Buon 1° Maggio!
Un affezionato lettore, nei giorni scorsi, ci ha invitato a prenderla a ridere quando si parla di Rai. In parte, ha ragione. Come si potrebbe fare, del resto, a prendere sempre sul serio tutto quello di cui ogni giorno abbiamo notizia? Vogliamo parlare dell’ultimo Cda con il “…peggioramento rispetto all’esercizio precedente ma comunque attestato su livelli di sostenibilità” ??? Come dire: “abbiamo le pezze sui pantaloni (eufemismo), però facciamo la nostra sporca figura”. Ci sarebbe da ridere, se non fosse drammatica la posizione finanziaria netta negativa per 523 mln.
Sì ha ragione il lettore, cerchiamo di prenderla poco sul
serio. A partire da Striscia la Notizia. Confessiamo: la sera, dopo il Tg, tra
la faccia compunta e talvolta arrogante della Gruber e di qualche suo ospite e
il giochetto intelligente di Amadeus su RaiUno, andiamo su Canale 5 dove ormai,
quasi ricorrente, troviamo Pinuccio che sberfleffa la Rai e dintorni. Da tempo
ci poniamo una domanda: ma è mai possibile che a qualche milione di italiani
possano interessare le beghe di Viale Mazzini? Evidente che la risposta è si,
perché altrimenti il buon Pinuccio non avrebbe avuto alcuna possibilità di
andare in onda e colpire un giorno si e l’altro pure. La Striscia fa ridere, si
tratta di comicità? Forse si, per chi si
accontenta di poco. Fatto sta che non solo persegue imperterrito ma si è pure
candidato per il prossimo Cda. A chi giova in verità tutta ‘sta tarantella? A
Mediaset, giusto perché tutta l’acqua che toglie al mulino Rai porta al suo? Risposta
facile, troppo e poi a Cologno sono sufficientemente attrezzati per poter
competere con il Servizio Pubblico con ben altre armi. Allo stesso Pinuccio? Sarebbe
stupendo che un “comico” sedesse in consiglio Rai e ancora di più che venisse sostenuto
da qualche partito politico. Nooooo, è solo un gioco. Al pubblico, ai
telespettatori? Si, forse, proprio qui va cercata la risposta. Quando si parla
di Rai, di Viale Mazzini, di Servizio Pubblico, di canone, di Sanremo etc. è
verosimile ritenere che ci sia una corrente di pensiero nazionale che vede in
tutto questo in chiave di sprechi, di trullallero con la politica, di ambarabaciccicocco
con gli agenti artistici e compagnia cantando. Finora Rai ha risposto
minacciando querele, ma, ad esempio, non pubblica i dati che ogni settimana rileva con il
sondaggio effettuato dal Consorzio Opinio sul “sentiment” degli italiani verso la
Rai:
In altri tempi, proviamo ad immaginare il DG di turno (già ma quale DG di turno???), magari avrebbe telefonato al suo omologo Confalonieri e gli avrebbe detto, a muso duro: “Ciccio Fedele.. che volemo fa co Striscia???, va bhè che noi semo er Servizio Pubblico de Roma, ma se continui a scassà i maroni sai che te faccio? Nun te invito più ‘amicaaa tua Maria dalla Venier ...così capisci ‘antifona” e giù la cornetta in faccia. Qualche giorno addietro, abbiamo dedicato un post alle Sindromi e, in particolare, a quella che prende qualche dirigente Rai la mattina (anche al pomeriggio, la sera, la notte) quando inizia con la Rassegna stampa, con la lettura di Dagospia, per poi arrivare alle interpellanze di Anzaldi (grandissima sindrome) per arrivare infine ai grandi o piccoli blog che non perdono occasione di mandare di traverso qualcosa a qualcuno.
