(B. Gracian, Oracolo Manuale, ovvero L’arte della
Prudenza)
Correva l’anno 2022, mese di giugno, primi giorni. Viene pubblicata una foto di alcuni dirigenti RAI nei giardini di fronte al palazzo di Viale Mazzini: si tratta di Orfeo, Ciannamea, Ventura, Brancadoro e Coletta. Eravamo all’inizio della crisi Fuortes, quando regnava Draghi con tutto il coro che lo sosteneva. Sono ancora tutti sulla scena ed ognuno di loro, legittimamente, potrebbe concorrere per la "nuova" RAI prossima ventura.
Quella foto è destinata a diventare una icona, un simbolo, un
segno di un tema secolare: la naturale predisposizione genetica al complotto,
alla trama e alla congiura che anima il Palazzo, genericamente e specificamente
inteso. Se quella foto fosse stata scattata anni prima, con altri personaggi,
oppure ieri mattina non cambierebbe la sostanza del tema. Era un momento di
tutti contro tutti allora ed è un momento di tutti contro tutti oggi.
Cosa vediamo oggi sulla RAI, sul Servizio Pubblico? Piccolezze
e piccinerie di vario genere assortito. Falsità e pettegolezzi sparpagliati. Carte
finte e polvere negli occhi. Gomitate e calci sugli stinchi. Personaggi e
personaggetti in cerca di autore o padrone… quale che sia … purchè garantisca
la pagnotta. La domanda più ricorrente in questo periodo è: chi sarà? L’AD, il
DG, Il/la Presidente, consigliere o direttore…non importa. Chi sarà sarà… tanto
non c’è criterio di scelta e di selezione … Tizio o Caia si sommano e si elidono
a vicenda. Lo scontro Sergio Rossi? Era tutto scritto nel Libro del Destino dal
giorno del loro insediamento. E pensare che ancora stamattina molti perdono
tempo su RAI News24 e quello che ha fatto o non ha fatto la sera del 7 luglio.
Rispetto al 2022, oggi la posta in palio però è assai più
importante: si tratta di mettere le mani sull’Azienda e governarla per i
prossimi tre anni e non saranno tre anni qualsiasi: saranno gli anni che porteranno
al rinnovo della Convenzione con lo Stato, ovvero ad un diverso destino della
RAI ancora tutto da scrivere e che nessuno sa da che parte iniziare. E non ci sarà
MFA in grado di fronteggiare questa possibile deriva: una volta insediato il
prossimo Cda si inchioderanno alla poltrona per tutto il mandato che, appunto,
andrà a scadere proprio prima con la scadenza del Contratto di Servizio oggi in
vigore e poi con il rinnovo della Convenzione. Questo è il solo vero tema, unico
e centrale, che vale la pena affrontare. Tutto il resto è polvere destinata a
finire subito sotto il tappeto.
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