giovedì 16 dicembre 2021

Quel sottile senso di Destra che avanza

Foto di falco da Pixabay 

Ieri sera leggevamo rassegnati e costernati quel poco che si riusciva a sapere su quanto da poco avvenuto in Cda Rai. Ci troviamo in Francia e al termine di una giornata fredda e ventosa ci siamo accomodati a seguire con attenzione il dibattito televisivo con un personaggio che in questo momento sta riscuotendo un consenso crescente : Eric Zemmour, candidato presidenziale considerato alla destra della Marine Le Pen, il che è tutto dire. Appare astuto, furbetto diremmo noi, consapevole di incontrare un vasto sentimento “popolare” tutto incentrato sulla fobia del diverso, quale che esso sia, abbastanza nazionalista ma non populista, un destro estremo nella difesa dei “valori” tradizionali, quel genere di "destro" che piace tato alla borghesia benestante. In Italia non abbiamo trovato nessuno in grado di somigliargli. Tutti i leader di destra e di centro destra non sono mai estremisti a tal punto da rappresentare una “minaccia” per gli equilibri politici consolidati. Cionondimeno temiamo che pure in Italia possa serpeggiare un forte sentimento del genere: razzista, primatista, sovranista e nazionalista che non ha visibilità nelle varie Leghe, Fratelli più o meno d'Italia. Aggravato, inoltre, dalla drammatica crisi del Covid. Il Censis è stato chiaro: l'Italia oggi è un Paese confuso, irrazionale, con una sacca di povertà estrema in continua crescita della quale nessuno ne sembra responsabile, quasi fosse un castigo Divino. Serpeggia una vaga aria di “destra” strisciante, occulta ma non meno pericolosa perché abilmente nascosta nelle pieghe di timori e paure mai sopite. Ci preoccupa quando questo sentimento affiora su temi dell'informazione, quando leggiamo di chi gli vorrebbe porre freni oppure quando qualcuno vorrebbe decidere se una parte più o meno rilevante della popolazione italiana non deve esprimersi sul Servizio Pubblico, seppure esprime posizioni non condivisibili.

Ad alcuni lettori molto attenti non è sfuggita una notizia comparsa nei giorni scorsi: “Il Super Tifone Rai fa paura”. Confessiamo che ci è venuta facilmente la similitudine: anche quello che sta per succedere alla Rai può incutere qualche timore. Ieri vi abbiamo parlato del Cda dove hanno fatto molta notizia le nomine e il taglio dell'edizione della Tgr notturna mentre pochi vi hanno detto che, dietro le quinte, ha fatto banco il tema del budget come previsto dal punto 6 all'Odg (linee guida budget 2022). Ci dicono che si avverte molta preoccupazione ma che è meglio non farlo sapere troppo in giro. Tanto delle nomine dei “nuovi “generi non interessa pressoché nulla a nessuno (un Direttore/Direttrice con “lui nella parte di lei e lei nella parte di lui”) e della TgR entro breve non se ne sentirà più parlare. Amen.

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