mercoledì 1 dicembre 2021

Post n. 3: il Grande Ricatto. Draghi e Fuortes



ἦθος ἀνθρώπῳ δαίμων – ethos anthropoi daimon

"Il carattere di una persona è il suo destino” ma anche viceversa “il destino è per l’essere umano il suo carattere”. Ognuno di noi è artefice e protagonista della propria esistenza ovvero, al contrario, è la nostra esistenza/esperienza che condiziona il nostro carattere.

Abbiamo dovuto scomodare Eraclito per introdurre questo terzo post della giornata ma, forse, ne vale la pena. Vediamo di che si tratta. Da tempo ci ronza per la testa una sorta di similitudine di percorso, di natura e cultura tra il capo del Governo Draghi e Fuortes, AD Rai. Ora che ci avviciniamo all’appuntamento cruciale per la vita politica del Paese, può essere divertente trovare analogie e similitudini sui possibili percorsi dopo il prossimo 3 febbraio.

Par di capire ogni giorno leggendo i giornali e ascoltando radio e tv, che ci troviamo in un tunnel che in sintesi si definisce il Grande Ricatto: lasciare Draghi a Palazzo Chigi per proseguire il suo lavoro sul PNRR e pandemia oppure sostenere la sua candidatura al Colle e aprire la strada alla qualunque, ergo crisi di governo e/o elezioni anticipate? Le Monde di oggi l'ha definito in modo più elegante: "La derniére chance de l'Italie". Non ci avventuriamo in ipotesi di fantapolitica più di quanto non lo fanno i diretti interessati. I punti fermi sono due: 1. questa scadenza del successore di Mattarella è inedita ed eccezionale. 2. Non si intravvedono accordi già stabiliti. 

È un momento che somiglia tanto a quando eravamo nel cortile dell’Oratorio e si buttava la palla al centro: tutti contro tutti ed un povero disgraziato in porta che cercava di parare palloni che gli arrivavano da tutte le parti. Ormai sembra chiaro a tutti che in questo momento la palla ce l’ha Draghi e la sua indecisione tiene sotto scacco tutti i partiti. Il suo carattere mai come in questo momento è il suo destino: evidente che cerca sicurezze che nessuno però è in grado di dargli perché non possono e non vogliono in entrambi gli scenari: sia che voglia rimanere al Governo, sia che voglia trasferirsi sull’alto Colle. Il timore  fondato è che questo ricatto/minaccia andrà avanti per lungo tempo ancora visto che, ad oggi, non si avvertono segnali che si possa raggiungere un accordo per “garantire” una sua elezione alla “prima chiama”. Però, non si può nemmeno escludere che questo possa avvenire nei prossimi giorni. Chiudiamo: partita ancora lunga e tropo complessa per essere interpretata ora e questo alimenta la confusione e l’incertezza che non sono mai foriere di buone prospettive.

Veniamo al nostro uomo Fuortes al comando di Viale Mazzini. Per molti aspetti si trova in una situazione analoga: vorrebbe una “copertura” politica e aziendale che sembra faticare a riscuotere. Per quanto abbiamo seguito le recenti vicende sulle nomine ha dovuto provare “ … come sa di sale lo pane altrui, e com'è duro calle lo scendere e 'l salir per l'altrui scale” ammettendo che è nelle sue prerogative “dialogare”con la politica. Il suo ambaradam di incontri, veri o presunti, coni vari Salvini, Di Maio e il clan Bettini &Co potrebbe non avergli dato un gran lustro alla sua fama di “generalissimo” come alcuni lo vorrebbero disegnare. Anch’egli, di par conto con Draghi, sembra tenere sotto scacco la Rai: al momento si è incatenato al vecchio “modello” Salini cercando di rimpannucciarlo e aggiornarlo con qualche “variante” rivista e corretta ai tempi degli OTT 2.0. Se non che, come stiamo ripetendo e sottolineando da tempo, di questo piano sappiamo solo quanto da lui riferito in Vigilanza Rai lo scorso 23 novembre e poco più. Poco, troppo poco per convogliare consenso e partecipazione, sia all’interno che all’esterno dell’Azienda. Questa notte è andata in onda una “Prova generale” di quello che potrà avvenire nel prossimo futuro, quando la confusione tra direttori di rete e direttori di genere, sia pure nella lunga fase di transizione, e pure tra gli stessi direttori di genere una volta stabilizzati si scatenerà lo scannatoio per le competenze e le responsabilità. Ieri sera, nel cuore della proiezione di un importante fiction di Montalbano su Rai Uno c’è stata l’interruzione proprio nel momento topico per dare la linea a “Porta a porta” di Bruno Vespa senza poi dare ai telespettari la legittima conclusione della storia.  Ora magari se la prenderanno con qualche povero funzionario della messa in onda sottacendo responsabilità che potrebbero essere ben più in altro.

Sintesi: Draghi come Fuortes sembrano tenere la “carta nascosta” sotto il tavolo: non ci dicono tanto quello che vorranno fare nei prossimi due mesi ma quello che vorranno fare “da grandi” dove il primo un giorno o l’altro dovrà pur rispondere a quella domanda rimasta in sospeso a febbraio scorso su cosa pensa del futuro di questo Paese “Verrà, io spero che venga il tempo in cui io potrò risponderle sulle mie vedute in tema di struttura della società e dell’economia, ma per ora è presto”. Il secondo, invece, prima o poi, dirà qualcosa “di sinistra” ovvero una sua idea, una sua “visione” di Servizio Pubblico, di Rai, che non sia una graziosa eredità lasciata dal suo predecessore.

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