”.  Non c’è dubbio, infatti, che la Rai oggi mantiene saldamente il suo ruolo, la sua posizione nel panorama, sulla scena politica, sociale e culturale del Paese. Ma, appunto, il tema è capire per quanto tempo ancora potrà essere così? Quanto resisteranno gli ascolti di “Villa Arzilla” dove, come abbiamo scritto, ogni telespettatore che lascia questo Paese era un telespettatore RAI e ogni nuovo telespettatore che nasce la RAI non la vedrà mai. Quanto poi potrà resistere con risorse scarse incerte?

Ormai non è più tempo di dibattere sulla riforma della governance che, comunque, forse, un giorno lontano, qualcuno potrebbe fare, magari in un altro contesto politico, con un altro governo e con altri partiti.  Certo che è necessaria! Certo che è necessario rompere il cordone del controllo governativo sul Servizio Pubblico. Certo che la legge 220 del 2015 si dovrà superare e magari ci penserà il recente MFA e renderlo possibile. Ma affinché ci si possa indirizzare in quella direzione, intanto, è necessario fare chiarezza quanto prima possibile sul tema fondamentale: cosa dovrà essere il Servizio Pubblico tra 10 … 20 anni ovvero, da che parti dirigere la barca. Certe volte appare faticoso ribadirlo: se non è chiaro l’obiettivo, se non è chiara la direzione verso al quale dirigersi, la barca è alla deriva e chi siede al timone non sa dove dirigerla. Prima ancora però, è necessario cercare di salvare “capra e cavoli” subito, oggi, domani e non tra 15 mesi.

Bene. Premessa: chi legge Bloggorai campa cent’anni!!! E’ probabile che dovremo passare all’incasso di un notevole numero di scommesse: caffè, apertivi, un paio di cene e una merenda. La notizia del giorno è che le votazioni alla Camera e Senato per eleggere i componenti del Cda RAI potrebbero slittare a dopo le europee. Abbiamo scritto e ribadito più volte che il colpo di mano per fare tutto subito non è conveniente per nessuno, per primi i partiti di maggioranza. Per un semplice e banale motivo: i rapporti di forza potrebbero essere radicalmente mutati dopo il 9 giugno. Leggiamo oggi su il Foglio di oggi che titola “Meloni rinvia Rai, Cdp e Fs a dopo il voto. E domenica va da Vox La premier aspetta l'esito delle urne per ridimensionare Salvini nelle nomine …” dove poi si legge che la Meloni “… Il valzer della Rai per esempio lo vuole evitare ora, anche se sembra avere le idee chiare: oltre a indicare nel cda Giampaolo Rossi, destinandolo poi al ruolo di amministratore delegato, per l'altro membro del consiglio d'amministrazione ha in mente una donna: l'amica Valeria Falcone”. 

Mah …  sarà … ma a Bloggorai arrivano altre interpretazioni e valutazioni.

Ad esempio, nei giorni scorsi abbiamo speso tempo a sentire qualche nostro affezionato ed esperto “lettore” non solo di Bloggorai e non solo di aree vicine. Tutta questa certezza sulla riconferma di Rossi non sembra proprio tale. Anzi. Abbiamo poi chiesto ad ex colleghi di Viale Mazzini e dintorni che aria tirasse nel palazzo: “calma piatta” è la sintesi buona per tutti. Una calma però che cela grande agitazione e nervosismo: nessuno si schiera più con nessuno non sapendo bene cosa lo attende tra poche settimane. Nessuno, a questo punto, scommette più su nessuno e men che meno su Rossi come prossimo AD. Le combinazioni, le variabili in gioco e le poste su diversi tavoli interni ed esterni al Palazzo rendono del tutto improbabile ogni sorta di totoscomesse fondate sui nomi se non tengono conto di cosa “esprimono”, di quanto “pesano” nella bilancia politica. Rossi, come del resto Sergio, la Agnes o altri nomi di cui si è letto, possono essere tranquillamente spesi o dispersi come piume al vento se necessità, opportunità e convenienza lo richiedessero.

Chiudiamo sul tema del giorno: il confronto Tv tra Meloni e Schlein condotto da Bruno Vespa. Non ci sono dubbi su due elementi: il primo è che si tratta di un “regalo” politico al capo del Governo di inaudita rilevanza nella forma e nella sostanza. Rende plastico il “suo” concetto di Parlamento e istituzioni dove si esalta il bipolarismo che invece, per nostra fortuna, ancora non c’è. Alle europee, seppure con il proporzionale, concorrono tutti e non solo FdI e PD. Spacciare questo confronto Tv come sintesi unica del dibattito politico è grave e insopportabile. Il secondo elemento che merita attenzione è il contesto entro il quale si dovrebbe svolgere: il “salotto” di Bruno Vespa. Non è una sede neutra come non è neutro il conduttore. Allora perché concedere questo doppio vantaggio alla Meloni? La speranza è, come ha scritto pure la Floridia, presidente della Vigilanza rivolgendosi ad AgCom, che si possa intervenire per impedirlo.

bloggorai@gmail.com

 


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