venerdì 10 dicembre 2021

Crisi Rai a geometria variabile (meteo permettendo)



È francamente fastidioso, urticante, un giorno si e l’altro pure leggere il solito gioco delle tre carte. Senza tanti giri di parole e citazioni: quando si parla di Servizio Pubblico e della sua crisi, ognuno se la canta e se la suona come meglio crede. La Rai è in sofferenza per molteplici punti di vista che volta per volta vengono cambiati e posizionati a seconda delle opportunità, necessità e convenienze. Diciamo pure che si tratta di crisi a geometria variabile dove ogni elemento è in continua trasformazione e ognuno lo posiziona come gli conviene.

Prima di andare avanti però da sottolineare una notizia della quale si occupa oggi Vincenzo Vita sul Manifesto con il titolo “Uno sciopero imbavagliato dai telegiornali” dove si legge del peso e della copertura data dalle testate Rai sul prossimo sciopero indetto da CGIL e Uil per il 16 dicembre ( pure giorno del prossimo Cda Rai). Avevamo anche noi avvertito una certa anomalia nel posizionamento e nel rilievo data alla notizia, dove si notava quasi più il fastidio del Governo che non le ragioni dei Sindacati. Si comincia a capire il senso delle recenti nomine.

Torniamo alla crisi Rai e vediamo ora le carte in tavola con le quali si gioca, mescolatele pure tra loro:

1. Crisi della governance. Colpa dei partiti, di quelli di prima, di quelli di oggi e chissà, forse, di quelli di domani. Diciamo pure che talvolta sono in buona compagnia dentro e fuori la Vigilanza. Fatto sta che in tanti anni nessuno è stato capace di rendere la Rai autonoma, indipendente e repubblicana anche quando governavano amici, parenti e conoscenti. Se la Rai è gestita da un AD nominato dal Governo da oltre 5 anni senza che nessuno abbia avuto la forza di modificare la Legge 220 del 2015 ci sarà pure qualche responsabilità (la voglia , formalmente c’è stata: sono in discussione ben 8 proposte di riforma).

2. Crisi delle risorse. Fuortes appena arrivato si è subito reso conto che gli si prospettavano otre 50 mln di buco nel bilancio e ha pensato subito ad una manovra di tagli non lineari (un tantinello, giusto quanto basta per non scontentare nessuno). Nel frattempo (primi di agosto) si andava preparando il Trappolone con il DDL 288 che tagliava gli affollamenti pubblicitari a tutto vantaggio della concorrenza. Tutti zitti. Lui si affaccia in Vigilanza e avanza 4 (quattro) “modeste proposte” che ovviamente nessuno prende nemmeno in considerazione tanto sono modeste. Nel frattempo N.2, sul canone si addensano nubi: nel suo futuro si prospetta la possibilità di tornare alla sua esazione con il bollettino postale (e conseguente ritorno dell’evasione a livelli preistorici: dollaro più, dollaro meno, si parla d oltre 100 mln). Altre risorse? Nada, nisba, nunca, niet, nein …

3. Crisi tecnologica. Molto semplice da descrivere: non si possono fare investimenti per ammodernamento impianti, transizione al DVB-T2, proprietà oppure nuovo accordo per CDN, partecipazione alla Società per la rete unica, sicurezza dati etc etc etc… tutta roba che costa e molto pure e nessuno sa bene dove trovare i soldi (vedi punto precedente). Vogliamo parlare del futuro di Rai Way? di quanto costa per quanto rende? C’è poco altro da dire, si potrà discutere dove impiegare quei quattro spicci ancora in cassa subito ma nulla di più. Nel frattempo, tutti gli altri corrono velocemente e quando questo avviene e tu rimani fermo è come se, di fatto, regredisci. Pura legge della fisica.

4. Crisi di modello organizzativo. Teoria ultraventennale: se le cose vanno male è perché la Rai è organizzata male, cioè le reti sono superate etc etc etc… Secondo questa teoria, se l’Azienda si riorganizza in modo verticale, con i cosiddetti “generi”, diventa più competitiva, il “prodotto” è più bello assai, gli ascolti salgono, le risorse pure e tutti vissero felici e contenti. Perché non ci ha pensato nessuno prima? boh! I complottisti di turno affermano perché con il vecchio modello la Trimurti delle Reti era molti potente. Ora Fuortes l’ha resuscitata dal vecchio Piano industriale e si è dato qualche mese per rimettere in moto l’Azienda con il “nuovo” modello. Auguri.

5. Crisi editoriale. È anzitutto una crisi di progetto, di idee, di visioni su nuovi formati e nuovi linguaggi. È una crisi di contenuti e di contenitori, di proposte e di produzioni. Per fortuna che regge la Fiction e quando capita la Nazionale di Calcio, per il resto è tutto un “tirari a Campari” oppure fondi di magazzino. Non c’è uno straccio di progetto editoriale complessivo e/o articolato se non quello espresso dal precedente Piano industriale che, come ostinatamente continuiamo a ripetere, prevedeva uno specifico piano editoriale sull’informazione mai nemmeno sfiorato. Si procede a mozzichi e bocconi, oggi qui domani la: limitiamo gli inviati al seguito del Papa (giù le mani), tagliamo un pezzo di Tgr (forse si, o forse no, vedremo), spostiamo Un posto al Sole per dare spazio ad una striscia di approfondimento (oddiioo, lo avevamo dimenticato e forse pure loro), forse facciamo un sito (un portale) tutto nuovo (vaglielo a spiegare ai Cdr e Usigrai). C’è una direzione “nuovi formati”? boh, chissà, intanto di sicuro c’è un direttore e cosa poi dirige meglio non sapere. Nel frattempo: la platea dei telespettatori sul DTT diminuisce (Soldi dixit), gli ascolti digitali ristagnano mentre qualcuno comincia ad organizzare le processioni alla Madonna del Divino Amore per intercedere sui futuri ascolti di Sanremo che non sia mai detto non vadano bene … apriti cielo.

Come se ne esce, come si interrompe questo perverso e diabolico giochetto? Chi siamo noi per poter dare consigli non richiesti ad un consesso di tanto autorevoli esperti e validi pensatori e strateghi? Nessuno, siamo solo un piccolo e modestissimo Blog. Seppure avessimo qualche proposta, ce la teniamo strettamente chiusa nel cassetto. Però, visti i lauti contratti di collaborazione che girano a Viale Mazzini, qualora richiesto, a fronte di un modico compenso, se ne può pure parlare ...pecunia non olet … l’idea di esprimere idee ed essere pure pagato potrebbe pure piacere … tengo famiglia, cresciuta ma pur sempre affamata (ne fanno parte 2 gatti)! 

bloggorai@gmail.com

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