Ieri sera, alle 20.15, Bloggorai è sceso negli inferi. È riuscito poi a tornare ma con grande fatica e stress psicofisico, stato confusionale e distonia neuro vegetativa. Ha visto cose che voi umani non potete immaginare e ascoltato cose indescrivibili: provate a chiudere gli occhi e cercate di indovinare che rumore possono fare mani saponose che vogliono graffiare uno specchio unto e viscido. A confronto, il vecchio e caro gessetto sulla lavagna era una poesia.
Bene. Ieri sera è andata in onda la Vigilanza Rai dove sono stati auditi l’AD Sergio e il DG Rossi. Tralasciamo per carità di Patria gli sproloqui su come hanno fatto bene loro in questo anno. Seppure fosse successo qualcosa di meritevole di essere notato è la loro credibilità complessiva che sembra minata. Se è confusa la premessa è ambigua la conseguenza.
Poniamo solo qualche problemino “a monte” ovvero quelli che costituiscono il fondamento, l’architettura cioè le basi di ogni loro argomentazione. Anzitutto il Contratto di Servizio: hanno semplicemente omesso di dire e, di conseguenza, protestare, perché ancora formalmente il Contratto NON esiste, cioè non c’è traccia della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e nessuno è in grado di sapere quando potrà vedere la luce. Come si fa, ad esempio, a parlare di Media Company con ciò che ne deriva (attenzione: non gli viene proprio voglia di aggiungere “pubblica”) se non si sa come “farla scendere a terra”? Come si fa, ad esempio, a parlare di investimenti, di sviluppo se non c’è ancora il quadro entro il quale dovrebbero avvenire? Contratto e Piano Industriale sono l’uno la premessa dell’altro e quindi come si fa a sventolare il Piano che non ha la sua cornice e, in primo luogo e ancora più grave, non ha le gambe sulle quali sostenersi?
Questo si legge nel Piano Industriale approvato:
Poi, c’è il tema di una “fake news” che denuncia Sergio: gli ascolti. Delle due l’una: o sono veri di dati Agcom o sono veri quelli forniti dall’AD. Vediamo l’Osservatorio n1/24 Agcom (pag. 20e 21):
Quali sarebbero la “fake news” e chi le diffonderebbe? AgCom? ??? Vediamo poi la famigerata RAI Play: nei giorni scorsi Italia Oggi ha riportato i dati Auditel: “… A dominare, da gennaio ad aprile 2024, c'è Mediaset, che viaggia su medie attorno ai 190 milioni di stream visti settimanalmente, seguita da Sky, con i suoi circa 90 milioni di stream. Rai vivacchia attorno ai 60 milioni di stream, un terzo di Mediaset, e ha un vero picco solo in febbraio, grazie al Festival di Sanremo e alle puntate della serie Mare Fuori in esclusiva su RaiPlay: in quelle settimane arriva a superare i 200 milioni di stream, ma, passato l'effetto, non rimane attaccato nulla. L'ultima settimana di aprile, per dire, Rai era di nuovo a 56 milioni di stream, rispetto agli 83 milioni di Sky e ai 182 milioni di Mediaset”. E allora? Auditel è l'autore di "fake news" ??? Di cosa stiamo parlando?
Infine, durante il dibattito è uscita la notizia del provvedimento disciplinare contro la Bertone sul caso Scurati. Si commenta da sola per quanto inaudita e inaccettabile.
Questo solo una parte del merito di quanto avvenuto ieri sera. Poi c’è una parte di forma che nessuno vuole sollevare. A che titolo il DG Rossi interviene su temi editoriali? Quali sono le sue deleghe e competenze? La Legge 220 del 2015 ha abolito questa figura e l’ha sostituita con quella dell’AD e indica che l’AD (art.2,c.9-b) “assicura la coerenza della programmazione radiotelevisiva con le linee editoriali". Non il DG, seppure AD in pectore, come vorrebbe, forse, Palazzo Chigi. Forse. Punto.
bloggorai@gmail.com
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