Bene, a questo punto, corriamo il rischio di perdere qualche
lettore che di tutto questo potrebbe averne le scatole piene e proseguiremo su
filone “La Rai di ieri, di oggi e di domani” dove molto farà perno su quanto
potrà avvenire da oggi in poi per quanto riguarda il ricambio del Cda di Viale
Mazzini. Però, promettiamo, a coloro che hanno già apprezzato la storia di cronaca
vera di un fatto realmente accaduto a Roma nel 1986 che abbiamo iniziato a scrivere
(siamo al 3° capitolo): il racconto continua con la pubblicazione dei capitoli
solitamente tra il sabato e la domenica.
Veniamo alle notizie di oggi: stupende!!! L’articolo più gustoso
ce lo propone Gianluca Roselli sul Fatto quotidiano, dove, tra le tante amenità,
una merita di essere riportata integralmente: “L’ex direttrice di Rai Fiction
ora a Netflix vuole tornare in Rai ma le manca una sponda del centrodestra. Così
Andreatta avrebbe incontrato Salvini in gran segreto una ventina di giorni fa
per ottenere il via libera dal Carroccio, che non è arrivato. Da parte
leghista, però, il faccia a faccia viene smentito. “Lei comunque non avrebbe mai
il nostro appoggio, si spiega. Salvini, invece, avrebbe visto altri manager
interni, tra cui l’ex direttore di Rai1, Teresa De Santis”. Ora, è verosimile
supporre che Salvini possa avere ben altro da fare che incontrare tizia o caia e
che la notizia possa essere rubricata come fornita da “fonte solitamente poco
attendibile”. Ma è poco verosimile supporre che i giornalisti la sera, quanto
si accingono a scrivere il pezzo per il giorno successivo, si preparano un bel cannone
con la cicoria e poi si mettono a digitare l’articolo. Può anche succedere, non
sia mai detto, ma solitamente da qualche parte, in tutto o in parte, una
battuta è uscita fuori. Vedi quanto abbiamo letto su tpi.it: “Enrico Letta,
segretario del Partito Democratico, vuole a tutti i costi Tinny Andreatta
(figlia del suo “maestro” Beniamino e sorella del grande amico e consigliere
Filippo) come Amministratore Delegato della Rai. Ma a quanto si apprende la
Commissione di Vigilanza Rai sarebbe pronta ad alzare le barricate se venisse
bypassata la clausola da poco approvata proprio da questo organismo che di
fatto impedisce il suo ritorno in Rai dopo la parentesi Netflix”. Povera, ha tutta la nostra solidarietà per essere costretta ad essere al centro della scena. Ovviamente nessuno
conferma, ma nemmeno smentisce nulla. Tutto si lascia correre come la solita fuffa.
Consapevoli che la smentita può valere come una notizia data due volte.
Ecco come si spiega il “successo” di Pinuccio e Striscia la
Notizia. Da quanto tempo leggiamo che tizio, direttore di “QualcheCosaRai” è in
“quota” a questo o quel partito? Come pure gli esterni dei quali si legge ogni
giorno: non se ne trova uno/a di cui si possa dire semplicemente “è bravo/a,
esperto/a e competente”. Comincia a correre il dubbio che non ce ne siano. Chissà!
Intanto, ci consola constatare che i candidati veri, forti, sono ancora nell’ombra
e che, per fortuna, per ora, non vengono bruciati. Anche i nostri, che sosteniamo
dichiaratamente, rimangono in sospeso. Siamo ancora convinti che rispondono perfettamente
ai tre requisiti fondamentali che, al momento, mancano a tutti i nomi di cui si
sente parlare:
1 Non essere amici, parenti o conoscenti di un
segretario di un deputato senatore, o essere ritenuti o percepiti come “in quota”
ad un partito
2) Avere conoscenza, competenza ed esperienza di
Servizio Pubblico
3) Essere immediatamente operativi.
Non è difficile trovare un AD con queste caratteristiche a Viale Mazzini. Basta chiedere. Come abbiamo scritto, il SuperTecnico Draghi sarà in grado di confrontarsi e vincere le spinte dei SuperPolitici Salvini, Letta, Di Maio, Meloni e Compagnia cantando???
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