A che punto è la notte RAI? Buia, tormentata e tempestosa. Non ci sono luci, neppure fioche, in grado di segnare un percorso per non inciampare e non dare una pedata sull’alluce allo spigolo di un armadio. Non ci sono rumori, nemmeno di qualcuno che russa come un ippopotamo. Il sonno è agitato da incubi e sogni carichi di ansia e tormento … di estasi nemmeno una flebile traccia.
Guarda i giornali in edicola: leggiamo Italia Oggi “A dominare, da gennaio ad aprile 2024, c'è Mediaset, che viaggia su medie attorno ai 190 milioni di stream visti settimanalmente, seguita da Sky, con i suoi circa 90 milioni di stream. Rai vivacchia attorno ai 60 milioni di stream, un terzo di Mediaset, e ha un vero picco solo in febbraio, grazie al Festival di Sanremo e alle puntate della serie Mare Fuori in esclusiva su RaiPlay: in quelle settimane arriva a superare i 200 milioni di stream, ma, passato l'effetto, non rimane attaccato nulla. L'ultima settimana di aprile, per dire, Rai era di nuovo a 56 milioni di stream, rispetto agli 83 milioni di Sky e ai 182 milioni di Mediaset”. Mai una gioia. Nemmeno quello che molti hanno spacciato come il fiore all’occhiello di Viale Mazzini nel mondo streaming riesce a bucare il video. Se poi questa notizia si legge insieme ai dati AgCom recentemente rilasciati dove si legge che sul day time RAI è ormai pressoché costantemente sotto Mediaset il quadro è completo.
Vogliamo poi parlare di risorse? Appunto, come andar di notte a piedi nudi in un bosco di castagni disseminato di ricci spinosi. Il “mistero” di RAI Way rimane insoluto: si vende o no? parliamo della quota residua del 13% o si scende al 30%? E’ pronto o no il DPCM che autorizza l’operazione? Se si, come si è saputo, perché non esce?
Ecco allora spiegare
il perché del ricorso al TAR sulle procedure di nomina del nuovo Cda era necessario farlo subito
e non tra 15 mesi: la Rai deve essere messa in condizioni di operare al più
presto possibile con un “suo” governo autonomo, autorevole e credibile in grado
di compiere scelte strategiche che si pongono domani, non tra un anno e mezzo,
quando ormai potrebbe essere troppo tardi. Con il forte rischio, peraltro, di
rendere illegittimi gli atti compiuti dal Cda in un quadro normativo che potrebbe
essere ritenuto superato.
A proposito di ricorso, come abbiamo pure scritto ieri, abbiamo saputo la prima data cruciale per il suo proseguimento: è stata convocata per il prossimo 7 maggio la conferenza dei capigruppo alla Camera per fissare il calendario dei lavori parlamentari di maggio. Quel giorno si dovrà decidere se si voterà per l’elezione dei consiglieri Rai e quando si sospenderanno i lavori per le elezioni europee. Il ricorso è proposto per richiedere la sospensione della procedura in atto secondo la vecchia Legge e in applicazione del MFA e quindi dovrebbe intervenire prima del possibile voto parlamentare. Se, viceversa, il Parlamento dovesse decidere di votare comunque entro maggio la carte in tavola potrebbero cambiare e vedremo come. Lo sappiamo e lo sapevamo in anticipo: non sarà una battaglia facile e non ci sarà un esito scontato e tantomeno immediato. Le argomentazioni del ricorso sono robuste, verificate e ben strutturate e non sarà semplice sottacerle e farle passare inosservate. Siamo molto fiduciosi e lo siamo ancor più perché consapevoli che sia una battaglia che conviene a molti se non a tutti: maggioranza e opposizione, dentro e fuori la RAI.
Nota a margine sulla copertura mediatica dell’iniziativa: ne hanno scritto in tanti (grazie!!!) e tra i grandi giornali meno Repubblica e La Stampa (che però aveva pubblicato recentemente una lunga intervista a Roberto Zaccaria). È bene sottolineare comunque che la “notizia” non è l’inizio della partita ma la sua conclusione, quando sapremo il risultato finale e solo allora faremo il punto. Comunque, grazie a chi gli ha dedicato attenzione e a tutti coloro che hanno contribuito e sostengono questa iniziativa.
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