Mal di pancia, prurito diffuso, distonia neuro
vegetativa e stato confusionale (questo
abbastanza consueto) sono i sintomi con i quali si apre questa giornata. Confessiamo:
non sappiamo da che parte iniziare perché tanti gli argomenti sui quali
riflettere sia di carattere generale, sia specifici sul fronte Rai. In genere,
già dal giorno precedente abbiamo una traccia, uno spunto che poi cerchiamo di approfondire,
valutare e confrontare con tanti amici, parenti e conoscenti. Se non che, poi
già con i primi notiziari del mattino (all’alba) si comincia a mettere meglio a
fuoco il filone prevalente e, purtroppo, iniziano i dolori.
Già da ieri si
avvertiva qualcosa quando abbiamo saputo la notiziona del giorno: la Rai
querela Fedez. Acciperbacco!!! Me li immagino la nutrita schiera degli avvocati
di Viale Mazzini, a partire dall’ex direttore di Affari Legali, insieme agli
studi di consulenza esterna tutti insieme a fare cortei nei corridoi di Viale Mazzini urlando “Ci
vedremo in Tribunale e tu, Fedez, non sai chi siamo noi!!!" Uno spettacolo da
non perdere. Bene, benissimo. Se volete, prima di andae avanti, fatevi due risate:
Forse Fedez non sa chi sono loro ma noi sappiamo
bene chi è Fedez, cosa rappresenta e quanto “pesa” la sua influenza sociale, editoriale e culturale. La sua
ultima dimostrazione di forza l’ha data proprio nei giorni scorsi con l’European
Song Festival con l’annessa vittoria dei Maneskin: “Tranki raga. Appena finisce
di allattare scateno la Chiarona nazionale” si è affettato a dichiarare su
Twitter e, poco dopo, è arrivata appunto la moglie sollecitando la sua platea internazionale a votare i Maneskin. Avete capito bene: platea internazionale perchè gli oltre 34 milioni di follower li raccolgono dovunque, in Europa e nel mondo. Lo stesso meccanismo è
stato messo in atto a Sanremo dove gli stessi 34 milioni di follower di cui godono la
famiglia Ferragnez potrebbero aver pesato non poco a definire la classifica del
Festival dalla canzone nazionale. La querela Rai si colloca su uno sfondo “culturale”
e editoriale di rapporti tra il rapper e la Rai peraltro alquanto ambigui: il Fedez nazionale è stato invitato sul
palco del Primo Maggio perché ritenuto un personaggio che tira, attrae
telespettatori, specialmente giovani, cioè quegli stessi che sembrano allontanarsi
sempre più da un certo tipo di televisione ed è lo stesso Fedez che nelle
settimane precedenti è stato ampiamente pubblicizzato, seppur indirettamente attraverso
la Maionchi, per il suo programma andato
in onda su Amazon Prime. Come si dice a Roma: de che stamo a parlà??? Se fosse possibile,
pagherei il biglietto per assistere all’udienza del processo con Fedez sul
banco degli imputati e il giudice che ascolta la famosa telefonata dove si
parla di “contesto”. Già, il contesto. Da ricordare che nella polemica su Fedez al suo fianco si era schierato Enrico Letta: "Sono grato a Fedez, di cui condivido le parole molto forti. Ora ci aspettiamo tutti un chiarimento e la scuse della Rai". Chissà, forse arriveranno in Tribunale.
La vera notizia del giorno, il vero contesto, l’arena entro
la quale si svolgono i grandi confronti, è la Relazione che ieri ha svolto
Andrea Imperiali, presidente Auditel al Senato: per la televisione “tradizionale”,
per il sistema dei media elettronici si sta avverando quanto da tempo
immaginato. Allarme rosso e preoccupazione per le grandi sfide dagli esiti
incerti. Si tratta di un documento che merita un post a parte: a breve dovremmo
avere il documento completo e vi riporteremo le parti più rilevanti. Oltre al
documento Imperiali, intanto merita di essere citato il duro attacco del
Presidente della Vigilanza: Alberto Barachini, contro la Rai: “Il Servizio
Pubblico deve recuperare sia in reputazione, sia sul fronte digitale”. Già, la
reputazione. Questa mattina il Post lo volevamo impostare proprio su questo tema
che, per il momento, teniamo da parte.
Nei giorni scorsi abbiamo
posto la domanda se la Rai che questi amministratori lasciano nei prossimi
giorni è migliore o peggiore di quella che hanno trovato nel 2018. Ora facciamo un
passo in avanti: i nuovi amministratori che verranno saranno migliori o
peggiori di quelli che stanno per scadere? Non abbiamo la palla di vetro ed è
evidente che si pone un interrogativo che, bene che vada, troverà qualche possibile
risposta tra qualche mese, magari quando ormai i treni ad alta velocità che
corrono intorno alla Rai saranno già partiti. Questa mattina i “colleghi bene
informati” sono tornati alla carica con le poche cartucce di cui dispongono: i soliti
nomi che girano da tempo e tutti ancora a meditare su quale potrà essere il “metodo
Draghi” che verrà usato. Please, rileggete il Post del 4 maggio “Rai, nel cuore
della battaglia” e quello del 12 maggio “La Rai e i metodi Draghi”. Per comodità
ve li riassumiamo: Metodo 1: decido da solo della serie “io so io e voi ‘nun
sete un c…”. Metodo 2: parliamone, cari partiti i problemi sono sul tappeto,
fatemi sapere (tanto poi decido io). Metodo 3: non è questa la priorità. Ora
c’è prima il Recovery Plan e poi i vaccini, abbiate pazienza. Metodo 4:
facciamo metà per uno: io nomino i ministri (AD e Presidente) e voi i
sottosegretari, cioè i consiglieri (come abbiamo fatto con il Governo). Per il
momento sembra avere funzionato. Metodo 5: di cosa stiamo parlando??? Se ne
stanno occupando i miei “tecnici”, io ho ben altro da pensare per il mio futuro
(appunto).
Intanto però un passo avanti lo potremo fare nelle prossime ore per
capire bene quale potrà essere il suo metodo effettivo (posto che potrà essere
lo steso con Rai): le prossime nomine a Cassa Depositi e prestiti, il vero
volano del PNNR. Sarà in quella sede che si potrà osservare bene quanto il capo
del Governo saprà essere in grado di fronteggiare i partiti e contenere i loro
appetiti. Il GrUno delle 6 di questa mattina non ha indotto ad essere ottimisti.
Anzi.
Rimante sintonizzati: più tardi un post speciale dedicato
alla Relazione Auditel.
bloggorai@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento